Arriva l’Almanacco dell’Economia, una nuova pubblicazione della Cgil che, con cadenza mensile, si propone di dare una lettura ‘’oggettiva’’ del reale andamento dell’economia, alla luce dei principali dati statistici. L’iniziativa, curata dal dipartimento politiche economiche di Corso Italia, attinge a dati di diverse fonti (dall’Istat alla Banca d’Italia). Nella prima edizione, una tabella con i principali indicatori macroeconomici divisa in cinque sezioni: nella prima vengono analizzati i conti nazionali che compongono la crescita dal lato della domanda aggregata; nella seconda la produzione e l’industria; nella terza l’inflazione; nella quarta il mercato del lavoro; nell’ultima i salari.
Nell’analisi, si legge: “L’Italia sembra anticipare una tendenza generale alla stagnazione, il che confermerebbe una strategia del governo che non funziona e l’assenza di una vera ripresa”. Lo studio evidenzia, in particolare, quello che definisce un flop del Jobs Act. Secondo la Cgil, gli ultimi dati dell’istituto di statistica su occupati e disoccupati di ottobre permettono infatti di tracciare un “primo bilancio”, in termini costi-benefici, dei provvedimenti di deregolazione del lavoro e degli incentivi previsti dalla precedente legge di stabilità (sgravi contributivi per i neoassunti e deduzione del costo del lavoro indeterminato dall`Irap), il cui costo per lo Stato ammonta a 5,9 miliardi di euro solo nel 2015.
“Da ormai due mesi – aggiunge l’Almanacco- gli occupati sono tornati a diminuire (-84mila persone) e, solo a ottobre, i disoccupati (-13mila) calano tre volte meno di quanto calino gli occupati (-39mila), gonfiando ancora la platea degli inattivi. Difatti, da gennaio a ottobre, al calo del tasso di disoccupazione ha corrisposto uno speculare incremento del tasso di inattività. Va ricordato che, rispetto al periodo pre-crisi, la forza lavoro si è allargata per via di nuove persone in cerca di occupazione e il tasso di inattività è diminuito, anche se le ore lavorate dei lavoratori dipendenti sono aumentate”.
Dall`inizio dell`anno a fine ottobre le fila dei nuovi occupati dipendenti sono aumentate di circa 180mila persone, di cui circa 178mila con contratti a termine e solo poco meno di 2.400 a tempo indeterminato. Nello stesso periodo, ricorda la Cgil, i lavoratori indipendenti (autonomi, partite Iva individuali, atipici) sono diminuiti di circa 97mila persone.