In conferenza stampa a Ginevra Sergio Marchionne ha esposto l’idea aziendale di mantenere in Italia la produzione solo dei modelli premium. Questo ovviamente per rimanere competitivi sul mercato europeo per quanto riguarda i modelli dell’utilitaria. Parliamo in modo particolare della produzione del modello Panda che ricordiamo a fine 2015 si confermò il più venduto in Italia del gruppo Fca. Grazie al boom della Panda lo stabilimento di Pomigliano è diventato il modello italiano dell’auto.
La produzione della Panda andrà quindi altrove, un cambiamento previsto per il 2019-2020. La produzione del modello Panda a Pomigliano sarà dirottato, probabilmente all’estero, per dare spazio alla produzione dei modelli premium. Notizia questa che per essere colta in maniera completamente positiva deve essere accompagnata da garanzie sicure per i lavoratori dello stabilimento.
In Fismic, al momento, siamo nel pieno della fase congressuale. Ad ogni congresso, ho sempre esposto un appunto particolare inerente lo stabilimento di Pomigliano D’Arco. I lavoratori di questo stabilimento hanno tracciato il percorso e hanno ‘fatto scuola’ a quello che è oggi il modello innovativo e produttivo portato avanti da Fca in Italia, ma anche all’estero. Dal Congresso Territoriale Fismic di Foggia, tenutosi nella stessa data delle dichiarazioni in conferenza stampa dell’Amministratore delegato Marchionne, sono voluto intervenire sull’argomento.
I lavoratori dello stabilimento di Pomigliano hanno dato un contributo fondamentale al risanamento e all’affermazione della Fca non solo in Italia ma nel mondo, con immensi sacrifici. Senza il loro impegno, la loro serietà, la loro professionalità il modello produttivo che oggi la Fca esporta in tutti suoi stabilimenti del mondo non sarebbe mai stato possibile.
Pertanto prendiamo atto positivamente della volontà di rendere le produzioni nel nostro Paese più competitive e che lo stabilimento di Pomigliano sia in grado di fare modelli di alto livello sul mercato rispetto alla Panda. Quello di cui c’è anche bisogno però è un piano di produzione dei nuovi modelli che sia annunciato chiaramente ai lavoratori di Pomigliano. Occorrono sicurezze. E’ per questo che la nostra Organizzazione ha chiesto a nome dei lavoratori e in virtù dei sacrifici fatti da essi in questi anni, che l’Ad spieghi quali sono i modelli a cui pensa e ci auspichiamo che questo annuncio sia fatto quanto prima.
E’ importante inviare un messaggio di tranquillità per il futuro lavorativo dello stabilimento di Pomigliano. Questo messaggio non deve essere rivolto al sindacato quanto ai lavoratori direttamente perché chi merita di non ricadere di nuovo nella paura e nel dubbio sono le migliaia di lavoratori e lavoratrici di Pomigliano che hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita di un modello organizzativo e produttivo innovativo.
Questi lavoratori che hanno creduto in lui e che vogliono continuare a credergli hanno bisogno di garanzia e certezza.