E’ in programma l’11 e il 12 Ottobre a Torino l’assemblea Filcams “The New Order: Nuove Frontiere per l’inclusione” per un confronto sul futuro della contrattazione del comparto del turismo, commercio e servizi che coinvolge più di 3 milioni di lavoratrici e lavoratori. Per l’occasione il Diario del lavoro ha intervistato il segretario generale della Filcams, Maria Grazia Gabrielli.
Quale è stato il motivo di questo incontro nazionale?
Siamo alla fine dei lavori della prima giornata di assemblee e l’obiettivo è quello di portare avanti una discussione, tra delegati e rappresentanti del comparto turismo commercio e servizi, sul ruolo in primis della contrattazione nazionale, ma anche di quella territoriale e aziendale. Si è discusso in questa giornata delle grandi trasformazioni che il settore ha subito e dei probelmi che queste trasformazioni hanno causato. In particolare, abbiamo analizzato le condizioni di lavoro nel settore e le prospettive per il sindacato. Al centro della disussione, infatti, c’è proprio il ruolo del sindacato in un mercato del lavoro in cui gli esclusi vanno per la maggiore. Riscontriamo condizioni di assidua precarietà di tutele, diritti e reddito che dobbiamo assolutamente combattere.
Quali sono i problemi specifici che sono emersi da questa prima giornata di discussione?
Il primo tra tutti è la difficoltà ad avere un ruolo contrattuale sia a livello nazionale che locale. Stiamo affrontando una stagione inedita in cui si fa fatica a rinnovare i contratti nazionali in tutti i settori, difficoltà a ragionare delle condizioni di una contrattazione inclusiva. Il lavoro nel terziario è sempre più frammentato facendo ricorso sempre di più alle esternalizzazioni. Abbiamo ragionato di come provare a ricostruire l’intera filiera. Ci troviamo di fronte a situazioni in cui in uno stesso luogo di lavoro, per esempio un albergo, lavorano pochi dipendenti effettivi, mentre molte funzioni sono appaltate e affidate ad altre società. Ci ritroviamo quindi 5/6 categorie di lavoratori differenti ognuno con le proprie particolarità. Non tutti hanno le stesse tutele e gli stessi delegati si ritrovano ad affrontare delle situazioni complicate. Il ruolo che hanno non è più scontato come prima.
Come è possibile tutelare al meglio i lavoratori che nonostante lavorano in uno stesso sito dipendono da differenti aziende o ditte appaltatrici?
Da un lato c’è il ruolo che può svolgere la contrattazione nazionale, dall’altro il ruolo che può svolgere la Cgil. Noi dobbiamo lavorare in un’ottica intercategoriale. La contrattazione ha – di certo – dei limiti: invece che contrattare per la singola società dobbiamo sviluppare un tipo di contrattazione per sito lo stesso vale per la filiera della produzione. Stiamo ragionando come passare da una contrattazione verticale a una orizzontale. Ma abbiamo bisogno anche di norme valide: le leggi fino ad ora sono state ostili, a volte hanno finito per essere un elemento problematico e poco inclusivo di tutti quei lavoratori e lavoratrici che stanno nel comparto del turismo, commercio e servizi. Sicuramente è necessario portare avanti il riordino del codice degli appalti aumentando le regole sulla responsabilità sociale e il cambio d’appalto per dare, prima di tutto, garanzie sulla continuità del lavoro.
Di cosa si discuterà nella seconda parte dei lavori che si terrà nella giornata di domani?
Domani parleremo di temi specifici del lavoro e approfondiremo le singole questioni. Tratteremo di legalità, di orario, di condizioni di lavoro nel settore. Un’importante focus sarà quello del ruolo del sindacato a livello europeo. Ma parleremo anche di comunicazione: dei media classici tanto quanto dei social, di come si occupano o non si occupano di lavoro. Infine, si discuterà anche di welfare aziendale, uno dei temi più importanti da sviluppare a livello contrattuale
Alessia Pontoriero