Un osservatorio nazionale delle donne della filiera agroalimentare che coinvolga la rappresentanza sindacale e datoriale di tutti i comparti con l’obiettivo di condividere una visione comune ed orientare ulteriormente la contrattazione e la bilateralità verso un modello sociale di lavoro equo e sostenibile per tutti, indipendentemente dal genere di appartenenza. Una sinergia che, attraverso la condivisione di dati relativi all’occupazione femminile e delle attività dei diversi osservatori ed enti bilaterali dell’agroalimentare, supportata da attività di ricerca, non solo moltiplichi le buone prassi dei singoli comparti, ma elabori proposte e promuova iniziative congiunte nei confronti dei decisori politici a tutti i livelli.
E’ la proposta lanciata dalla Uila in occasione dell’iniziativa “La filiera delle donne dell’agroalimentare” organizzata oggi a Firenze, moderata dalla segretaria nazionale Alice Mocci e alla quale sono intervenute le rappresentanti di tutti i comparti del settore agroalimentare.
“Abbiamo voluto onorare la giornata internazionale della donna coinvolgendo le voci femminili della rappresentanza sindacale e datoriale di tutta la filiera agroalimentare. Siamo convinti che sia necessaria una alleanza strategica femminile di tutto il settore affinché la sostenibilità sia declinata anche a favore della piena integrazione delle donne nel mondo del lavoro” ha dichiarato la segretaria generale Enrica Mammucari nel corso del suo intervento ricordando che “grazie al forte impegno delle parti sociali nella contrattazione e nella bilateralità sono state individuate misure concrete ed avanzate di welfare. Oggi però” aggiunge Mammucari “i tempi sono maturi per un ulteriore passo in avanti: dobbiamo promuovere in modo strutturale una reale collaborazione paritetica tra donne e uomini nel mondo lavorativo innovando il concetto welfare, ampliandolo anche all’ empowerment delle diversità di genere, e con una formazione continua sui valori dell’inclusione e della solidarietà che si riflettono sull’intera società” ha concluso la segretaria invitando le controparti di tutto il settore agroalimentare “a tessere insieme i fili di un nuovo modello sociale del lavoro, in cui le persone possano sentirsi riconosciute per il valore e le competenze che esprimono. Una sfida importante che va raccolta attraverso lo strumento chiave dei prossimi rinnovi contrattuali nazionali e di secondo livello”.
Le principali soluzioni che, grazie a relazioni sindacali solide e strutturate e all’unitarietà di Fai, Flai e Uila, hanno migliorato la condizione delle donne sono state ripercorse dalla responsabile nazionale Uila per le pari opportunità Raffaella Sette. “Ad ogni livello della contrattazione, dal nazionale al territoriale, e in ogni settore dell’agroalimentare, abbiamo cercato soluzioni per meglio bilanciare la vita privata con quella lavorativa, per superare le differenze di genere nelle opportunità di accesso e permanenza nel lavoro, per contrastare fenomeni di violenze e molestie negli ambienti di lavoro nonché per attutire l’impatto della maternità rispetto alle carriere” ha dichiarato Sette.“Nonostante i progressi fatti, in un mercato del lavoro che cambia, è necessario continuare a impegnarci per rafforzare alcune tutele a partire dal sostegno alla natalità e alla genitorialità condivisa” ha aggiunto Sette, convinta che “un salto di qualità va fatto anche rispetto al miglioramento del benessere delle lavoratrici e lavoratori”. La responsabile pari opportunità Uila ha infine lanciato una sfida alle donne della filiera. “La trasversalità delle donne è sempre stata un’arma vincente e le rappresentanti di sindacato, impresa e associazioni hanno il compito di promuovere tutte insieme l’uguaglianza di genere, ricercando quella condivisione di intenti sugli obiettivi comuni. In questo processo di cambiamento è necessario che gli uomini siano complici delle donne per costruire una società più giusta.”
E.G.