Si riparte, o meglio, si parte. Il confronto Confindustria- sindacati sulla riforma dei contratti, rimasto carsicamente in immersione per due mesi, riprenderà quota a partire dalla metà di novembre, quando sarà convocato un incontro tra i vertici degli industriali e i leader di Cgil Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo. E’ stato lo stesso Vincenzo Boccia, lunedì, a dare l’annuncio della ripresa del confronto, precisando che in quel contesto verranno definite le nuove linee sulle relazioni industriali e si getteranno le basi per quello che al convegno di Capri il leader degli industriali ha lanciato come il ‘’patto della fabbrica’’.
Dal palco del convegno dei Giovani, il presidente di Confindustria ha tra l’altro sottolineato la necessità che le parti sociali non si ‘’delegittimino’’ reciprocamente. Al contrario, reciprocamente possono, e devono, legittimarsi, specie in vista di un periodo non certo buono per il paese, sia da un punto di vista economico che sociale e politico. E quale migliore legittimazione che la firma di un Patto per il rilancio dell’industria? La proposta di Boccia ha infatti riscosso l’interesse immediato dei sindacati, a loro volta ospiti del convegno caprese. Tuttavia, non e’ cosi liscia: “Ha ragione Boccia quando dice che non bisogna delegittimarsi l’un l’altro, ma anche per questo rinnovare i contratti è essenziale”, ha commentato infatti Susanna Camusso.
Una osservazione non casuale: la stessa leader della Cgil, poco prima, aveva espresso la propria preoccupazione per l’improvviso blocco di tutte le trattative di rinnovo aperte, ma davvero tutte: legno, energia, pellami, assicurazioni, tessili, ceramica, eccetera. Strano che tutti i negoziati si blocchino in contemporanea? Niente affatto: all’orizzonte si profila infatti la conclusione della ‘’madre di tutte le trattative’’, vale a dire il contratto dei metalmeccanici, e tutte le altre categorie, evidentemente, l’attendono per capire come muoversi a loro volta. La coincidenza delle date parla da sola. I metalmeccanici, nell’ultimo appuntamento del 20 ottobre, hanno fissato un nutrito calendario di incontri, l’ultimo dei quali e’ in agenda per l’11 novembre, data nella quale si potrebbe anche immaginare una possibile conclusione o, quanto meno, l’avvio della cosiddetta ‘’stretta finale’’. Tanto che Boccia ha appunto parlato di una data ‘’dopo meta’ novembre’’.
Quasi per magia, anche tutte le altre trattative si sono arenate, interrotte, o sono state rinviate a date che traguardano quello che si presume essere il post- meccanici. Così l’energia e petrolio, e’ stata interrotta esattamente il 20 ottobre, con sciopero gia’ fissato per il 28 dello stesso mese; stesso iter per il settore del legno. E hanno rotto le trattative i tessili, che tornano a scioperare dopo 20 anni, e le assicurazioni. Gli elettrici, dopo aver annullato un incontro fissato per il 29 settembre, hanno rinviato la trattativa a data da destinarsi; la ceramica e piastrelle, che in teoria era ripresa il 13 ottobre, e’ stata subito rinviata al 10 novembre; i settori cuoio, calzature e concia hanno fissato incontri a partire dal 15. Stessa sorte anche per il confronto per il rinnovo Unionmeccanica-Confapi, che pareva tutto in discesa e prossimo alla conclusione, ma nell’ultimo incontro del 19 ottobre ha improvvisamente frenato: anche le piccole imprese metalmeccaniche attendono il tavolo delle ‘’big’’ prima di proseguire.
Dunque, si da’ piu’ o meno per scontato ( e Boccia per primo) che il contratto dei meccanici si chiuda con un accordo entro la meta’ di novembre, giorno piu’, giorno meno. A dare il segno di quanto si sia vicini alla conclusione, inoltre, c’e’ anche la convocazione da parte della Fiom del comitato centrale per il 2 novembre, giusto alla vigilia del primo incontro ”politico”, dopo una serie incontri tecnici, fissato per il 3 novembre con Federmeccanica. Un appuntamento decisivo, quello del massimo organismo Fiom, nel quale il sindacato guidato da Maurizio Landini fara’ il punto sul contratto, verificando se ci sono gli estremi per proseguire e chiudere (due altri incontri politici con Federmeccanica sono in agenda per l’8 e l’11). Talmente decisivo, e non solo per i metalmeccanici, che e’ previsto vi prenda parte anche Susanna Camusso. Dall’esito positivo di questo contratto, come abbiamo visto, discenderanno infatti anche tutti gli altri rinnovi ma anche la riforma del sistema contrattuale. E, non ultimo, ne discendera’ anche il futuro assetto di vertice della Cgil: con un ‘’patto’’ Camusso-Landini che in vista del prossimo congresso dovrebbe sancire il trasloco dell’attuale leader Fiom in Corso Italia.
Nunzia Penelope