Nel presentare l’iniziativa, che si svilupperà con un corteo che partirà da piazza della Repubblica alle 14 per concludersi con i comizi in piazza del Popolo intorno alle 16, il segretario generale Maurizio Landini ha sottolineato che le ragioni e le richieste della categoria sono “chiare e precise”. Le tute blu vogliono innanzi tutto fermare l’applicazione del Jobs act, e puntare sulla costruzione di un nuovo statuto dei lavoratori, attraverso una legge di iniziativa popolare, secondo l’impostazione della Cgil. Il secondo passaggio sara’ sui contratti, il terzo, come ultima spiaggia, un referendum abrogativo della legge.
La manifestazione segnerà anche “l’avvio di una vertenza sulle pensioni” allo scopo di “cambiare radicalmente”, la legge Fornero. Landini ha aggiunto che la richiesta della Fiom è una “riduzione drastica dell’età pensionabile, 60-62 anni per l’uscita dal lavoro senza penalizzazioni. Bisogna poi ripristinare le pensioni di anzianità”. E ancora, al centro della piattaforma della manifestazione anche il tema dell’orario di lavoro e della sua riduzione, partendo dallo stop alla defiscalizzazione per gli straordinari. La piazza di sabato tornerà a chiedere al governo anche una nuova “politica industriale” che preveda un “intervento pubblico”. Secondo il leader della Fiom, l’assenza di una politica industriale degna di questo nome è alla base della “svendita di pezzi migliori” come dimostra il caso Pirelli.
Spazio anche al tema della contrattazione e della difesa del contratto nazionale di lavoro, messo in discussione da Confindustria che “vorrebbe estendere il modello Fiat” in tutte le imprese. “Noi non siamo disponibili”, ha dichiarato Landini, “Il contratto nazionale – rimane un punto fondamentale”. Tra le richieste della Fiom, anche una legge sulla rappresentanza sindacale. Quanto alla ‘’coalizione sociale’’, oggetto di tante polemiche, Landini ha confermato e ribadito la necessita’ di creare una ‘’nuova forma per opporsi alle leggi sbagliate”. E tuttavia, ha precisato, ‘’e’ una proposta tutta da costruire e che non c’entra niente con la manifestazione di sabato, basata invece su una piattaforma prettamente sindacale”.
Infine, una precisazione sull’andamento del tesseramento e degli iscritti. Tra le molte polemiche accese dopo l’annuncio della coalizione sociale, ci sono state anche diverse voci che parlavano di un crollo delle adesioni alla Fiom. Voci smentite dal responsabile organizzativo Enzo Masini come “del tutto infondate”. Masini ha infatti spiegato che dal 2008 al 2013 l’andamento dell’occupazione nel settore metalmeccanico è passato da 1.796.400 unità a 1.516.700 con un calo del 15,6%. Nello stesso periodo gli iscritti alla Fiom sono passati da 358.853 a 351.432 con una riduzione del 2,07%. Nel triennio 2011-2013 ci sono stati circa 180mila nuovi iscritti alla Fiom, dato che si spiega con “un turn over molto alto nella categoria”, ha sottolineato Masini. Guardando alle elezioni per l’assemblea nazionale dei delegati del fondo complementare Cometa (per la prima volta si votata su liste separate), la Fiom ha raccolto il 57,66% (26 delegati su 45) contro il 22,85% della Fim (10 delegati), il 12,14% della Uilm (5 delegati), il 4,06% della Fismic (2 delegati) e il 3,29% dell’Ugl (2 delegati).