Quale riforma si aspettano ora gli italiani? Il Presidente del Consiglio Renzi, nella sua inarrestabile marcia comunicativa ha chiesto direttamente ai sui fans di Facebook di “suggerirgli” le prossime priorità del suo Governo che in questi giorni ha compiuto due anni. Democrazia diretta, direbbe qualcuno. D’altra parte da Renzi ormai ci si può aspettare di tutto in fatto di comunicazione. Come ha scritto Marco Belpoliti sull’Espresso, “la sua retorica piega verso il Bar Sport del paese, con un continuo abbassamento dal sublime al prosastico”.
Renzi è il politico dell’era del “selfie”. Un individualista perfetto che gioca una partita continua anche con se stesso. Nel suo schema mentale, culturale e politico non esiste l’interlocuzione con la società civile, i corpi intermedi, il sindacato, la Confindustria, le altre organizzazioni datoriali. Esiste il singolo, il “follower”, la persona (anche con un profilo anonimo) a cui poter replicare direttamente, saltando ogni forma di intermediazione.
E’ il risultato di una miscela ben assortita di populismo e qualunquismo, sapientemente conditi con slogan accattivanti, in una logica “cross mediale”. In apparenza sono i “fans” di Renzi che empaticamente indicano la “mission” al Capo. Salvo poi scoprire che con il Governo Renzi, le spese di Palazzo Chigi sono tornate a salire, fino a 3,7 miliardi di euro, con una vera e propria proliferazione di bravi consulenti, tecnici e camarille che hanno il compito di studiare e proporre le future riforme economiche e sociali al Governo senza alcuna interlocuzione, se non con Renzi stesso. Alla faccia di Facebook.