Stagione di bilanci per la Fillea, la categoria della Cgil che, con oltre trecentomila iscritti, rappresenta i lavoratori dell’edilizia, dei materiali per la costruzione e i lavoratori del legno e arredo. In nome della trasparenza, la Fillea ha deciso di pubblicare il bilancio sul proprio sito internet: nel 2015, le entrate per contributi sindacali sono state pari a 2,9 milioni di euro, a fronte di costi per personale e attività politica per circa lo stesso importo. Nello specifico, il costo del personale è di circa 1 milione e mezzo, 350 mila i contributi dati alle strutture, oltre 300 mila le spese per formazione, attività sindacali, studi e ricerche, quote di adesione internazionale.
Un risultato ottenuto grazie anche alla forte riduzione delle spese interne, a partire dalle spese per viaggi e trasferte: una ‘’spending rewiev’’ condotta da Alessandro Genovesi, segretario con delega all’organizzazione di una categoria che da anni fa i conti con la durissima crisi che ha colpito i settori delle costruzioni. Dal 2008 a oggi, si sono persi 500 mila addetti diretti, con un aumento esponenziale dei lavoratori in cassa integrazione e in contratto di solidarietà. E per il 2016 le cose non promettono di cambiare: con la sola esclusione dei settori dei lapidei e di parte dell’industria del legno e dell’arredo, la crisi sembra intenzionata a proseguire.
“Di conseguenza -spiega Genovesi al Diario del lavoro- dovrà essere sempre più forte l’impegno degli iscritti, dei delegati e dei funzionari sindacali per non far mancare mai tutela, assistenza e sostegno alle centinaia di migliaia di lavoratori del comparto, anche nonostante le sempre minori risorse e la sempre maggiore difficoltà di raggiungere lavoratori dispersi in piccoli e piccolissimi cantieri. Inoltre, va ricordato che il sindacato degli edili combatte ogni giorno una vera e propria battaglia contro lavoro nero, precariato (a partire dall’esplosione del voucher nei cantieri), infiltrazioni criminali, aziende in crisi che spesso non pagano con puntualità gli stipendi o, peggio, risparmiano sulla sicurezza e sulla prevenzione”.
C’e’ poi tutto il fronte delle vertenze aperte: “sia quelle condotte dalla sola Cgil, a partire dalla raccolta firme sulla proposta di legge per una nuova Carta dei Diritti dei lavoratori, sia a sostegno della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per modificare la legge Fornero. Una legge ingiusta in sé –sottolinea Genovesi- ma particolarmente feroce verso tutti quei lavori che è impossibile far lavorare fino a 67/70, a partire dal lavoro di un edile sull’impalcatura o di un cavatore in parete”.
Il bilancio politico del 2015 consegna comunque alla Fillea anche alcune note positive: aver chiuso due importanti contratti come quello del cemento e più recentemente dei laterizi, o il rafforzamento di istituti fondamentali come i fondi previdenziali e assistenziali integrativi. E poi, ovviamente, i segnali positivi sul tesseramento: “lo sforzo di informatizzare sempre di più il lavoro del delegato e del funzionario, la formazione continua, l’attenzione agli strumenti bilaterali, che però mai potranno sostituire il presidio del territorio, il costante rapporto nei comuni e nelle piazze con la nostra gente, così come nelle aziende più strutturate per fare il nostro mestieri di contrattualisti – ci tiene a sottolineare Genovesi – continuano ad assicurare alla Fillea Cgil il primato di primo sindacato negli impianti fissi dal cemento al settore legno, dai laterizi ai lapidei. Inoltre, dopo 3 anni, torniamo ad essere il primo sindacato per iscritti anche nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, recuperando oltre 2 mila iscritti rispetto alla Filca Cisl”.
“Dobbiamo però fare di più –osserva ancora Genovesi- a partire da una più generale azione di contrasto all’evasione contributiva e salariale che caratterizza il nostro sistema, e che danneggia sia i lavoratori, che perdono anzianità professionale e prestazioni a cui avrebbero diritto, sia le tante imprese che rispettano leggi e contratti. Oltre a incalzare il Governo per quella politica industriale che, nonostante i primi sforzi del ministro Delrio, è la vera assente”.
Sicuramente il dato del tesseramento è comunque l’elemento più significativo, sopratutto alla vigilia dell’apertura del tavolo negoziale con l’ANCE (l’Associazione di Confindustria) per il contratto più importante. Un dato che però la Fillea Cgil legge con vera soddisfazione, sottolineando la forte tenuta unitaria tra le tre sigle confederali, e’ quello che emerge dai dati complessivi della rappresentanza nelle diverse Casse Edili: oltre il 62% degli operai edili nel 2015 era infatti iscritto a Cgil, Cisl e Uil. “La dimostrazione più concreta –conclude Genovesi- che, pur con mille difficoltà e contraddizioni, il sindacato è ancora in campo”.