La riforma dell’Irap comporterà nel 2016 una riduzione delle imposte per circa il 40% delle imprese, mentre l’agevolazione sui nuovi investimenti interesserà circa il 25% dei contribuenti Ires. E’ quanto stima l’Istat analizzando gli effetti dei principali provvedimenti in materia di tassazione dei redditi delle società di capitali in vigore nel biennio 2015-2016 (la completa eliminazione dall’Irap del costo del lavoro per contratti a tempo indeterminato, i maxi-ammortamenti per i nuovi beni strumentali e il potenziamento della detassazione dal reddito di impresa del rendimento figurativo del capitale proprio, il cosiddetto Ace, aiuto alla crescita economica).
Per entrambe le misure, la percentuale dei beneficiari cresce con la dimensione dell’impresa ed è più elevata nell’industria, in particolare nei settori a maggiore intensità tecnologica.
Sempre nel 2016, secondo l’Istat il taglio dell’Irap gravante sul lavoro ammonterà al 35% dell’imposta regionale sulle attività produttive. Per effetto della minore deduzione dell’Irap sul lavoro dall’imposta sul reddito delle società, il debito d’imposta a fini Ires salirà del 3,9%. Questo aumento, sottolinea l’Istat, sarà solo parzialmente compensato dai risparmi d’imposta derivanti dai maxi-ammortamenti e dal potenziamento dell’Ace.
L’effetto complessivo dei provvedimenti stimato per il 2016 è una diminuzione complessiva dell’11% delle imposte societarie, Ires e Irap, per un importo pari a 3,5 miliardi di euro.
Inoltre, nel 2016 l’aliquota effettiva mediana del prelievo ai fini Ires sui redditi delle imprese passerà dal 25,5% al 26,6%. Un livello comunque inferiore all’aliquota legale del 27,5%. Considerando anche la quota Irap gravante sui profitti l’aliquota effettiva mediana sui redditi di impresa raggiungerà il 31%.
Infine, per effetto del potenziamento dell’Ace è eliminato lo storico divario nel trattamento fiscale del finanziamento di un investimento con capitale proprio e con debito. Il meccanismo incrementale dell’Ace garantisce un abbattimento crescente nel tempo del carico fiscale. Nel 2016, l’effetto attribuibile alla misura dell’Ace si traduce per le imprese beneficiarie in una riduzione dell’aliquota effettiva di oltre tre punti percentuali, raggiungendo il 26%, valore inferiore a quello stimato per i non beneficiari (27,4%).