“Siamo i primi a chiedere di punire severamente chi sbaglia e di fare pulizia, perché chi commette reati danneggia profondamente nell’immagine la vera ed autentica cooperazione, ma diciamo no ai processi sommari. Noi non ci stiamo all’abbinamento cooperativa = privilegio e malaffare”.
Cosi’ Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, replica al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, che oggi, nel corso di una audizione in commissione antimafia, aveva chiesto di riflettere sul ruolo delle coop, in particolare sulle ‘’facilitazioni’’ di cui gode il sistema. Gardini sottolinea che in Italia la cooperazione dà lavoro a 1.300.000 persone, mentre sono oltre 12.000.000 i soci: dunque, “una decina di cooperative non può essere presa a modello per demolire e danneggiare tutte le altre”.
Quanto alle facilitazioni fiscali, il presidente ricorda al magistrato che le cooperative non sono un’anomalia italiana: “ in Europa, negli Usa e in Asia è previsto un trattamento fiscale diversificato che impone, però, alle cooperative oneri che non gravano su nessun altro modello d’impresa sia in Italia sia negli altri paesi del mondo”. Fermo restando, ovviamente, che “chi sbaglia e delinque deve andare in galera, chiunque esso sia ,cooperatore o imprenditore che corrompe, dirigente pubblico o politico che si fa comprare”.