E’ indubbio che il Fondo di Solidarietà del settore del credito, strutturato nelle sue tre parti: ordinaria, straordinaria, emergenziale, sia stato ed è il vero e basilare punto di partenza per favorire la risoluzione di problematiche occupazionali nel settore. Riteniamo che il suo utilizzo in maniera complementare alle politiche di sostegno al reddito previste dalla nuova normativa sul lavoro, possa aumentare gli strumenti per rilanciare l’occupazione nel mondo bancario. Ma questo strumento oggi riscontra grandi difficoltà per i costi e per la determinazione degli accantonamenti (criteri IAS), soprattutto in quelle banche ove non è più possibile “ristorare” il costo degli esuberi con le giornate di solidarietà in quanto quasi tutte le banche hanno utilizzato il “credito” versato nella parte A del Fondo stesso.
Il vero problema che ci dobbiamo porre, almeno in linea teorica, ma con un occhio alla realtà, è chiederci cosa fare e con quali strumenti affrontare una eventuale crisi occupazionale in molte banche.
In questo malaugurato caso occorrerà trovare nuove flessibilità e nuovi strumenti per evitare “licenziamenti di massa”.
Le buone relazioni sindacali che intercorrono nel settore potrebbero essere il collante e la risoluzione dei problemi occupazionali e gestionali della categoria.
La richiesta delle Organizzazioni Sindacali dell’apertura di un tavolo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla stregua di quello che fu instaurato dal Governo Prodi al momento della crisi delle banche pubbliche (in primis Banco di Napoli) potrebbe essere una soluzione idonea per ricercare strumenti anche innovativi. Del resto da anni ci siamo dotati non solo del Fondo di Solidarietà, che ha avuto come risultato l’uscita di circa 60.000 bancari senza costi aggiuntivi alle casse dello Stato, ma con la creazione del FOC (Fondo per l’Occupazione) in questi anni di crisi siamo riusciti a fare oltre 12.000 assunzioni stabili anche prima dell’entrata in vigore del Jobs Act. Poter incrementare e poter far dialogare questi due Fondi potrebbe essere importantissimo per l’andamento del settore e per evitare sovraccarichi su risorse statali. Eventualmente si potrebbero trasformare questi due Fondi in un ente bilaterale unico, visto che il Fondo di Sostegno al Reddito attualmente è presso l’INPS.
Ma ci chiediamo: una classe di banchieri che ha dimostrato cecità ed incapacità operativa sarà in grado di affrontare queste sfide?
L’ABI (l’Associazione di categoria) saprà in grado di trovare soluzioni comuni per tutte le banche del settore?
Il sindacato, saprà, unitariamente evitando lacerazioni, trovare proposte innovative?
Aspettiamo fiduciosi che il Presidente del Consiglio Renzi e il Ministro dell’Economia Padoan battano un colpo.