Angelo Colombini, segretario della Femca, il sindacato chimici, tessili ed energia della Cisl, rivendica un ruolo di battistrada alla sua categoria, ma vuole che adesso parta davvero il negoziato interconfederale su contrattazione e rappresentanza.
Colombini un accordo superveloce, come nella tradizione dei chimici.
E’ stata la testimonianza del fatto che non tutti gli attori sociali sono bloccati da ragioni politiche. Per noi il contratto non viene in una notte, o in 18 ore come stavolta, è il frutto di un lavoro che dura mesi e anni. E’ nella nostra cultura prepararci al rinnovo valorizzando gli osservatori nazionali e aziendali per creare le premesse per la chiusura delle trattativa per il rinnovo del contratto nazionale.
Una tradizione che regge su precise convinzioni di politica industriale?
Noi consideriamo l’impresa come un bene comune, da valorizzare, sviluppare, in cui investire, perché così si riconosce l’importanza del capitale umano, fondamentale per raggiungere gli obiettivi di professionalità, occupabilità, produttività e redditività.
Un’attitudine frequente in Cisl?
Se devo dire la verità in altre categorie vedo in atto un tentativo importante, da rispettare, in questa direzione. Negli alimentaristi, per esempio, ma anche negli elettrici. Altre categorie fanno più fatica ad avere questo tipo di impostazione.
Un atteggiamento che dovrebbe condurre a forme più avanzate di partecipazione.
E’ questo il nostro obiettivo. Il nuovo contratto prevede iter formativi congiunti, perché i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori parlino la stessa lingua nell’interpretazione e nella gestione del contratto nazionale. e il contratto per la prima volta ha istituito nell’ambito della Rsu il delegato della formazione.
Un passo in quella direzione?
Sì, come anche gli osservatori aziendali, previsti per la prima volta in tutte le aziende o gruppi che abbiano più di 50 dipendenti. Osservatori non negoziali, di informazione sull’andamento aziendale e sulla gestione delle problematiche che emergono.
Il vostro contratto rappresenta un’indicazione anche per le altre categorie?
Certamente. Ed è anche lo strumento per riaprire la trattativa interconfederale su rappresentanza e contrattazione. Per non permettere al governo di definire una legge che tocchi argomenti di nostra stretta competenza.
La soluzione delle verifiche annuali dell’andamento dell’inflazione interessa anche gli altri?
E’ una soluzione a nostra avviso esportabile anche altrove. Perché non c’è un automatismo, perché la verifica tra inflazione reale e inflazione prevista è annuale ed è congiunta.
Non si dovrebbero verificare più casi come quelli di quest’anno, con uno scostamento veramente notevole.
No, la verifica annuale permette di gestire molto meglio le risorse economiche.
Il vostro contratto ha anche un valore sociale importante.
Sì, perché prestiamo grande attenzione ai temi dell’assistenza sanitaria, della previdenza complementare, della riqualificazione dei lavoratori e dell’invecchiamento attivo. Azioni che non sono sostitutive dell’intervento dello Stato, ma acquistano importanza in relazione all’attenuazione dell’attività dello Stato in atto per ragioni di bilancio. In questo modo il nostro compito contrattuale si qualifica, perché ci assumiamo delle responsabilità che non siano solo quella dell’aumento salariale.
Avete avuto problemi con la Cgil?
Il rapporto unitario che nasce dalla capacità di mettersi assieme e non far prevalere posizioni ideologiche e politiche permette di affrontare i problemi in azienda o per i rinnovi contrattuali con grande responsabilità e volontà di dare una risposta alla realtà. Poi, certo, abbiamo differenze in alcuni punti del nostro fare sindacato, ma al momento opportuno emerge una posizione per il bene comune, che riconosca un miglioramento delle condizioni dei lavoratori e dia una risposta alle esigenze aziendali.
Il vostro contratto è anche una risposta alla campagna che si è scatenata contro i corpi intermedi negli ultimi mesi.
Sì, contro coloro che vogliono escludere le parti sociali, i corpi intermedi dalla responsabilità sul lavoro. Ma è evidente che proprio per questo imprese e sindacati devono riprendere al più presto la trattativa su contrattazione e rappresentanza. Per impedire al “principe” di legiferare su questi temi. Dipende solo ed esclusivamente da noi, dobbiamo decidere se essere o meno protagonisti del mondo del lavoro. altrimenti emergono posizioni ideologiche, coloro che vogliono solo andare in piazza, senza affrontare la realtà per quello che è.
Lei è contrario al salario minimo legale?
Sì, perché mette in discussione il ruolo di sindacato e aziende sul piano contrattuale.
Ma avrebbe una reazione così immediata e precisa?
No, tutto dipende dal livello del salario minimo fissato per legge. Se questo sarà molto alto sindacati e aziende non avranno più ruolo. Se invece sarà tenuto a un livello basso può essere anche un aiuto. Dipende da dove è posta l’asticella. Ma non si deve dimenticare che l’85% dei lavoratori ha un proprio contratto che prevede dei minimi: tutti costoro non hanno bisogno del minimo fissato per legge.
Colombini quando farete la prevista unificazione tra la vostra federazione e quella dei metalmeccanici?
Il rinnovo di questo contratto può aiutare anche alla definizione della Federazione dell’industria Cisl, perché permette di investire sull’idea di categoria capace di valorizzare le specificità del contratto e delle relazioni industriali.
Massimo Mascini