In un pomeriggio (non rammento se era autunno o primavera) mi recai a Sesto S.Giovanni. Facevo parte, allora, della segreteria nazionale della Fiom (è trascorso quasi mezzo secolo) e mi stavo recando, per motivi di lavoro, alla sede del sindacato. Mitico responsabile di quella zona era Antonio Pizzinato (una ventina di anni dopo prese il posto di Luciano Lama al vertice della Cgil). Sesto S. Giovanni apparteneva alla leggenda del sindacato e della sinistra. Se si incontravano per strada cinque persone, almeno tre erano metalmeccanici, il quarto lo era stato prima della pensione, il quinto lo sarebbe diventato terminata la scuola. L’altra zona pregiata di quei tempi era la V Lega Mirafiori a Torino. Ma i sindacalisti che dirigevano la Fiom di Sesto si levavano parecchie soddisfazioni sul piano politico ed organizzativo. Quelli che avevano a che fare con la Fiat erano condannati ad un duro lavoro, spesso con scarsi risultati. Bene. Tornando a quel pomeriggio assolato, uscii dalla metropolitana alla fermata indicatami e mi incamminai lungo un marciapiede ai piedi di un muro che apparteneva certamente ad un’officina. Io non ho il senso dell’orientamento ( ho poi scoperto di non averlo neppure in politica) e stento ad orizzontarmi. Ben presto mi resi conto di non sapere dove stavo andando. Mi venne incontro una signora con la sporta della spesa. La fermai per chiederle come arrivare alla Camera del Lavoro. Mi sembrava corretto usare questo riferimento, perché, per un bolognese, era normale che i cittadini conoscessero la Camera del Lavoro, prima ancora che i sindacati di categoria, ancorchè importanti. La signora mi guardò perplessa, poi mi rivoltò la domanda: ‘’La Camera del Lavoro? Vorrà dire la Fiom!’’. Mi sono ricordato dell’episodio quando ho veduto, in tv, Roberto Speranza ed altri di Articolo 1, iniziare il loro ‘’giro nella sofferenza’’ proprio da Sesto S.Giovanni. Ho immaginato – vista l’aria da ‘’cani perduti senza collare’’ – che, anche loro, avessero chiesto informazioni. Solo che stavolta li avevano indirizzati al Centro sociale, in mezzo ai pensionati. Perché ormai di ‘’tanta gloria’’ è rimasto solo quello.
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