È in corso a Palazzo Vidoni l’incontro tra governo e sindacati sul rinnovo del contratto della pubblico impiego. Secondo quanto riferiscono fonti presenti a Palazzo Vidoni, il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, ha confermato che l’impegno del Governo è per aumenti contrattuali pari a 85 euro lordi mensili e che, pertanto, questa cifra non può rappresentare i minimi. Madia avrebbe sottolineato che il Governo si può impegnare per obiettivi chiari in base alle risorse a disposizione.
I sindacati, invece, chiedono di modificare questo punto. Per Cgil, Cisl e Uil gli aumenti retributivi devono essere non inferiori a 85 euro. Le tre confederazioni chiedono anche che l’eventuale accordo valga per tutti i comparti pubblici e, quindi, anche per la scuola.
Secondo le stesse fonti presenti alla riunione la leader della Cisl, Annamaria Furlan, avrebbe esplicitamente chiesto al ministro Madia di togliere l’aggettivo medio dalla bozza di intesa e di far valere l’accordo per tutti i comparti pubblici. Inoltre, di finanziare la contrattazione di secondo livello per organizzare meglio la pubblica amministrazione. “Spero in un buon accordo – ha sottolineato la Furlan – anche sugli 85 euro. Entriamo per fare un buon accordo che finalmente dopo sette anni sblocchi il contratto e valorizzi innovazione e produttività. Il vero cambiamento che la pubblica amministrazione deve fare – ha concluso – è la qualità del lavoro e dei servizi. Si tratta di un accordo importante per tutti i dipendenti pubblici e anche per l’Italia.”
Presente al tavolo, il leader della Cgil, Susanna Camusso, affermando che “il governo deve dare delle risposte sugli 85 euro”, su come gli aumenti contrattuali del pubblico impiego si intrecciano al bonus degli 80 euro e sul nodo delle norme della ‘buona scuola’ “che impediscono la contrattazione”.