Il Consiglio di amministrazione di Mediobanca ritiene l’ops di Monte dei Paschi di Siena “distruttiva di valore”, nonché “ostile e contraria agli interessi di Mediobanca”.
In particolare, il cda di Mediobanca “rigetta” l’Ops annunciata da Mps su piazzetta Cuccia. Il board, riunitosi oggi, dopo aver esaminato la comunicazione ai sensi dell`art. 102 del Tuf diffusa da Banca Monte dei Paschi di Siena il 24 Gennaio 2025 avente ad oggetto la promozione dell’Ops, ha diffuso un comunicato nel quale si premette che “l`Offerta non è stata concordata ed è da ritenersi ostile e contraria agli interessi di Mediobanca”.
“Fermo restando che Mediobanca si esprimerà sull`Offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge – prosegue poi il comunicato – sulla base dell’analisi del comunicato il consiglio di amministrazione di Mediobanca ritiene l`Offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per Mediobanca”.
Il comunicato emesso oggi, si legge nella nota, è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione con l`astensione dei consiglieri Sandro Panizza e Sabrina Pucci, entrambi in quota alla lista Delfin.
Inoltre Piazzetta Cuccia, in particolare, ritiene che l`Ops di Mps “non abbia valenza industriale pregiudicando l`identità e il profilo di business del Gruppo Mediobanca focalizzato su segmenti di attività a elevato valore aggiunto e con evidenti traiettorie di crescit”; che “distrugga valore per gli azionisti di Mediobanca e di Mps essendo facile prevedere una copiosa perdita di clienti in quelle attività (quali il Wealth Management e l`Investment Banking) che presuppongono l`indipendenza, la reputazione e la professionalità dei professionisti”; che “sia negativamente caratterizzata dalla difficoltà a determinare il valore intrinseco dell`azione della Banca Mps che presenta un patrimonio netto che fronteggia rilevanti attività fiscali, attività deteriorate e rischi di contenzioso legale (3,3miliardi), indicatori di rischio peggiori rispetto alle altre banche italiane, rilevanti perdite pregresse, una marcata concentrazione geografica (70% filiali al centro-sud Italia) e di clientela (piccole media impresa), mancanza di fabbriche prodotto”.
L’operazione, secondo piazzetta Cuccia, comporta infatti “un forte pregiudizio al profilo reddituale di Mediobanca, i cui utili su base stand alone sono previsti in crescita come previsto dal Piano in esecuzione, mentre il consensus vede per Mps un calo degli utili per la riduzione del margine di interesse ed il progressivo venir meno dei benefici fiscali”.
L’operazione, prosegue il comunicato della banca d’affari, comporta poi “una diluizione dei multipli valutativi di Mediobanca per il venir meno della prevista crescita di ricavi e utili, dell`elevata redditività (doppia di quella futuribile per il Mps al netto di un tax-rate normalizzato), della pressoché nulla esposizione al segmento delle piccole imprese, della crescita, anche di peso, del Wealth Management”.
“Il calo del titolo Mps dopo l`annuncio – sottolinea ancora Mediobanca – ne testimonia la fragilità` del corso di borsa, che rende improbabile il buon esito dell`operazione”.
“Rispetto al prezzo ‘undisturbed’ di Mediobanca di 15,23 euro alla chiusura del 23 gennaio 2025 – rileva – l`Offerta basata sul prezzo di borsa dell`offerente rappresenta: uno sconto del 3% sulla base del prezzo di Mps del 27 gennaio (6,41 euro), uno sconto del 7% guardando alla media a 3 mesi di Mps (6,15 euro), uno sconto del 15% guardando alla media a 6 mesi di Mps (5,62 euro), uno sconto del 28% guardando alla media a 12 mesi di Mps (4,77 euro)”.