Chi ha paura dell’intelligenza artificiale? Tutti coloro i quali approcciano i progressi della tecnologia con diffidenza, interpretandoli come sfidanti, minacciosi e imperscrutabili. Associare l’intelligenza – un riferimento prettamente antropomorfo – all’aggettivo artificiale – qualcosa di non dato in natura, che ne imita i processi – è sempre risultato straniante. Certo non si resta impassibili a leggere le cronache di politica estera che assurgono esplicitamente l’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale come armi di supremazia geopolitica – un po’ come accadde per la corsa allo spazio nella seconda parte del Novecento -, e la totale misconoscenza di una sfera dello scibile preclusa ai profani per strumenti e attitudini, combinata con la presumibile volontà dei demiurghi di tenere nell’ombra i suoi funzionamenti, alimenta uno stato di costernazione e ostilità. Ma ribaltare il paradigma è fondamentale per non trovarsi sovrastati da un processo che è a tutti gli effetti inarrestabile e in qualche modo necessario. Occorre integrarlo, accoglierlo, capirlo, diventarne alleati. L’intelligenza artificiale non è solo la paventata entità astratta che sostituirà l’uomo al lavoro, non l’atomica alimentata da algoritmi che annienterà lo spirito. Piuttosto, come suggerisce il professor Luciano Floridi, uno dei principali filosofi contemporanei dell’etica digitale, è fondamentale mantenere a riguardo una visione ottimistica e bilanciata, considerando l’AI non come un’entità separata o antagonista dell’essere umano, ma uno strumento per amplificare il nostro potenziale, ricordandoci che la tecnologia, se utilizzata con saggezza e responsabilità, può migliorare significativamente la qualità della nostra vita.
Su questo presupposto l’AI Development Team di Fòrema, ente di formazione del sistema confindustriale veneto, ha dato vita a un progetto pionieristico nel campo della formazione: A101Ò, un chatbot atto a semplificare il lavoro di consulenti, formatori e coach e i cui processi di genesi e funzionamento sono confluiti nel manuale AI Experience con 101Ò. Una guida pratica (in continuo aggiornamento) per orientare HR Managaer, Coach e Trainer nel mondo dell’intelligenza artificiale applicata alla formazione e allo sviluppo (Edizioni Fòrema, 180 pagine, 14,90€). Frutto di un progetto editoriale ambizioso e rigoroso, il manuale esplora una vasta gamma di applicazioni pratiche dell’AI affrontando le sue implicazioni nei processi HR, che possono diventare un alleato prezioso facilitando la gestione del personale e dell’apprendimento continuo, migliorando la personalizzazione dei percorsi di sviluppo e contribuendo a costruire un ambiente di lavoro più inclusivo e produttivo. L’obiettivo è quello di «plasmare un futuro in cui le tecnologie avanzate come l’AI possano essere integrate armoniosamente nelle nostre organizzazioni, sostenendo il benessere e la crescita delle persone». E nel settore della formazione aziendale, è possibile «costruire metodologie innovative che possano trasformare l’apprendimento continuo in un processo ancora più efficace», come rileva il direttore generale di Fòrema, Matteo Sinigaglia, abilitando metodi innovativi e personalizzati che rispondono meglio alle esigenze dei lavoratori, garantendo loro gli strumenti necessari per prosperare in un modo del lavoro sempre più complesso e dinamico.
L’intera trattazione è frutto del lavoro di un team multidisciplinare composto da 10 formatori, consulenti, coach, It, learning designer che hanno contribuito alla costruzione di una guida in continuo aggiornamento, consapevoli della velocità delle implementazioni cui è sottoposta l’intelligenza artificiale; una pubblicazione, quindi, che ha l’obiettivo di documentare lo sviluppo di un progetto in progress, ma anche di generare prodotti collaterali come corsi di formazione, training per trainers, certificazioni per coach o trainer, librerie open source. E concentrarsi sul contesto HR è una scelta strategica basata sul fatto che è proprio il responsabile delle risorse umane il partner dell’azienda più significativo nell’avviare una cultura del cambiamento, in questo caso per quanto riguarda l’adozione di nuove prassi tecnologiche.
Più nello specifico il chatbot 101Ò, che nel volume è anche voce narrante, è specificamente addestrato per supportare i responsabili HR, capace di assisterli in una vasta gamma di attività e per questo costantemente aggiornato a seconda delle esigenze, siano esse pregresse o dettate da nuove urgenze. Il chatbot, dunque, diventa un punto di riferimento fondamentale nella costruzione di nuovi percorsi formativi e di recruiting, gestendo e processando un’enorme mole di dati per rispondere a svariate esigenze, tra cui: recuperare dati, progettare corsi, costruire test e interviste, elaborare report, valutare risultati, adattare la programmazione dei corsi alle specifiche esigenze dei contesti e dei soggetti da formare, analisi predittive. In pratica: erogazione e valutazione della formazione. Il tutto si basa sull’utilizzo delle cosiddette storie agili – una breve e incisiva narrazione che descrive una funzionalità dal punto di vista dell’utente finale che servono come base per cicli di sviluppo incrementali chiamati “sprint”, e che sono fondamentali per migliorare le procedure e adattarle ai cambiamenti o nuove informazioni. «Questo approccio – si legge – non solo semplifica la definizione delle procedure, ma accelera anche la ricerca e l’implementazione di soluzioni AI, rispondendo alle esigenze di sei categorie di utilizzatori: HR Aziendale, Coach Executive, Business Coach, Progettista della Formazione, Trainer Soft Skills e Trainer Hard Skills». Nel cuore del manuale, inoltre, è possibile scoprire tecniche e strategie adottate dal team “AI Development” per sfruttare al massimo le storie agili, una serie di esempi pratici frutto delle sperimentazioni dirette del team di Fòrema.
Si tratta, quindi, di un reciproco apprendimento continuo da parte dell’AI e dell’utilizzatore: con una forte attenzione all’etica, ciò implica un fondamentale bilanciamento dell’uso della tecnologia con l’interazione umana, «garantendo che l’AI venga utilizzata come un mezzo per migliorare la qualità della formazione, e non come un sostituto dei formatori […] sarà essenziale affrontare le sfide legate alla dipendenza tecnologica, alla qualità dei dati, alla privacy e alla necessità di mantenere un’interazione umana significativa affinché l’AI possa davvero contribuire a un apprendimento efficace e sostenibile».
Complessivamente, come spiega ancora Sinigaglia, si tratta di un approccio che «rispecchia la nostra filosofia, che mira a rendere l’AI una risorsa condivisa, accessibile e sicura per tutte le realtà aziendali, promuovendo al contempo la diversità e l’inclusività dei processi decisionali. Il nostro lavoro è quelli di essere consulenti aziendali, dei formatori e dei coach. Siamo chiamati non solo a insegnare l’uso delle nuove tecnologie, ma anche a sostenere le aziende nel superare le barriere culturali e la resistenza al cambiamento. Il manuale mostra come il contributo possa aiutare le organizzazioni a sfruttare appieno il potenziale dell’AI per migliorare l’efficienza operativa e la gestione del capitale umano».
Elettra Raffaela Melucci
Titolo: AI Experience con 101Ò. Una guida pratica (in continuo aggiornamento) per orientare HR Managaer, Coach e Trainer nel mondo dell’intelligenza artificiale applicata alla formazione e allo sviluppo
Autore: AA.VV. – AI Development Team Fòrema
Editore: Fòrema
Anno di Pubblicazione: 2024
Pagine: 180 pp.
ISBN: 979-12-210-7826-8
Prezzo: 14,90€