Un sentiero restrittivo della politica fiscale e un contesto europeo debole spiegano una crescita dell`Italia sotto l`1% nel triennio 2024-2026. Dopo un Pil a +0,6% nel 2024, la Svimez stima una crescita nazionale dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, con il Sud che dal 2025 torna a crescere meno del Nord. Le previsioni sono contenute nello studio `Dove vanno le regioni italiane. Le previsioni regionali 2024-2026`, realizzato da Svimez e Ref Ricerche. Le non tengono in considerazione “la grande incertezza Trump”, provocata dalle ipotesi di inasprimento dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti.
Guardando alle singole regioni italiane nel 2025 si prevede per il Veneto una crescita dell`1,2%, dell`1,1%, per la Lombardia, dell`1% per l`Emilia Romagna, regioni più strutturate capaci di compensare la debolezza dell`export con la tenuta della domanda interna, mentre arrancano l`Umbria con lo 0,2%, la Liguria 0,4%, Puglia e il Molise con lo 0,5% regioni meno esposte al rallentamento del commercio estero ma con meno elementi capaci di far decollare la crescita.
Il 2024 si dovrebbe chiudere con una crescita maggiore nel Mezzogiorno: 0,8% versus 0,6% nelle regioni centro-settentrionali. Per il secondo anno consecutivo il Sud si muoverebbe così più velocemente del resto del Paese, anche se con un differenziale notevolmente ridotto (da un punto percentuale a due decimi). Sono due i principali elementi che concorrono al risultato previsto.
Nel 2024 l`evoluzione congiunturale risulta fortemente influenzata, in parte come l`anno precedente, dalla dinamica degli investimenti in costruzioni che verrebbero a confermarsi come una delle componenti più dinamiche della domanda. Per capire cosa ha significato negli anni recenti il boom osservato nel comparto immobiliare, si tenga presente che tra il 2021 e il 2023 la crescita registrata negli investimenti in costruzioni è stata di entità più che doppia rispetto a quella avvenuta nei dodici anni che vanno dal 1995 al 2007.
Per il direttore della Svimez, Luca Bianchi “Dopo un 2024 in cui il Sud è cresciuto, per il secondo anno consecutivo, più del Nord, il rallentamento dell`economia insieme all`avvio di un percorso restrittivo di politica fiscale europeo rischiano di indebolire gli importanti segnali di ripresa dell`economia meridionale. Accelerare l`attuazione del Pnrr, da cui dipende il 60% della crescita, e sostenere con politiche industriali attive le imprese innovative sono le chiavi per non rassegnarsi al ritorno alla normalità di un Paese a due velocità”.r