Contro il contratto nazionale “è in atto un assurdo attacco”. È quanto ha affermato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, intervenendo all’attivo unitario dei delegati sindacali convocato sulla contrattazione. “Il contratto nazionale – ha proseguito – ha una funzione fondamentale. Nessuno deve spiegarci l’importanza della contrattazione di livello, che vogliamo rafforzare. Ma oggi soltanto il 20% delle imprese la fa. Questo lo vogliamo ricordare ai datori di lavoro e alle loro associazioni, che dunque devono predicare di meno e applicare di più la contrattazione di secondo livello. Ma il contratto nazionale deve restare la fonte primaria dei rapporti di lavoro perché vogliamo che i diritti e i minimi contrattuali siano definiti con la contrattazione”.
Secondo Furlan la contrattazione “è il presupposto per la crescita e l’occupazione e significa anche maggiore democrazia”. Il numero uno della Cisl ha inoltre ricordato che in attesa di rinnovo contrattuale ci sono 12 milioni di lavoratori pubblici e privati. “Vediamo scarsa attenzione dalle parti datoriali e anche dalla politica sulla centralità del contratto nazionale – ha inoltre dichiarato – è poi una cosa assurda la contrapposizione tra il primo e il secondo livello. Noi abbiamo bisogno del contratto nazionale come riferimento per i diritti e le retribuzioni di tutti i lavoratori. I rinnovi sono importanti per la ripresa dei consumi”.
Ribadendo che il contratto nazionale “è il presupposto per la crescita e l’occupazione”, e che “deve restare pertanto una fonte primaria dei rapporti di lavoro”, Furlan ha aggiunto che “senza contrattazione non si va da nessuna parte”.
Il leader della Cisl si è inoltre detta “stufa” su questa continua contrapposizione tra primo e secondo livello di contrattazione. “Per fare la contrattazione – ha detto – bisogna mettersi in testa di farla davvero. Intanto bisogna chiudere al più presto i contratti di categoria. Questa è una esigenza primaria. Bisogna andare avanti verso una conclusione positiva dei tavoli aperti e inoltre andare a una stretta del tavolo interconfederale sulle nuove relazioni industriali”.
Riferendosi alla vertenza nel pubblico impiego, Furlan ha sottolineato che “sette anni senza contratto hanno impedito la riorganizzazione, l’ammodernamento e le prospettive per il futuro della Pubblica amministrazione. Bisogna sbloccare questa situazione”. Furlan ha infine affermato che per ora basta lanciare un appello a Governo e associazioni delle imprese affinché vengano rinnovati i contratti, anche perché “in questi mesi abbiamo visto tante azioni di sciopero e mobilitazione. La nostra è una richiesta perché riteniamo sia un dovere del Governo, il peggiore datore di lavoro da sette anni a questa parte, rinnovare i contratti pubblici. Ed è una responsabilità delle associazioni datoriali fare altrettanto nel privato”.