Un Paese, tre Pil: uno ufficiale di circa 1.500 miliardi di euro; uno sommerso equivalente a circa un terzo di quello ufficiale, almeno 540 mld; e uno criminale ben superiore a 200 mld. In Italia il fenomeno del sommerso è estremamente diffuso, tanto da essere spesso definito “di massa”. E’ quanto rileva il rapporto dell’Eurispes.
Ai circa 540 mld di sommerso indicati corrisponderebbe, considerando una tassazione di circa il 50%, la somma di 270 mld di evasione. D`altra parte, una buona fetta è considerato “sommerso da sopravvivenza” nel quale parti importanti della società hanno teso a rifugiarsi a causa della crisi economica.
Nell`indagine dell`Eurispes di quest`anno è stato chiesto di indicare, secondo la propria esperienza personale, quali sono le categorie che più spesso lavorano senza contratto oppure senza emettere fatturazione. Le tre categorie maggiormente indicate sono nell`80% dei casi i baby sitter, nel 78,7% gli insegnanti di ripetizioni, nel 72,5% i collaboratori domestici. A seguire badanti (67,3%), giardinieri (62,7%), muratori (60,2%), idraulici (59,8%), elettricisti (57%), falegnami (56,4%) e medici specialisti (50%).
Nell`ultimo anno invece è capitato al 28,1% del campione di lavorare senza contratto (contro il 18,6% del 2015). Una condizione incontrata da oltre il 50% di chi è in cerca di primo lavoro e di nuova occupazione, dal 29,6% degli studenti, dal 22,4% delle casalinghe e dal 13,8% dei pensionati, ma soprattutto dall`83,3% dei cassintegrati. La quota di chi invece ha svolto un doppio lavoro, nel corso dell`ultimo anno, è del 21% (19,3% ad inizio 2015). In questo caso non sempre si può parlare di lavoro in nero, ma più spesso di “doppio-lavoristi”.
E.G.