Seppur con molte difficoltà, diversi territori hanno rinnovato o stanno rinnovando i contratti collettivi territoriali nel settore dell’edilizia.
La crisi da un lato, le profonde trasformazioni dall’altro hanno cambiato il volto di una parte importante del settore, in un quadro per cui – nello stesso territorio – convivono aziende che investono in qualità, innovazione, buone relazioni sindacali e aziende che hanno risposto alla crisi ricorrendo a forme sistematiche di lavoro grigio, fuga dal CCNL, opacità.
Il recente contratto provinciale di Firenze, sottoscritto da Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Ance il 28 Febbraio scorso, prova ad investire sulla qualità e lo fa con scelte importanti che, spero, possano aiutare nel rinnovo del Contratto Nazionale.
Forti di un contesto – quello delle opere pubbliche (a partire dal cantiere della Tranvia e relativo protocollo sindacale) – che ha dimostrato che legalità, investimento economico sul lavoro ed efficienza sono facce di una stessa medaglia.
L’accordo considera fondamentale il rafforzamento del Durc per congruità e la lotta all’evasione contributiva, sancisce l’esclusione del ricorso ai voucher (senza sostituirli con lavoro a chiamata o altre amenità) per ogni lavoro edile e (come hanno fatto anche in alcuni contratti provinciali in Emilia) scommette sull’introduzione del “contratto di cantiere” per evitare fenomeni di dumping contrattuale.
Al riguardo si stabilisce la contrattazione di anticipo per tutti i cantieri pubblici e privati di importo superiore ai 10 milioni di euro e si scommette sullo strumento della notifica preliminare per verificare il rispetto del CCNL, con l’obbligatorietà di indicare nella denuncia mensile alla Cassa Edile il cantiere dove si presta la propria opera.
Si comincia poi ad affrontare il tema dei lavoratori autonomi senza dipendenti, al fine di contrastarne abusi: entro giugno 2017 si definiranno le modalità di iscrizione dei lavoratori autonomi all’Ente Unificato, con lo scopo di monitorare la presenza nel settore e di definire l’accesso a pagamento dei servizi dell’Ente Scuola e del CPT. Le parti si impegneranno anche per definire eventualmente dei parametri per l’equo compenso di queste figure.
Sul terreno della legalità, regolarità e trasparenza il contratto provinciale segna poi un buon risultato, con l’obbligatorietà per gli appalti di importo superiore ai 5 Milioni di euro di applicare le procedure del “Cantiere trasparente”, con tanto di tesserino elettronico. In caso di cambio di appalto (compreso quello privato) si rafforzano le procedure per la clausole sociali a tutela dell’occupazione, senza peggioramento nel cambio di titolarità delle condizioni economiche e normative precedenti.
In caso di sub appalto l’impresa avrà inoltre l’obbligo di darne comunicazione anticipata alle OO.SS e saranno oggetto di comunicazione anche le aziende che operano in cantiere con CCNL diversi da quello edile.
Innovativa è l’estensione della responsabilità in solido anche nel caso di distacco dei lavoratori, con procedure chiare ed esigibili e con comunicazione anticipata alle OO.SS. tramite Posta elettronica certificata, con tanto di comunicazione obbligatoria mensile alla Cassa Edile dei versamenti previdenziali e assicurativi nel Paese estero (in caso di distacco da imprese straniere), con obbligo di formazione e trasmissione alla Scuola Edile-CPT di Firenze anche di copia degli attestati per la sicurezza, con allegata traduzione.
Buona infine la parte economica, con incrementi sulle varie indennità e diarie.
Perché questa sommaria descrizione? Perché parlare del contratto provinciale di Firenze?
Per due ragioni: la prima è che spesso la contrattazione di 2° livello è, in molte parti del Paese, innovativa e coraggiosa, ma se ne parla poco, sommersi da ristrutturazioni e vertenze che conquistano più facilmente gli onori della cronaca.
La seconda è a dimostrazione che si può scommettere su salari più alti, meno precarietà, più qualità delle imprese e che – al netto della propaganda e dell’ideologia – scommettere su un ciclo produttivo più trasparente, sulle tutele dei lavoratori, su un mercato del lavoro meno precario non solo è giusto, ma è anche più efficiente…