Il 2015 sarà un anno di svolta per le imprese italiane: due su tre contano di chiudere i bilanci in utile. Un record da circa dieci anni. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla Stabilità finanziaria della Banca d’Italia.
Una recente indagine condotta proprio dall’Istituto “indica che due terzi delle imprese, la quota più elevata da circa dieci anni, prevedono di chiudere i bilanci del 2015 in utile. La maggior parte degli intervistati – si legge nel Rapporto – prefigura inoltre un aumento degli investimenti e un miglioramento delle condizioni di accesso al credito nei prossimi mesi”.
Inoltre, il “graduale miglioramento” dell`economia “si riflette sui bilanci delle banche italiane. Per l’Istituto di via Nazionale “il deterioramento della qualità del credito, rallentato nei mesi estivi, dovrebbe continuare ad attenuarsi nel 2016”. Sebbene “ancora debole, la redditività appare in crescita, mentre prosegue il rafforzamento del patrimonio, anche grazie agli aumenti di capitale realizzati nella prima metà dell`anno”.
Il rapporto tra il capitale di migliore qualità e le attività ponderate per i rischi dei primi cinque gruppi è salito, a giugno all`11,8 per cento, un livello prossimo a quello delle altre grandi banche europee. “Per i maggiori gruppi bancari l`esposizione al rischio di tasso – si legge nel Rapporto – rimane limitata e si è ulteriormente ridotta nella prima metà dell`anno. I rischi di mercato, aumentati durante i mesi estivi, sono tornati su livelli contenuti. Le condizioni di raccolta restano favorevoli”.
Si attenua il peggioramento della qualità del credito: il tasso di deterioramento si è riportato, nel secondo trimestre, sui livelli della fine del 2010 (3,8 per cento, a fronte di un massimo del 6 per cento alla fine del 2013). Al “rallentamento” del flusso di partite deteriorate “non corrisponde ancora una riduzione del loro elevato livello, ereditato dalla lunga recessione”. Ciò, secondo la Banca d’Italia, “rispecchia anche le difficoltà nell`avviare un robusto mercato secondario di queste attività; le transazioni finora osservate sono limitate ai grandi gruppi”.
Sul fronte del settore immobiliare, secondo il rapporto si arresta, per la prima volta dal 2011, il calo dei prezzi delle abitazioni. La ripresa del mercato immobiliare si sta lentamente consolidando ma resta ancora elevato lo stock di case invendute, “importante fattore di rischio per la dinamica dei prezzi”.
Lo stock di abitazioni invendute “è ancora elevato, ma le condizioni del settore immobiliare sono in graduale consolidamento. Si è arrestato il calo dei prezzi degli immobili. Gli indicatori prospettici prefigurano la prosecuzione del miglioramento nei prossimi mesi”, si legge nel Rapporto.
In Italia sono in ripresa le compravendite di abitazioni (4,1 per cento al netto dei fattori stagionali nel secondo trimestre). L`aumento interessa tutte le principali aree del Paese, ed è più ampio nelle otto maggiori città. I prezzi delle case, che “usualmente seguono con ritardo l’inversione ciclica delle transazioni, si sono stabilizzati (-0,1 per cento nel secondo trimestre), interrompendo la flessione in atto dalla metà del 2011. Anche le quotazioni degli immobili non residenziali hanno smesso di scendere; in questo comparto tuttavia è più lento il recupero del numero di compravendite”.
Secondo le stime dell’Istituto di via Nazionale “i prezzi delle case segnerebbero un lieve recupero nel corso del secondo semestre dell’anno; il rialzo proseguirebbe nel corso del 2016”.