I sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams hanno impugnato unitariamente il provvedimento che esclude i docenti precari e gli educatori impegnati nei convitti e negli educandati dalla possibilità di poter fruire della “Carta del docente”, con la quale si assegna ad ogni insegnante un importo nominale di 500 euro per ciascun anno scolastico, con la finalità di sostenere le attività di formazione e aggiornamento culturale e professionale.
Sono stati presentati due ricorsi che rientrano nella più ampia azione di contrasto agli aspetti più negativi della legge 107/2015, uno che riguarda la diversità di trattamento riservato al personale con contratto a tempo determinato in servizio, agli educatori impegnati nell’educazione dei giovani convittori e semiconvittori; l’altro rispetto alla violazione del principio di non discriminazione sancito dalla direttiva dell’Unione Europea che afferma che “i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato”
“Per questi motivi Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams – si legge in una nota unitaria – hanno presentato ricorso chiedendo al Tar Lazio di sospendere e annullare i provvedimenti impugnati per quanto concerne l`esclusione dal beneficio del personale a tempo determinato e gli educatori, nonché di rimettere la questione alla Corte Costituzionale, per quegli aspetti che possono configurare una discriminazione di fatto anche tra scuole e convitti, a danno di quelle che hanno un maggiore utilizzo di docenti precari, violando i principi di ‘imparzialità’ cui non si può venir meno nel determinare le condizioni che sostengono il buon andamento del servizio scolastico pubblico.”