Tanto tuonò che piovve. Nel senso che i reiterati annunci dei sindacati, circa la possibile indizione di ulteriori scioperi volti a sbloccare la trattativa per il nuovo contratto dei metalmeccanici, si sono condensati oggi nella proclamazione di un robusto pacchetto di iniziative di lotta. Quattro ore di sciopero a gestione locale per realizzare assemblee e iniziative volte a informare e mobilitare i lavoratori, più otto ore di sciopero con manifestazioni da tenere su base regionale entro metà giugno. Inoltre, blocco degli straordinari e delle flessibilità nelle giornate di sabato 28 maggio e di sabato 11 giugno.
E’ evidente che siamo giunti a un punto di svolta nella vicenda contrattuale della maggiore categoria dell’industria. Fin dal primo incontro, svoltosi il 5 novembre dell’anno scorso, era stato chiaro a tutti i protagonisti – Federmeccanica e Assistal dal lato imprenditoriale, Fim, Fiom e Uilm dal lato sindacale – che non si sarebbe trattato di un rinnovo facile. Ciò per diverse cause, tra cui non ultima l’assenza di un quadro condiviso di relazioni sindacali in cui inserire il negoziato. Forse anche per questo motivo, in tutta la prima parte del negoziato, svoltasi fra novembre 2015 e gennaio 2016, le parti si sono mosse con grande prudenza. Prudenza accresciutasi a fine gennaio, quando le difficoltà di merito, palesatesi dopo la presentazione da parte datoriale, il 22 dicembre, di una sorta di contropiattaforma tanto ambiziosa quanto lontana dalle posizioni sindacali, consigliarono alle parti di sospendere per il momento gli incontri a delegazioni piene, sostituendoli con una serie di incontri a delegazioni ristrette volti ad approfondire i singoli temi della trattativa.
In marzo, quando anche questa seconda fase del confronto si esaurisce, i sindacati proclamano per il 20 aprile uno sciopero nazionale di quattro ore. La notizia c’è, perché si tratta della prima iniziativa di lotta assunta unitariamente nella categoria dopo otto anni dall’ultimo caso precedente. Tuttavia, ci troviamo di fronte a un’iniziativa ancora relativamente prudente, visto che si tratta di astensioni dal lavoro di sole quattro ore per turno.
Dopo il 20 aprile, le parti sono tornate a incontrarsi, ancora a delegazioni ristrette, il 6 maggio, fissando un nuovo calendario di incontri di approfondimento tematico per le giornate del 10, 11, 16 e 17 maggio. Incontri che, secondo il comunicato unitario diffuso oggi da Fim, Fiom e Uilm “non hanno prodotto avanzamenti sostanziali” per ciò che riguarda le posizioni sostenute da Federmeccanica e Assistal. Che il clima della trattativa volgesse al brutto, lo si era capito il 12 maggio quando i sindacati, dopo l’effettuazione dei primi due di questi nuovi appuntamenti, avevano diramato un comunicato in cui esprimevano “un giudizio fortemente critico sul sostanziale immobilismo” di Federmeccanica, nonché “sulle posizioni ribadite” dalla stessa nell’incontro del 6 maggio. Un giudizio “confermato alla luce dell’andamento dei primi incontri di approfondimento sui testi” realizzati fra il 10 e l’11 di questo mese. Di qui, la prospettata necessità di “mettere in campo” al più presto “adeguate ed efficaci iniziative di mobilitazione”.
Ebbene, ora sappiamo quali sono queste iniziative. Non si può dire che i sindacati ci siano andati con la mano leggera. E questo la dice lunga sulla gravità delle difficoltà fin qui incontrate nei loro rapporti con Federmeccanica e Assistal. Infatti, due cose sono note. Primo, che gli attuali gruppi dirigenti dei tre sindacati non si segnalano, certo, per il loro estremismo. Secondo, che alle spalle di questa trattativa ci sono più di 6 anni di divisioni sindacali, inauguratesi nuovamente nel 2009 dopo il contratto unitario di inizio 2008, e condensatesi, ancora nell’estate scorsa, nella messa a punto di due diverse piattaforme: una condivisa da Fim e Uilm, e un’altra della sola Fiom. Tutto questo per dire che dietro l’assunzione unitaria di un pacchetto di iniziative di lotta non leggero ci deve essere un stato di preoccupazione piuttosto forte sulle prospettive del negoziato.
Nei toni, per adesso nessuno drammatizza. E anche il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, ha ribadito ai cronisti presenti che le associazioni delle imprese sono favorevoli al “confronto” e al “dialogo”. Nella sostanza, però, è come se il passare del tempo, invece di aver avvicinato le parti, le avesse allontanate. Da un lato, Fim, Fiom e Uilm si ripropongono di “far cambiare idea alle controparti” allo scopo di consentire “finalmente” lo svolgimento di “una vera trattativa”. Dall’altra, Franchi ribadisce che le imprese “hanno detto chiaramente cosa si deve fare per giungere a un rinnovamento del contratto”.
E il nodo, dal 22 dicembre, è sempre lo stesso. Da un lato Federmeccanica che, ancora con le parole di Franchi, ritiene di aver presentato una proposta innovativa che risponde “in modo nuovo” ai “bisogni delle persone”. Ovvero una proposta che punta le sue carte sulla costruzione di un welfare contrattuale in cui alla previdenza integrativa si aggiunga anche la sanità integrativa. Una proposta, ancora, che riconosce il diritto soggettivo dei lavoratori a una formazione professionale permanente (nonché piuttosto onerosa per le imprese).
Dall’altro Fim, Fiom e Uilm che intendono “riaffermare un contratto nazionale che garantisca il potere d’acquisto del salario per tutti i metalmeccanici”, mentre, a loro modo di vedere, la proposta di Federmeccanica in materia salariale sarebbe congegnata in modo tale da garantire aumenti salariali solo “a una quota di lavoratori inferiore al 5% della categoria”.
Adesso, già a partire da sabato 28 maggio e poi per un altro paio di settimane, il confronto si allontana da Roma, ovvero dalla sede confindustriale di viale dell’Astronomia, dove si svolgono gli incontri fra le delegazioni nazionali delle parti, e si avvicina a uffici e capannoni, là dove i sindacati chiederanno ai metalmeccanici di mobilitarsi allo scopo di spingere le imprese per cui lavorano a cambiare linea. In gioco, a questo punto, non ci sono solo i contenuti del contratto, ma c’è la stessa centralità del contratto dei metalmeccanici nel sistema delle relazioni industriali esistente nel nostro paese.
@Fernando_Liuzzi