Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, spiega a Il Diario del Lavoro la possibile alternativa contrattuale messa in campo insieme a Confimpresa. In particolare, l’accordo prevede incontri annuali, per i tre anni di validità del contratto, che stabiliscono aumenti salariali per tutti i lavoratori sulla base dell’inflazione corrente.
Di Maulo, quali prospettive prevede per il contratto dei metalmeccanici?
La trattativa mi sembra sia entrata in una fase di stallo complessa, con due fazioni opposte animate da sentimenti di carattere totalmente ideologico. Da un lato Federmeccanica che, scottata dalle precedenti elargizioni fatte nell’ultimo contratto, troppo ottimistiche, è di una rigidità totale, e dall’altra i maggiori sindacati dei metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm, che vogliono far prevalere la propria tesi che è di carattere altrettanto ideologico. Noi abbiamo cercato di smarcarci da questa posizione, dicendo che un contratto è possibile trattando.
Quali soluzioni può rintracciare per sbrogliare questa situazione?
Noi siamo al tavolo fin dal 22 dicembre e, quando ci è stata presentata per la prima volta la proposta di Federmeccanica, l’abbiamo giudicata positiva. Ma questo non significa che vogliamo firmare la loro proposta così com’è, che obiettivamente premierebbe una platea di lavoratori troppo ristretta. Abbiamo invece pensato a una soluzione alternativa, che abbiamo recentemente praticato in un contratto, sempre di metalmeccanici, con Confimpresa.
Che soluzioni avete trovato?
Siamo in deflazione e l’inflazione è così bassa che ci permetterebbe una soluzione di carattere intelligente per ambedue le parti. In pratica, potremmo far prevalere l’architettura contrattuale che propone Federmeccanica, non dando nessun aumento nel 2016 perché ampiamente coperto dagli aumenti concessi nel 2012, e prevedere dal 2017 degli incontri annuali, per tutti i tre anni successivi. Le parti si incontrerebbero e valuterebbero, sulla base dell’indice Ipca, quale aumento dare a tutti i lavoratori.
Come è possibile?
L’inflazione prevista per il 2017 è così bassa, si prevede uno 0,2, 0,6 ,0,7, i più ottimistici tra gli economisti dicono 0,8%, che permetterebbe il superamento del blocco ideologico, dando aumenti retributivi a tutti i lavoratori senza creare un danno catastrofico per le imprese, permettendo a tutti di uscire dalle sacche ideologiche. Noi lo abbiamo fatto con Confimpresa, ogni anno ci incontreremo, determinando l’aumento da dare ai lavoratori per l’anno successivo.
Confimpresa è rappresentativa?
E’ una realtà imprenditoriale abbastanza giovane, sono tutte piccole e medie imprese, in larghissima parte fuoriuscite dalla deflagrazione che ha avuto la Confapi, che si è rotta in vari spezzoni.
Quante aziende e lavoratori riguarda questo contratto?
Confimpresa conta circa 5.000 aziende soltanto in Lombardia, la loro stima è che il contratto venga applicato per almeno 100mila lavoratori. Ovviamente, dato che il contratto è stato fatto recentissimamente, nella metà del mese di giugno, non sono in grado di dare delle stime al consuntivo, perché siamo in una fase di prima applicazione.
Oltre al salario ci sono innovazioni relativamente alla parte normativa?
Sì, abbiamo lavorato alla cosa che interessa di più agli imprenditori, ma che interessa anche ai lavoratori, ovverosia: noi abbiamo la certezza che oggi, il mantenimento del posto di lavoro non passi più, come in passato, per il ricorso ai tribunali, articolo 18, ecc.., ma passa attraverso due strade: da un lato la formazione professionale e la certificazione delle competenze sempre accresciuta per i lavoratori, ma questo l’ha fatto anche Federmeccanica e anche Fim Fiom e Uilm lo giudicano positivo; dall’altro lato, invece, abbiamo cercato di venire incontro all’esigenza delle imprese di contrastare il mercato globalizzato con una maggiore flessibilità nella prestazione, soprattutto negli orari di lavoro, ma non solo. Per esempio, dando la possibilità che la contrattazione di secondo livello eserciti una potestà più ampia su tutte le materie che riguardano l’organizzazione del lavoro e la turnistica.
È una soluzione esportabile per la categoria nel suo insieme?
o spero che prevalga la ragione, un giorno. Si continuano a fare degli scioperi che secondo me sono inutili e quindi dannosi, anche per chi li fa perché si perde tanta retribuzione. Credo che siano giunti a più di 30 ore di sciopero, se non vado errato, che è una enormità per la posta in palio, che in realtà è abbastanza piccola, al di là dell’ideologia. E’ certo che se ricominciamo con l’ideologia siamo rovinati, mentre, se prevale la ragione, la strada che abbiamo tracciato noi, che abbiamo anche cercato di descrivere al tavolo di Federmeccanica, ci porterebbe rapidamente al contratto.
Elettra Raffaela Melucci