Questa mattina si è svolto il Tavolo di parteniarato economico e sociale a cui ha partecipato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti. Al centro della discussione il Piano di contrasto alla povertà che il Governo ha messo in campo con la legge di stabilità e con la recente presentazione del disegno di legge delega.
“Il nostro è un progetto molto ambizioso, dall’orizzonte di medio periodo – ha dichiarato il ministro Poletti – che vuole cambiare innanzitutto la cultura dell’intervento sociale in Italia. Le persone e le famiglie più fragili – ha aggiunto – non devono sentirsi sole, ma sapere che possono contare su un sostegno articolato che viene innanzitutto da chi ha una responsabilità pubblica di governo dei territori e, più in generale, dalla comunità tutta, all’interno della quale i servizi operano e sulle cui risorse devono far leva”.
Nel 2016 saranno 760 milioni le risorse destinate al varo di una misura nazionale che proseguirà, con criteri e procedure rinnovati, l’esperienza del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA). Sarà previsto un sostegno economico, fino a 400 euro al mese per famiglie con almeno 5 componenti, che riguarderà circa il 60% dei bambini e dei ragazzi che vivono in famiglie in condizione di povertà.
“E’ un intervento di grande rilievo – ha detto Poletti – che si accompagna alla razionalizzazione degli altri interventi oggi in campo, spesso frutto di una stratificazione prodottasi negli anni senza particolare razionalità, e ad una revisione della governance delle politiche sociali, percorso in cui ci impegneremo insieme alle regioni, agli enti locali e alle forze sociali”.
Il Tavolo ha accolto con favore il disegno del Governo, non nascondendo comunque la complessità del processo e l’importanza che una sfida così ambiziosa sia accompagnata da un incremento futuro di risorse, al fine di porsi l’obiettivo di realizzare, a regime, una misura di carattere universale e non solo rivolta al contrasto della povertà minorile. Allo stesso tempo fondamentale è l’accompagnamento che deve essere assicurato ai servizi territoriali, alle politiche di presa in carico e di attivazione delle persone in difficoltà, soprattutto nelle zone meno sviluppate del paese, in un processo di rafforzamento da attuare con la più ampia partecipazione delle forze sociali del territorio.