No, non e’ una gita turistica quella che ha portato oggi la Cgil a riunire il proprio Direttivo nei padiglioni dell’Expo. La polemica era stata sollevata la scorsa settimana dal segretario Fiom Maurizio Landini, che aveva tra l’altro accusato la confederazione di fare ”turismo” a spese dei lavoratori e invitando i colleghi sindacalisti, se proprio volevano visitare l’esposizione universale di Milano, a ”pagarsi il biglietto di tasca propria”. Accuse pesanti, alle quali oggi risponde, proprio dall’Expo, il segretario generale Susanna Camusso: “Siamo qui per visibilità o per una gita? Visibilità l’ha creata una polemica pubblica, per noi essere qui è la necessita di creare una relazione con i lavoratori. Senza dare un senso mediatico, ma per costruire un’esperienza inedita di sindacalizzazione con i 14 mila lavoratori che qui operano”.
Sul tema interviene anche una nota ufficiale di Corso Italia: “La Cgil ha scelto di tenere il suo Direttivo presso l’Expo di Milano consapevole che questo luogo, oggi, rappresenta un pezzo importante di mondo del lavoro e che anche da qui parte la sfida per disegnare una prospettiva di qualità e investimenti per la crescita del Paese”, si legge nel testo.
“l’Expo – prosegue la nota – è luogo certamente non scevro di contraddizioni che il sindacato e le sue categorie, con la contrattazione e le denunce, quando necessarie, hanno contrastato e affermato nella misura del possibile: legalità, diritti dei lavoratori, trasparenza negli appalti, salute e sicurezza nel lavoro. Expo é stato però anche il luogo di scandali ed illeciti, su cui si é in attesa di pronuncia da parte della magistratura”.
“La Cgil – conclude la nota – ha da sempre assunto la posizione di battersi per la legalità e di essere al fianco dei lavoratori e di rappresentarli: l’iniziativa di alcuni dirigenti, pur da noi non condivisa, ci appare per questo legittima. Sulla base di questo assunto consideriamo eccessiva e sbagliata la scelta delle forze dell’ordine di denunciare coloro che si sono resi protagonisti di alcuni atti di protesta”.