“Dobbiamo costruire ponti e non muri come sta facendo questo governo, le seconde generazioni sono un ponte tra presente e futuro e un’opportunità anche economica e sociale per il nostro Paese.” Il segretario generale della Fim-Cis, Ferdinando Uliano, apre con queste parole il suo intervento al Doposcuola di Porta Palazzo che si è tento sabato 29 marzo a Torino, dove la Fim nazionale, insieme alla Cisl, alla Fim del Piemonte e Torino e all’Anolf, ha consegnato i 12.100 euro raccolti dalla vendita del calendario solidale 2025 alla responsabile del Doposcuola CasArcobaleno, Fatima Zahra El Maliani. Presente alla cerimonia anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che ha sottolineato la necessità di cambiare rispetto alle modalità di accesso alla cittadinanza, e ringraziato la Fim-Cisl “per aver sostenuto questo progetto dove le culture si incontrano senza la pretesa di mescolarsi, ma da questo incontro nasce una città migliore.”
Uliano ha poi spiegato come la Fim e il sindacato, oltre a essere soggetto economico e contrattuale, prova a farsi interprete in chiave sociale delle istanze e delle sofferenze degli ultimi, specie dei più piccoli e degli emarginati, per rappresentarli, tutelarli e dargli cittadinanza. “È con questo spirito – sottolinea – che abbiamo pensato di sostenere il progetto del Doposcuola di Porta Palazzo portato avanti da Fatima El Maliani, dove molti bambini di nazionalità diverse hanno trovato una casa aperta capace di accoglierli tutti senza alcuna differenza. Un esempio di convivenza civile che il Paese e l’Europa dovrebbero prendere ad esempio. Davanti all’inverno demografico dell’Europa, e dell’Italia in particolare, il futuro sociale ed economico del nostro Paese e del continente europeo è legato sempre più a quelle ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori non autoctoni”.
“Oggi – chiosa il leader Fim – il paradosso è che nonostante queste ragazze e ragazzi siano parte integrante della società in cui vivono, dal punto di vista legale non vengono considerati cittadine e cittadini italiani”. E citando le parole del primo cittadino torinese, “l’iter per avere la cittadinanza è lunghissimo e difficile, andrebbero cambiate le leggi. Lo Ius Italiae lanciato dal governo dovrebbe guardare a realtà come quelle del Doposcuola di Porta Palazzo dove si formano i cittadini del futuro anche se non hanno nonni italiani, si tratta di bambine e bambini nati in Italia o arrivati in Italia in tenerissima età e che sono parte integrante dell’Italia futura”.
I segretario generale della Fim ha poi precisato come “rispetto all’immigrazione non ha senso intervenire solo in un’ottica di sicurezza, alimentando i centri di detenzione nel nostro Paese o in Albania ma bisogna sviluppare luoghi di cultura e integrazione e governare i flussi, per fare in modo di cogliere gli elementi e le opportunità che i processi migratori portano con sé, soprattutto in un paese sempre più vecchio come l’Italia”. E facendo appello alla storia Italiana, il leader Fim ha concluso dicendo: “Non dobbiamo dimenticare che anche noi siamo un popolo di migranti, che hanno vissuto le stesse difficoltà che molti migranti stanno vivendo oggi nel nostro Paese e quindi l’attenzione a questa situazione deve portarci ad un livello di responsabilità maggiore”.