“Non condividiamo affatto l`introduzione, all`art. 19 del collegato Lavoro, delle dimissioni per fatti concludenti, in quanto questo istituto costituisce una scorciatoia per i datori di lavoro rispetto all`attivazione di una procedura per licenziamento disciplinare, con riduzione di costi e di oneri per l`impresa, ma contestualmente anche di diritti e tutele per i lavoratori”. Lo dichiara il segretario confederale della Uil, Ivana Veronese.
“Riteniamo non comprensibile e inaccettabile la risoluzione di un rapporto di lavoro per dimissioni volontarie senza che vi sia la certezza della genuinità delle medesime – dice – ciò significa voler privare i lavoratori del diritto alla difesa di tutele come la Naspi e di posti di lavoro senza preventivamente accertare l`effettiva volontarietà di quella decisione”.
Secondo la Uil “c`è un aspetto che ci preoccupa in modo particolare. Nella modifica fatta dal Governo non viene esplicitamente escluso da questa nuova disposizione il cosiddetto periodo protetto (artt. 54 e 55 d.lgs. 151/2001) durante il quale vige, in caso di dimissioni volontarie, l`obbligo di convalida da parte del servizio ispettivo del ministero del Lavoro competente per territorio. La tutela della maternità è sancita prima di tutto nella nostra Costituzione e lasciare dubbi interpretativi su questa norma significherebbe indebolirla. Abbiamo chiesto al ministra un chiarimento definitivo al riguardo: non possiamo permetterci di arretrare neanche di un passo sui diritti delle donne”.
E.G.