Le riforme del lavoro avviate dal Governo, “anche quelle meno popolari , rispondono a una visione: promuovere un mercato del lavoro più dinamico e inclusivo, in grado di sostenere la produttività senza sacrificare i diritti”.
Così il ministro del Lavoro, Marina Calderone, in un videomessaggio a un convegno della Cisl in memoria di Ezio Tarantelli a 40 anni dall`assassinio per mano delle Brigate Rosse.
Calderone ha ribadito la necessità di “costruire strumenti di formazione permanente perché l`occupabilità non sia una promessa astratta, ma una realtà”. E poi “rafforzare le politiche attive, il dialogo tra le imprese, i lavoratori e le istituzioni. Non sempre queste scelte incontrano il favore immediato dell`opinione pubblica – ha affermato – la lezione di Tarantelli è chiara: la buona politica deve saper anticipare i problemi, anche a costo di andare controvento. Deve credere nella forza della proposta, nella fatica del dialogo, nella pazienza delle riforme”.
Il ministro ha sottolineato che “in un`epoca in cui la politica è spesso condizionata dalla ricerca del consenso immediato, dalla reattività agli umori del presente, o addirittura del momento, Tarantelli ci ha insegnato che il compito più nobile di chi ha responsabilità pubbliche è guardare oltre. E` avere il coraggio di essere impopolari, se necessario. Il coraggio di proposte che possono apparire anacronistiche, ma solo perché sono proiettate nel futuro”.
Calderone ha poi detto che “Ezio Tarantelli fu ucciso perché con le sue idee minava alla radice la cultura della violenza; perché dimostrava che si può cambiare la realtà senza distruggerla; che si può lottare contro l`ingiustizia sociale senza negare la libertà. Il suo assassinio fu un attacco alla Repubblica. Ma la sua memoria, e soprattutto il suo insegnamento, restano vivi, soprattutto in chi continua a credere che la giustizia sociale passi dal lavoro, dalla competenza e dalla democrazia”.
La sua “visione” delle relazioni industriali e la sua “intuizione” di un sistema di concertazione tra Stato, sindacati e imprese “anticipava di anni ciò che oggi riconosciamo come un pilastro della coesione sociale – ha aggiunto il ministro del Lavoro – lo faceva con una forza rara: quella della scienza messa al servizio delle politiche del lavoro. Con l`ambizione, profondamente democratica, di costruire consenso attraverso la conoscenza e non con la semplificazione ideologica. Tarantelli credeva nel ruolo dello Stato non come attore solitario – ha concluso Calderone – ma come regista di una grande alleanza sociale”.
Inoltre per la ministra “Elly Schlein ha usato un’espressione molto grave, oltre che infelice, e ne risponderà nelle sedi opportune. L’Italia non merita un dibattito pubblico di così infimo livello, con il segretario di un partito che insulta un ministro o il segretario di un sindacato come Maurizio Landini che offende un’intera categoria professionale per attaccare un ministro. Colgo l’occasione per ricordare a entrambi che sono orgogliosamente il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Meloni – aggiunge – il quale ha raggiunto il record di occupati e ha visto il calo della disoccupazione, che in questi due anni ha visto la crescita dei posti di lavoro stabili e contemporaneamente il crollo dei contratti a termine. I nostri risultati contro la loro propaganda”.
E.G.