Le dichiarazioni di Colavita in merito al nuovo modello contrattuale elaborato da Cgil, Cisl e Uil, da l’idea, secondo il segretario generale della Flai Cgil Nazionale, Stefania Crogi, del “reale motivo per cui il tavolo per il rinnovo del Ccnl alimentare si è fermato”.
La sindacalista si riferisce all’intervista rilasciata oggi dal Leonardo Colavita, vicepresidente di Federalimentare, il quale, in merito alla decisione dei sindacati di interrompere il tavolo di trattative per il rinnovo del contratto agroalimentare, ha dichiarato: “E’ assolutamente ingiustificato l’abbandono del tavolo da parte sindacale e penso che molti lavoratori saranno dello stesso avviso. Non abbiamo mai detto che vogliamo ridurre i salari, ma il concetto è quello di entrare in una logica di reciproche concessioni, com’è normale in qualsiasi trattativa, con l’obiettivo di trovare un punto di equilibrio anche mediante soluzioni di contenimento di costi per le imprese, realmente misurabili e di vera flessibilità produttiva, termini a cui i sindacati al di là di formali dichiarazioni rimangono sordi”.
“Chiedere un intervento governativo su argomenti che da sempre sono di natura pattizia tra i corpi intermedi di rappresentanza – spiega Crogi – significa sposare la posizione espressa da Renzi di voler superare un ruolo che da sempre è esercitato dalle organizzazioni sindacali”.
“Nella nuova proposta di nuovo modello contrattuale – prosegue Crogi – si ritrovano ampiamente i temi della piattaforma che Fai, Flai e Uila stanno discutendo e che vorrebbero concludere positivamente. Chiediamo a Federalimentare: un’equa soluzione salariale sui minimi tabellari dei lavoratori, una reale esigibilità e ampliamento della contrattazione di secondo livello, diritti a cominciare dalla sicurezza che debbono valere per tutti i lavoratori di un sito produttivo, tutele in termini di diritti ed occupazione negli appalti”.
“Il Vicepresidente di Federalimentare – conclude Crogi – farebbe bene a riflettere sulle modalità con le quali riprendere un negoziato che le parti datoriali hanno compromesso, invece di delegare ad altri – ai quali non compete – ed esercitare un ruolo che per natura gli è proprio”.