SEDE CONSULTIVA
Giovedì 16 gennaio 2025. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO.
La seduta comincia alle 13.40.
DL 178/2024: Misure urgenti in materia di giustizia.
C. 2196 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento.
Silvio GIOVINE (FDI), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata a esprimere alla II Commissione il parere di competenza sul disegno di legge C. 2196 Governo, di conversione del decreto-legge 29 novembre 2024, n. 178, recante misure urgenti in materia di giustizia, approvato dal Senato. Avverte che la relazione si soffermerà sulle disposizioni afferenti alle materie di competenza della XI Commissione.
In particolare, osserva che l’articolo 6 apporta una serie di modifiche all’articolo 4-bis del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, che prevede la nomina di un Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, estendendo, fra le altre, fino al 31 dicembre 2026 la durata dell’incarico. Al comma 7 dell’articolo 4-bis – come modificato dal decreto-legge in esame – si prevede l’istituzione di una struttura commissariale per il supporto allo svolgimento dei compiti assegnati al Commissario, che opera alle sue dirette dipendenze. Tale struttura è costituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Con proprio provvedimento, adottato d’intesa con il Ministro della giustizia, il Commissario straordinario disciplina il funzionamento della struttura di supporto, composta fino ad un massimo di cinque esperti scelti anche tra soggetti estranei alla pubblica amministrazione, il cui compenso è definito con il provvedimento di nomina. Agli esperti competono compensi onnicomprensivi di importo annuo lordo pro capite non superiore ad euro 80.000, nell’ambito di un importo complessivo lordo non superiore ad euro 400.000 annui.
Rileva che il decreto-legge in esame, inoltre, ha aggiunto un nuovo periodo secondo cui, nell’ambito della predetta struttura, il Commissario straordinario può avvalersi di personale in posizione di distacco o di temporanea assegnazione da enti, amministrazioni pubbliche e società partecipate fino ad un massimo di cinque unità.
Infine, segnala che l’articolo 9 estende anche ai soggetti che svolgono lavori di pubblica utilità, quale pena sostitutiva per i reati puniti con la pena detentiva non superiore a tre anni, la copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, posta a carico di un apposito Fondo previsto dalla normativa vigente.
Formula quindi una proposta di parere favorevole sul provvedimento in oggetto.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.
DL 208/2024: Misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
C. 2184 Governo.
(Parere alle Commissioni V e VIII).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento.
Andrea VOLPI (FDI), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata a esprimere alle Commissioni riunite V (Bilancio) e VIII (Ambiente) il parere di competenza sul disegno di legge C. 2184 Governo, di conversione del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Avverte che la relazione si soffermerà sulle disposizioni di diretto interesse per le competenze della XI Commissione.
In particolare, sottolinea che l’articolo 1, disciplina, ai commi da 1 a 7, interventi infrastrutturali e di riqualificazione urgenti al fine di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile. In tale ambito, al comma 3 si prevede che il Commissario straordinario a cui è demandato il compito di predisporre un piano straordinario di interventi infrastrutturali e di progetti di riqualificazione sociale, opera fino al 31 dicembre 2027 avvalendosi della struttura di supporto istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e posta alle dirette dipendenze del Commissario stesso sino alla data di cessazione del suo incarico. Si dispone, inoltre, che il contingente massimo di personale della sopracitata struttura di supporto è incrementato di ventisette unità, di cui una di personale dirigenziale di livello generale e quattro di personale dirigenziale di livello non generale, nominate anche ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e ventidue unità di personale non dirigenziale dipendenti di pubbliche amministrazioni centrali e di enti locali o territoriali, individuati previa intesa con le amministrazioni e con gli enti predetti, in possesso delle competenze e dei requisiti di professionalità richiesti per il perseguimento delle finalità e l’esercizio delle funzioni di cui al presente articolo, con esclusione del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche.
Rileva altresì che il personale assegnato alla struttura di supporto del Commissario straordinario è collocato fuori ruolo o in posizione di comando, distacco o altro analogo istituto o posizione previsti dai rispettivi ordinamenti, conservando lo stato giuridico e il trattamento economico fondamentale dell’amministrazione di appartenenza. Al personale non dirigenziale della struttura di supporto, è riconosciuto il trattamento economico accessorio, ivi compresa l’indennità di amministrazione, del personale non dirigenziale della Presidenza del Consiglio dei ministri e, con uno o più provvedimenti del Commissario straordinario, può essere riconosciuta la corresponsione di compensi per prestazioni di lavoro straordinario nel limite massimo di trenta ore mensili effettivamente svolte, oltre a quelle già previste dai rispettivi ordinamenti e comunque nel rispetto della disciplina in materia di orario di lavoro, di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66. Il trattamento economico del personale collocato in posizione di comando o fuori ruolo o altro analogo istituto è corrisposto secondo le modalità previste dall’articolo 70, comma 12, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Al personale dirigenziale di livello generale e non generale della struttura di supporto è riconosciuta la retribuzione di parte variabile e di risultato in misura pari a quella riconosciuta rispettivamente ai dirigenti di livello generale e di livello non generale della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Si prevede, altresì, che, all’atto del collocamento fuori ruolo delle unità assegnate alla struttura di supporto del Commissario straordinario, è reso indisponibile, nella dotazione organica dell’amministrazione di provenienza, per tutta la durata del collocamento fuori ruolo, un numero di posti equivalente dal punto di vista finanziario. Con il provvedimento istitutivo della struttura di supporto sono determinate le specifiche dotazioni finanziarie e strumentali nonché quelle del personale, anche dirigenziale, necessarie al funzionamento della medesima struttura.
Osserva che l’articolo 1, comma 8, interviene sulla disciplina della copertura dei posti di funzione dei viceprefetti e dei viceprefetti aggiunti introducendo la possibilità di attribuire temporaneamente l’incarico nel caso in cui il posto di funzione risulti vacante. L’incarico può essere attribuito per un periodo massimo di un anno, prorogabile per un egual periodo, anche più volte, entro il successivo biennio. L’istituto della temporanea attribuzione di incarico si affianca dunque alla sostituzione provvisoria del viceprefetto e del viceprefetto aggiunto da parte di altro funzionario della carriera prefettizia in caso di assenza o di impedimento del titolare dell’incarico come previsto dal medesimo articolo 10, comma 1, del decreto legislativo n. 129 del 2000, oggetto di modifica del presente comma.
La finalità dell’intervento normativo, come esplicitato dalla disposizione in esame, consiste nell’assicurare lo svolgimento delle attività di competenza delle prefetture-uffici territoriali del Governo, anche relativamente ai compiti di monitoraggio e supporto all’attuazione degli interventi del PNRR.
L’articolo 4, comma 1, modifica il comma 1 dell’articolo 4 del decreto-legge n. 243 del 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 18 del 2017, al fine di estendere per ulteriori 24 mesi l’operatività dell’Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale dei porti di Gioia Tauro e Taranto. Di conseguenza, si modifica il comma 7 del citato articolo, al fine di stanziare ulteriori risorse per le giornate di mancato avviamento al lavoro, pari a 7.276.00 euro per il 2025 e 7.417.100 euro per il 2026.
Il comma 2 modifica i commi 997 e 998 dell’articolo 1 della legge n. 234 del 2021 (legge di bilancio 2022) al fine di disporre la proroga di ulteriori 22 mesi dell’agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale di Cagliari istituita, secondo quanto previsto dalla legge di bilancio 2022, per la durata massima di trentasei mesi dall’Autorità di sistema portuale del Mare dì Sardegna, prevedendo altresì uno stanziamento di risorse, pari a 2.664.300 di euro per l’anno 2025 e di 2.715.400 euro per l’anno 2026, ai fini della corresponsione, in favore dei lavoratori iscritti negli elenchi della medesima agenzia, dell’indennità per le giornate di mancato avviamento al lavoro.
L’articolo 4, comma 4, prevede che i lavoratori beneficiari di determinate prestazioni di integrazioni salariali straordinarie – come nelle ipotesi di riorganizzazione e crisi aziendale, accordo di transizione occupazionale, contratti di solidarietà, nonché in caso di prestazioni di integrazione salariale erogate nell’ambito dei fondi di solidarietà bilaterali – accedono al Programma «Garanzia di occupabilità dei lavoratori» (GOL). A tal fine, i nominativi dei lavoratori coinvolti sono comunicati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali che li mette a disposizione delle regioni interessate.
Il comma 5 dell’articolo 4, al fine di garantire il proseguimento nell’attuazione degli interventi, degli obiettivi e dei traguardi in materia di lavoro e politiche sociali previsti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di continuare a fornire supporto all’unità di missione – di cui all’articolo 8, comma 1, del decreto-legge n. 77 del 2021 – costituita per assicurare il coordinamento della fase attuativa del PNRR, proroga, per ciascuno degli anni 2025 e 2026, le risorse già stanziate per il personale assegnato agli uffici di diretta collaborazione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, autorizzando una spesa di euro 562.277 per ciascuno di tali anni.
Il comma 6 dell’articolo 4, al fine di garantire l’attuazione delle attività connesse al processo di riorganizzazione in atto nel Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in considerazione della previsione di aree organizzative di responsabilità all’interno degli uffici di diretta collaborazione da affidare a specifiche unità di personale, tenuto conto altresì dell’aumento della complessità e delle funzioni assunte dal Ministero medesimo in conseguenza della soppressione dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, autorizza la spesa di euro 461.247 per ciascuno degli anni 2025 e 2026.
L’articolo 5, comma 1, prevede il trasferimento all’Autorità per la Laguna di Venezia-Magistrato alle acque dei compiti e delle funzioni attribuite al Commissario straordinario incaricato di sovraintendere alle fasi di prosecuzione dei lavori del sistema Mo.S.E. per la tutela e la salvaguardia della laguna di Venezia, che conseguentemente cessa dalle proprie funzioni. Il comma 2, al fine di assicurare l’avvio delle attività dell’Autorità per la laguna di Venezia – Nuovo Magistrato alle Acque, autorizza il Presidente della suddetta Autorità a conferire, a tempo determinato, gli incarichi di livello dirigenziale non generale – pari a sei unità – previsti dall’articolo 95, comma 10, del decreto-legge n. 104 del 2020, con una percentuale del 50 per cento, in deroga alle percentuali previste all’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001.
Walter RIZZETTO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
DL 201/2024: Misure urgenti in materia di cultura.
C. 2183 Governo.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento.
Virginio CAPARVI (LEGA), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata a esprimere alla VII Commissione (Cultura) il parere di competenza sul disegno di legge C. 2183 Governo, di conversione del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura. Rileva che il provvedimento si compone di 13 articoli, che disciplinano vari settori del mondo della cultura, con misure eterogenee, ed avverte che la relazione si soffermerà sulle disposizioni afferenti alle materie di competenza della XI Commissione.
In particolare, l’articolo 2, in materia di progetti di cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo allargato, dispone, ai commi da 1 a 5, che il Ministero della cultura istituisca una unità di missione per la cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo allargato, fissandone le funzioni, la durata, la composizione, nonché la copertura dei relativi oneri. Nello specifico, l’unità di missione, che opera fino al 31 dicembre 2028 alle dirette dipendenze dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro della cultura, è composta da un dirigente di livello generale, da due dirigenti di livello non generale, e da cinque unità di personale non dirigenziale individuate tra il personale dei ruoli del Ministero della cultura ovvero tra il personale dei ruoli delle altre amministrazioni pubbliche, con esclusione del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche.
Il comma 6 istituisce presso il Dipartimento del tesoro del Ministero dell’economia e delle finanze una posizione dirigenziale di livello generale avente funzioni di supporto alle attività inerenti alla collaborazione tra l’Italia e gli Stati del Continente africano.
Il comma 7 statuisce che l’unità di missione e il dirigente generale sopra citati operano in stretto raccordo e coordinamento con la Cabina di regia del Piano Mattei.
L’articolo 8 reca misure urgenti in materia di formazione, prevedendo che la Scuola dei beni e delle attività culturali, che coordina i corsi di formazione erogati dal Ministero della cultura attraverso i propri uffici e istituti, assuma la nuova denominazione di «Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali». Lo statuto determina le ulteriori attività di formazione e ricerca svolte dalla Scuola.
L’articolo 11 reca misure urgenti concernenti il Ministero della cultura. Il comma 1 modifica la vigente disposizione che, a decorrere dal 2020, impone al Ministero della cultura di destinare una quota dei proventi prodotti nell’anno precedente a quello di riferimento e derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso agli istituti e luoghi della cultura statali, mediante versamento all’entrata del bilancio dello Stato, entro il 31 luglio di ciascun anno ed entro determinati limiti, a remunerare le prestazioni per il lavoro straordinario del proprio personale. In particolare, la disposizione in esame espunge il riferimento ai proventi prodotti nell’anno precedente, differisce dal 31 luglio al 15 dicembre di ciascun anno il termine entro il quale la quota in questione deve essere versata all’entrata del bilancio dello Stato e stabilisce infine che tale destinazione costituisce ora una facoltà e non più un obbligo per l’amministrazione.
Il comma 2 dell’articolo 11 estende anche ai luoghi della cultura dotati di autonomia speciale la vigente disposizione, in precedenza limitata ai soli istituti e musei dotati di tale autonomia, la quale stabilisce che i proventi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso siano versati all’entrata del bilancio dello Stato e successivamente riassegnati al Fondo risorse decentrate del Ministero della cultura per essere destinati alla remunerazione delle particolari condizioni di lavoro del personale coinvolto in specifici progetti locali presso gli stessi istituti e luoghi della cultura, nel limite massimo del 15 per cento del trattamento tabellare annuo lordo, secondo criteri definiti in sede di contrattazione collettiva integrativa. Il medesimo comma 2 stabilisce, inoltre, che sono soggetti alla destinazione sopra richiamata, in aggiunta alle finalità già previste a legislazione vigente, anche gli introiti derivanti dai trasferimenti di risorse tra le disponibilità delle Soprintendenze speciali ed autonome o i versamenti all’entrata del bilancio dello Stato, anche degli utili conseguiti dalla società ALES S.p.A., poi riassegnati, in aggiunta agli ordinari stanziamenti di bilancio, allo stato di previsione della spesa del Ministero della cultura.
Walter RIZZETTO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.45.
COMITATO RISTRETTO
Giovedì 16 gennaio 2025.
Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.
C. 153-202-844-1104-1128-1395-A.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.45 alle 13.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.45 alle 14.05.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 15 gennaio 2025. — Presidenza del presidente della XI Commissione Walter RIZZETTO. – Intervengono il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Durigon e la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Lucia Albano.
La seduta comincia alle 14.50.
Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
C. 1573 d’iniziativa popolare, C. 300 Cirielli, C. 1184 Molinari, C. 1299 Faraone, C. 1310 Mollicone e C. 1617 Foti.
(Seguito esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta dell’8 gennaio 2025.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che i relatori hanno presentato le proposte emendative 2.101, 3.100, 4.100, 11.100, 20.100, poste in distribuzione, e che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato alle ore 17 della giornata odierna. Ricorda inoltre che nella precedente seduta sono state esaminate le proposte emendative riferite all’articolo 1. Avverte inoltre che nella seduta odierna si riprenderà l’esame dall’articolo 5.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene sull’ordine dei lavori delle Commissioni per chiedere delucidazioni su due aspetti che risultano poco chiari. In primo luogo, non comprende i motivi della fissazione alle ore 17 del termine di presentazione dei subemendamenti, che ritiene troppo breve, anche in considerazione del fatto che non sono allo stato previste ulteriori sedute delle Commissioni sul provvedimento, nel corso della corrente settimana, e non sembra pertanto esservi particolare urgenza di procedere alle votazioni.
Sotto un diverso profilo, nel ricordare che il suo gruppo parlamentare ha presentato emendamenti di merito, non puramente ostruzionistici, rileva che, ai fini di una compiuta deliberazione nel merito delle questioni proposte, occorre avere un quadro completo del provvedimento. A tal fine occorre procedere secondo l’articolato, riprendendo le votazioni a partire dall’articolo 2: l’orientamento del proprio gruppo sull’articolo 5 non può prescindere dall’esito delle votazioni sulle proposte emendative presentate agli articoli precedenti.
A nome del suo gruppo rileva pertanto che, ove le Commissioni non siano in condizioni di procedere secondo l’ordine degli articoli, appare più opportuno interrompere i lavori e attendere tutti i pareri di Governo e relatori.
Walter RIZZETTO, presidente, ribadisce l’esigenza di riprendere le votazioni delle proposte emendative a partire da quelle riferite all’articolo 5, rilevando l’opportunità di utilizzare proficuamente gli spazi di lavoro a disposizione delle Commissioni, anche in considerazione degli impegni dell’Assemblea di questa settimana. Propone in ogni caso un breve slittamento del termine per la presentazione dei subemendamenti.
Arturo SCOTTO (PD-IDP), dichiarando di intervenire in un’ottica costruttiva e di collaborazione con la maggioranza, esprime apprezzamento per la proposta di slittamento del termine.
Rammenta tuttavia come gli articoli e gli emendamenti della proposta di legge in esame siano strettamente connessi tra loro; a titolo esemplificativo, la proposta emendativa Guerra 3.8 incide direttamente sull’articolo 5. Di conseguenza, evidenzia che non è possibile procedere secondo un ordine diverso da quello dell’articolato.
Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, rileva che, da un esame complessivo delle proposte emendative presentate, appare opportuno, ad avviso dei relatori, procedere in primo luogo all’esame degli articoli ai quali sono state presentate proposte soppressive, su cui si registra la convergenza di più gruppi, anche al fine di procedere a una razionalizzazione del testo, anche per ragioni di natura sistematica.
Osserva peraltro come non si appaia opportuno procedere immediatamente alla votazione di tutte le proposte emendative riferite agli articoli 2, 3 e 4, poiché a tali articoli sono stati presentati emendamenti dei relatori, ai quali potrebbero essere presentati eventuali subemendamenti.
Valentina BARZOTTI (M5S) concorda con quanto esposto dal collega Scotto, evidenziando che non è la prima volta che la maggioranza procede in modo disordinato, con evidenti ricadute sulla sistematicità e organicità del provvedimento.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), associandosi a quanto già esposto dal collega Scotto, ritiene che vi sia un impedimento specifico a procedere secondo l’ordine proposto dalla presidenza, poiché la già menzionata proposta emendativa 3.8, a sua prima firma, presenta ricadute significative sul successivo articolo 5. Rammenta infatti che l’articolo 3 reca una visione complessiva della partecipazione gestionale dei lavoratori e ribadisce, dunque, che appare tecnicamente errato in questa fase procedere all’esame dell’articolo 5.
Walter RIZZETTO, presidente, osserva come la votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 5, pur affrontando tematiche che hanno attinenza con quelle contenute nell’emendamento Guerra 3.8, non impedisce una adeguata discussione sulle proposte emendative riferite all’articolo 3.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) ribadisce che l’ordine degli articoli ha uno specifico senso nel contesto complessivo del provvedimento e che, dunque, occorrerebbe preliminarmente esaminare gli articoli precedenti al 5. Afferma inoltre che, ove fosse stato noto l’intendimento della presidenza di procedere dapprima alla votazione delle proposte emendative riferite all’articolo 5, il suo gruppo avrebbe collocato le proposte emendative ritenute più rilevanti all’articolo 5.
Walter RIZZETTO, presidente, osserva che il ragionamento della collega Guerra in ordine alla necessità di seguire imprescindibilmente l’ordine degli articoli nella votazione degli emendamenti, portato alle sue estreme conseguenze, rischierebbe di paralizzare, di fatto, l’esame dei provvedimenti.
Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, rammenta che l’intento delle Commissioni, che ritiene possa considerarsi condiviso, è quello di approvare una proposta di legge che riguarda un articolo della Costituzione rimasto inapplicato da anni. Si tratta di un percorso che richiede il coinvolgimento di tutte le forze politiche e sottolinea come non vi sia alcuna volontà da parte della maggioranza di procedere con la sola forza dei numeri e in modo disordinato.
Tuttavia, come ricordato precedentemente dalla collega Cavandoli, in questa fase emerge la necessità di razionalizzare il testo del provvedimento, in relazione a esigenze evidenziate sia dai relatori che dal Governo, anche nell’intento di consentire alle Commissioni di potersi confrontare su un testo ordinato. Ricorda inoltre che i relatori intendono depositare ulteriori proposte emendative, che tengano conto del contenuto di emendamenti presentati dai commissari.
Valentina BARZOTTI (M5S) ribadisce il disaccordo del proprio gruppo rispetto alla decisione della presidenza, ritenendo opportuno che si voti seguendo l’ordine degli articoli, non appena i relatori e il Governo disporranno dei pareri sulle proposte emendative presentate.
Walter RIZZETTO, presidente, ritiene che sarebbe possibile procedere alle votazioni sull’articolo 2 solo ove le opposizioni rinunciassero alla facoltà di presentare subemendamenti all’emendamento 2.101 dei relatori.
Diversamente, riafferma l’opportunità e l’economicità di procedere alla votazione delle poche proposte emendative presentate all’articolo 5, dichiarandosi disponibile ad ampliare il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti dei relatori.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) interviene per chiedere, rispetto a quanto anticipato dal relatore Malagola e all’intenzione della maggioranza di procedere già nella seduta odierna alle votazioni, se vi siano specifici motivi per accelerare l’esame del provvedimento. Evidenzia al riguardo che si tratta di una proposta importante, su cui vi è l’intento di giungere a soluzioni condivise, e ritiene che tutte le forze politiche dovrebbero mostrarsi disponibili al dialogo e al confronto.
Walter RIZZETTO, presidente, nell’affermare che la maggioranza ha dato ampia disponibilità, ricorda tuttavia che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell’Assemblea a partire dal 27 gennaio prossimo, e che il testo risultante dall’esame degli emendamenti dovrà essere inviato per tempo alle competenti Commissioni per l’espressione del parere. Di conseguenza, le Commissioni riunite dispongono di tempi limitati per completarne l’esame. Ribadisce che non intende procedere a tappe forzate, anche alla luce delle interlocuzioni avute con le forze di opposizione durante la settimana precedente, ma che è suo dovere garantire che l’esame del provvedimento si concluda in tempo utile per la sua discussione in Assemblea.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) riafferma la questione di merito già evidenziata nei precedenti interventi. Ricorda che il provvedimento è suddiviso in Capi e che ciascuno di essi affronta una specifica tipologia di partecipazione dei lavoratori all’impresa; in particolare vi è un legame organico tra gli articoli 3, 4 e 5 del provvedimento, che rappresentano un corpus unitario. Qualora si iniziasse a votare dall’articolo 5, ci si troverebbe già costretti a illustrare i contenuti dell’articolo 3, concernente la partecipazione gestionale, argomento su cui il gruppo parlamentare PD ha una visione organica ben precisa. Non intende fare ostruzionismo, bensì chiede spazio per illustrare il merito del provvedimento. Ritiene infatti che i pochi minuti richiesti per l’esame dell’articolo 5 possano senz’altro essere posticipati ad una successiva seduta, non essendo certamente dirimenti ai fini del rispetto delle scadenze previste dal calendario dell’Assemblea. Afferma, in conclusione, con forza la necessità di mettere le opposizioni nella condizione di esprimere la propria organica visione sugli argomenti trattati dal provvedimento.
Walter RIZZETTO, presidente, a seguito delle osservazioni formulate dall’opposizione e dai relatori, comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti alle proposte emendative presentate dai relatori nella seduta odierna, originariamente fissato alle 17 di oggi, è differito alle ore 18 e che le Commissioni riunite sono convocate alle ore 20 per l’esame delle proposte emendative.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) prende atto della decisione del presidente di spostare avanti soltanto di un’ora rispetto a quello originariamente stabilito il termine per la presentazione delle proposte subemendative e chiede che i lavori delle Commissioni riprendano dall’esame delle proposte emendative riferite all’articolo 2.
Walter RIZZETTO, presidente, osserva che la prosecuzione dei lavori nel corso della seduta serale si rende necessaria poiché il calendario dei lavori dell’Assemblea prevede che il 27 gennaio inizi la discussione sulle linee generali delle abbinate proposte di legge in esame.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) rileva, tuttavia, che del ritardo nella presentazione degli emendamenti dei relatori e nella formulazione dei pareri da parte del Governo sulle proposte emendative presentate sono responsabili solo i relatori ed il Governo, non certo l’opposizione.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che i relatori hanno presentato anche le proposte emendative 10.100 e 17.100, che sono in distribuzione, ulteriori rispetto a quelle già presentate, fissando come termine per la presentazione dei subemendamenti quello già stabilito nel corso della seduta, ovvero le ore 18 della giornata odierna.
La seduta termina alle 15.15.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 15 gennaio 2025. — Presidenza del presidente della XI Commissione Walter RIZZETTO, indi della vicepresidente della XI Commissione Tiziana NISINI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Durigon e la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Lucia Albano.
La seduta comincia alle 19.50.
Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
C. 1573 d’iniziativa popolare, C. 300 Cirielli, C. 1184 Molinari, C. 1299 Faraone, C. 1310 Mollicone e C. 1617 Foti.
(Seguito esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 gennaio 2025.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che sono stati presentati 19 subemendamenti alle proposte emendative 2.101, 3.100, 4.100, 10.100, 11.100, 17.100 e 20.100 dei relatori, che sono in distribuzione.
In ordine ai criteri di ammissibilità dei subemendamenti, oltre alla necessaria attinenza del subemendamento alla materia trattata nel testo cui si riferiscono, richiama la pronuncia della Giunta per il Regolamento del 28 febbraio 2007, nella quale si precisa che il subemendamento, per sua natura, ha contenuto e portata più limitati dell’emendamento, incidendo soltanto su una parte del testo dell’emendamento cui è riferito, e che non sono pertanto ammessi subemendamenti integralmente soppressivi dell’emendamento, né subemendamenti interamente sostitutivi del medesimo.
Alla luce di tali criteri, avverte che sono da ritenersi inammissibili i subemendamenti Del Barba 0.2.101.1 e 0.10.100.6, in quanto integralmente sostitutivi degli emendamenti che intendono subemendare.
È altresì da ritenersi inammissibile il subemendamento Merola 0.10.100.1, in quanto non è volto a modificare l’emendamento 10.100 dei relatori, bensì a introdurre nel testo originario una ulteriore modifica, riferita ad altro articolo, non direttamente connessa con i contenuti del citato emendamento dei relatori.
Ricorda che devono infine ritenersi irricevibili, in quanto non riferibili al testo degli emendamenti che intendono subemendare, i seguenti subemendamenti: Guerra 0.3.100.1, Guerra 0.4.100.1, limitatamente alla lettera a), e Del Barba 0.17.100.1.
Avverte che nella seduta odierna si riprenderà l’esame dall’articolo 2.
Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, anche a nome della relatrice per la VI Commissione, Laura Cavandoli, esprime parere contrario sull’emendamento Mari 2.2, sugli identici emendamenti Mari 2.3 e Scotto 2.7, nonché sugli emendamenti Fenu 2.10, Mari 2.4 e 2.5, Carotenuto 2.9 e Aiello 2.8.
Raccomanda quindi l’approvazione dell’emendamento 2.101 dei relatori e propone l’accantonamento dell’emendamento Soumahoro 2.1 e degli identici emendamenti Mari 2.6 e Tucci 2.11.
Esprime infine parere favorevole sull’emendamento Tenerini 2.12 e parere contrario sull’articolo aggiuntivo Scotto 2.01.
Il sottosegretario Claudio DURIGON esprime parere conforme a quello dei relatori.
Walter RIZZETTO, presidente, concordi i relatori e i rappresentanti del Governo, dispone l’accantonamento dell’emendamento Soumahoro 2.1 e degli identici emendamenti Mari 2.6 e Tucci 2.11.
Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, l’emendamento Mari 2.2, gli identici emendamenti Mari 2.3 e Scotto 2.7, l’emendamento Fenu 2.10, l’emendamento Mari 2.4, l’emendamento Mari 2.5 e l’emendamento Carotenuto 2.9.
Valentina BARZOTTI (M5S) illustra il contenuto dell’emendamento Aiello 2.8, in qualità di cofirmataria, che reca la definizione di «informazione dei lavoratori», ai fini della proposta di legge in esame. Evidenziando la centralità della tematica e l’importanza della circolazione delle informazioni tra i lavoratori in seno all’impresa, ne chiede l’accantonamento.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) si associa alla richiesta della collega Barzotti.
Walter RIZZETTO, presidente, concordi i relatori e i rappresentanti del Governo, dispone l’accantonamento dell’emendamento Aiello 2.8.
Le Commissioni approvano, con distinte votazioni, l’emendamento 2.101 dei relatori e l’emendamento Tenerini 2.12 (vedi allegato 2).
Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene per illustrare l’emendamento 2.01 a sua prima firma.
Evidenzia in primo luogo che l’intento precipuo del suo gruppo parlamentare è quello di applicare concretamente l’articolo 46 della Costituzione. Ritiene tuttavia che, accanto all’attuazione dell’articolo 46, sia imprescindibile anche che le forze politiche si adoperino per l’attuazione dell’articolo 36, in materia di diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, nonché dell’articolo 39, in tema di rappresentanza sindacale.
In linea generale, a suo parere gli emendamenti dei relatori peggiorano complessivamente il provvedimento, di fatto espungendo dal testo il riferimento ai contratti collettivi, che dovrebbero invece essere la bussola di tutte le forme di partecipazione dei lavoratori, a partire dalla partecipazione organizzativa; al riguardo, ritiene fondamentale il ruolo dei contratti collettivi per individuare il numero dei lavoratori all’interno dei consigli di sorveglianza.
Con stretto riferimento alla proposta emendativa in esame richiama l’introduzione, attraverso gli articoli da 2-bis a 2-quinquies, di un complesso di norme relative alla rappresentatività delle organizzazioni sindacali, senza la quale la discussione sulla proposta in esame risulterebbe incompleta.
Ricorda che la tematica della rappresentatività era già emersa in occasione della discussione sul cosiddetto salario minimo; coglie l’occasione per ricordare come, sul tema del salario minimo, sia in corso attualmente la raccolta delle necessarie firme per una proposta di legge di iniziativa legislativa popolare, confidando che a breve sia presentata in Parlamento. A suo avviso, ogni discussione in tema di salario minimo è strettamente connessa all’attuazione dell’articolo 39, il quale prevede che i contratti collettivi di lavoro siano efficaci erga omnes, ovvero per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
Ribadisce quindi la stretta connessione tra l’attuazione degli articoli 36, 39 e 46 della Costituzione.
Evidenzia quindi che, qualora fosse respinta la proposta emendativa in esame – così come altri emendamenti, di analogo tenore, presentati dal suo gruppo – i rappresentanti dei lavoratori da consultare e coinvolgere nella vita delle imprese non verrebbero scelti dai lavoratori medesimi, bensì sarebbero cooptati dai datori di lavoro, con l’ulteriore rischio di utilizzare quale criterio di selezione la condotta del dipendente e non, come sembra invece auspicabile, la sua capacità di formulare proposte migliorative della gestione aziendale.
Ritiene dunque che le forze politiche debbano attivarsi per attuare una vera riforma, non limitandosi a una mera attuazione formale della Costituzione. Evidenzia il rischio che, a seguito dell’accoglimento delle proposte emendative dei relatori, venga approvato un testo molto lontano da quello originariamente presentato, che non sarebbe riconoscibile per i presentatori e che si ridurrebbe, in sostanza, a un mero slogan politico.
Conclude rammentando che i padri costituenti, nella stesura della carta fondamentale, oltre a delineare i principi fondanti dei rapporti economici dei cittadini, hanno altresì delineato, attraverso la numerazione progressiva degli articoli, una vera e propria gerarchia di valori: ritiene non sia un caso se al Titolo III, relativo ai rapporti economici, l’articolo 46 sia successivo al 36 e al 39. Ribadisce dunque la necessità di procedere all’attuazione di tutti i predetti articoli.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) chiede l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Walter RIZZETTO, presidente, a seguito della richiesta della deputata Guerra, non essendovi obiezioni, dispone l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), ricollegandosi a quanto affermato dal collega Scotto, sottolinea che affinché la partecipazione dei lavoratori alla governance d’impresa sia seria ed effettiva devono ricorrere almeno due condizioni. La prima, a suo avviso, è la previsione di un criterio che possa stabilire una reale rappresentatività dei rappresentanti dei lavoratori che dovranno operare all’interno degli organismi in cui è prevista la loro partecipazione. Ritiene errata l’impostazione seguita dalla maggioranza, secondo cui il grado di rappresentatività dei sindacati dovrebbe valutarsi in base al numero di contratti collettivi conclusi; osserva, infatti, che in tal modo si favorirebbe e legittimerebbe la pratica dei cosiddetti «contratti pirata». La seconda condizione, che reputa strettamente legata alla prima, è l’attribuzione ai rappresentanti dei lavoratori di poteri effettivi, che consentano loro di svolgere una reale partecipazione alla gestione d’impresa.
Lorenzo MALAGOLA, relatore per la XI Commissione, ricollegandosi alle osservazioni svolte dalla collega Guerra, evidenzia che l’articolo aggiuntivo Scotto 2.01 costituisce una proposta strutturata e di sostanza, che le forze di opposizione hanno formulato senza tener conto dell’impostazione della maggioranza sulle politiche del lavoro. In particolare, gli articoli 36, 29 e 46 della Costituzione, che riguardano la condizione dei lavoratori, stanno certamente a cuore alla maggioranza, come dimostrato, ad esempio, dal progetto di legge sull’equo compenso delle prestazioni professionali, a prima firma di Giorgia Meloni. Ciò considerato, ritiene che i temi del lavoro debbano essere affrontati in modo unitario e che il provvedimento in esame debba pertanto essere concepito come il tassello di un progetto organico.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP), intervenendo sull’articolo aggiuntivo Scotto 2.01, ritiene opportuno porre in luce il fatto che ai diversi comparti produttivi corrispondono rappresentanze sindacali più o meno forti. Tanto premesso, si chiede se nell’ambito della partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa sia ammissibile una simile geografia variabile dei sindacati, tale da incidere sulla possibilità degli stessi di soddisfare le legittime aspettative dei lavoratori. Evidenzia che tale riflessione fonda la ratio delle proposte emendative presentate dalle forze di opposizione, che tendono ad inserire precisi obblighi in materia di contrattazione e rappresentanza sindacale, evitando l’ampio rinvio alla contrattazione collettiva.
Il sottosegretario Claudio DURIGON, replicando a quanto affermato dall’onorevole Laus, precisa che l’obiettivo del provvedimento in esame è quello di consentire a tutti i sindacati di esercitare le loro funzioni di rappresentanza dei lavoratori e delle imprese. Nel far riferimento alle tre grandi tipologie di contrattazione collettiva – nazionale, territoriale ed aziendale – evidenzia che la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione gestionale dell’impresa offre la possibilità ai rappresentanti dei lavoratori di entrare in un contesto aziendale ed è, pertanto, uno strumento di rafforzamento della rappresentanza sindacale, che non deve tuttavia costituire un obbligo bensì rientrare nella libera scelta dei lavoratori.
Francesco MARI (AVS), nel ricollegarsi all’intervento del relatore Malagola, reputa senz’altro organico il modo in cui le forze di maggioranza affrontano i temi del lavoro, ma evidenzia come lo stesso sia fondato su una lettura distorta degli articoli 36, 39 e 46 della Costituzione. Nel sottolineare la necessità di non invadere gli spazi della contrattazione collettiva, sottolinea come la proposta di legge in esame determini una invasione di campo nella sfera delle libertà sindacali, scegliendo di fatto, con una valutazione politica, il tipo di contrattazione sindacale e il modello di sindacato da preferirsi. Al contrario, come correttamente sottolineato dal sottosegretario Durigon, è dell’avviso che la politica dovrebbe lasciare uno spazio a tutti i modi di fare sindacato e contrattazione, nell’ambito delle diverse tipologie. Osserva, in conclusione, che non costituiscono invece una invasione di campo nei confronti della politica le legittime politiche sindacali a difesa dei lavoratori.
Le Commissioni respingono l’articolo aggiuntivo Scotto 2.01.
Lorenzo MALAGOLA, relatore per la XI Commissione, anche a nome della relatrice per la VI Commissione, passando all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all’articolo 3, esprime parere contrario sugli emendamenti Guerra 3.8, Scotto 3.9 e Barzotti 3.15. Esprime parere favorevole sull’emendamento Nisini 3.16, a condizione che venga riformulato nei termini riportati in allegato. Esprime parere contrario sugli emendamenti Barzotti 3.12, Mari 3.3, Soumahoro 3.1 e 3.2, mentre raccomanda l’approvazione dell’emendamento 3.100 a firma dei relatori. Esprime parere contrario sugli emendamenti Aiello 3.13 e Mari 3.4, sugli identici emendamenti Mari 3.5 e Carotenuto 3.14, nonché sull’emendamento Mari 3.6. Esprime parere favorevole sull’emendamento Mari 3.7, nonché sugli identici emendamenti Scotto 3.10, Volpi 3.11 e Bagnai 3.17.
Il sottosegretario Claudio DURIGON esprime pareri conformi a quelli testé espressi dai relatori.
Tiziana NISINI (LEGA) accoglie la proposta di riformulazione del proprio emendamento 3.16.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento 3.8 a sua prima firma, sottolinea che l’approvazione o meno dello stesso sarà determinante nel decidere l’atteggiamento delle forze di opposizione verso la proposta di legge in esame nel suo complesso.
Nell’illustrare la proposta emendativa in discussione, evidenzia la volontà di rendere effettiva la partecipazione gestionale dei lavoratori all’impresa. In particolare, afferma che nelle imprese con più di 300 dipendenti in cui l’amministrazione e il controllo siano esercitati da un consiglio di gestione e da un consiglio di sorveglianza, secondo un sistema dualistico, ai fini di una partecipazione effettiva dei lavoratori, deve prevedersi l’obbligatorietà della partecipazione di rappresentati dei lavoratori dipendenti al consiglio di sorveglianza per una quota che, in considerazione della citata soglia minima dei 300 dipendenti, non deve essere inferiore ad un quinto dei componenti dello stesso. A suo avviso, in assenza di una vera e propria obbligatorietà, la previsione normativa, che attualmente si limita a facoltizzare la partecipazione gestionale dei lavoratori, non risulterebbe di alcuna utilità. Inoltre, ritiene indispensabile che l’individuazione dei rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza sia effettuata tramite i canali sindacali della rappresentanza sindacale unitaria o, in alternativa, della rappresentanza sindacale aziendale. In relazione alla partecipazione di rappresentanti dei lavoratori al consiglio di amministrazione, pur ritenendo che attualmente non vi siano le condizioni per la previsione di un obbligo di partecipazione dei lavoratori, valuta necessario che, laddove tale partecipazione vi sia, gli amministratori in rappresentanza degli interessi dei lavoratori dipendenti siano presenti in una misura non inferiore ad un terzo dei membri del consiglio di amministrazione, e siano scelti anch’essi attraverso i canali sindacali. Inoltre, reputa necessario che i rappresentanti dei lavoratori al consiglio di amministrazione siano dotati di adeguati poteri di temporanea interdizione degli atti di amministrazione straordinaria adottati dal consiglio di amministrazione, come ad esempio i licenziamenti collettivi o la cessione di un ramo di azienda, al fine di aprire sul punto un ampio dibattito sindacale. Conclusivamente, ritiene che un discorso analogo possa essere svolto con riferimento alle modifiche che si intendono apportare, tramite l’emendamento in discussione, all’articolo 5 del provvedimento in esame.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) propone l’accantonamento dell’emendamento Guerra 3.8, nonostante il parere contrario dei relatori e del Governo, dal momento che, a suo avviso, esso affronta i temi che costituiscono il cuore delle proposte di legge in esame.
Invero, afferma che gli emendamenti dei relatori, forse a causa di pressioni operate dal Governo, hanno depotenziato le forme di partecipazione organizzativa e di partecipazione consultiva, con la conseguenza che le misure davvero rilevanti che residuano della proposta di legge in esame sono quelle relative alla partecipazione gestionale e alla partecipazione economico-finanziaria dell’impresa da parte dei lavoratori.
Pertanto, sostiene che è assolutamente necessario che gli articoli relativi alla partecipazione gestionale, a partire dall’articolo 3, siano formulati correttamente, che la partecipazione gestionale sia applicabile, che sia previsto un obbligo legale in capo alle aziende di prevedere tale forma di partecipazione, tarato su aziende che impiegano un numero significativo di lavoratori. Osserva, inoltre, che il motore delle proposte di legge in esame devono essere il protagonismo dei lavoratori e la democrazia sindacale.
Avverte che, altrimenti, il risultato non sarà quello di non riuscire ad avvicinarsi al modello tedesco di partecipazione da parte dei lavoratori alla gestione delle imprese, che è ben più ambizioso ed ha una storia propria ben definita, bensì quello di dare vita soltanto ad un’operazione simbolica, affetta da un duplice rischio. Nel caso in cui l’azienda abbia un andamento positivo, i lavoratori potrebbero partecipare ai profitti ed ai risultati dell’impresa. Ben diversa sarebbe invece la situazione di un’azienda che dovesse avere un andamento negativo, con ripercussioni sull’occupazione. In questo caso, non essendo previsto il criterio della rappresentanza e non essendo obbligatorio il coinvolgimento delle RSU e RSA per l’individuazione dei rappresentanti dei lavoratori dipendenti nel consiglio di sorveglianza, si correrebbe il rischio che nella gestione dei licenziamenti e delle perdite il rappresentante dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza divenga il bersaglio delle critiche mosse da coloro che dovrebbe rappresentare, pur essendo senza poteri, come quello di sospensione delle delibere di straordinaria amministrazione che coinvolgano la struttura organizzativa e produttiva dell’impresa e il suo assetto occupazionale, e non essendo quindi protagonista bensì ostaggio delle scelte aziendali.
Ritiene quindi che l’accantonamento dell’emendamento Guerra 3.8 costituisca una scelta saggia nell’ottica di voler intraprendere un reale sforzo riformatore.
Valentina BARZOTTI (M5S) ringrazia la collega Guerra per la presentazione dell’emendamento 3.8 e dichiara di condividere la richiesta d’accantonamento formulata dall’onorevole Scotto perché i problemi derivanti dalla reiezione dell’emendamento potrebbero essere molteplici. Pur ritenendo, a differenza dei colleghi del Partito Democratico, che la partecipazione gestionale dovrebbe essere realtà in ogni azienda a prescindere dal limite dimensionale, dichiara di essere completamente d’accordo circa l’attribuzione agli amministratori che rappresentano gli interessi dei lavoratori dipendenti del potere di sospensione temporanea delle delibere societarie di straordinaria amministrazione, ritenendo altresì congruo il termine massimo trimestrale di sospensione previsto dalla proposta emendativa al fine di attivare le procedure di raffreddamento e di svolgere gli incontri sindacali.
Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, ricorda che la partecipazione gestionale costituisce la forma di partecipazione più difficile da attuare e che occorre tempo perché si creino le condizioni da parte datoriale e dei lavoratori per poterci arrivare. Ritiene, infatti, che essa non possa essere imposta fin da subito pena l’ulteriore inquinamento delle relazioni industriali.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l’emendamento Guerra 3.8 nonché gli emendamenti Scotto 3.9 e Barzotti 3.15.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento Nisini 3.16, chiede delucidazioni sulla proposta di riformulazione che è stata distribuita. In particolare, domanda se la previsione da parte degli statuti della partecipazione di uno o più rappresentanti dei lavoratori dipendenti nel consiglio di sorveglianza costituisca una condizione per l’attivazione della forma di partecipazione gestionale.
Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, rispondendo alla domanda posta dalla collega Guerra, precisa che lo statuto deve necessariamente intervenire – in ordine alla presenza di un amministratore rappresentante dei lavoratori – sotto molteplici profili tra cui, ad esempio, quello relativo al numero di amministratori previsti. Osserva che la condizione in questione è meramente tecnica.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo in dichiarazione di voto, afferma di ritenere che la proposta di riformulazione sia peggiorativa del testo originario della proposta di legge, depotenziando il ruolo della contrattazione collettiva.
Inoltre, osserva che è necessario che il numero di rappresentanti dei lavoratori sia adeguato ovvero pari ad almeno un quinto dei posti previsti.
Dichiara pertanto il voto contrario sull’emendamento 3.16, come riformulato, a nome del Partito Democratico.
Le Commissioni approvano l’emendamento Nisini 3.16 come riformulato (vedi allegato 2).
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento Nisini 3.16, come riformulato, risultano preclusi gli emendamenti Barzotti 3.12, Mari 3.3 e Soumahoro 3.1.
Le Commissioni respingono l’emendamento Soumahoro 3.2.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento 3.100 dei relatori, afferma di non comprenderne la ratio. Ricorda che la previsione di membri supplenti è necessaria perché gli amministratori effettivi che rappresentano gli interessi dei lavoratori potrebbero perdere ogni titolo di rappresentanza per le più disparate ragioni, come ad esempio per il fatto di cambiare lavoro o di andare in pensione.
Chiede quindi di spiegare per quale motivo la maggioranza intende eliminare la presenza di membri supplenti.
Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, rispondendo alla collega Guerra, precisa che l’articolo 2409-duodecies del codice civile già disciplina i criteri di sostituzione dei membri del consiglio di sorveglianza.
Le Commissioni approvano l’emendamento 3.100 dei relatori.
Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Aiello 3.13, Mari 3.4, gli identici emendamenti Mari 3.5. e Carotenuto 3.14 nonché l’emendamento Mari 3.6.
Approvano, invece, l’emendamento Mari 3.7 e gli identici emendamenti Scotto 3.10, Volpi 3.11, Bagnai 3.17.
Walter RIZZETTO, presidente, invita i relatori ed il rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 4 della proposta di legge, avvertendo che l’emendamento Giaccone 4.10 è stato ritirato.
Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, anche a nome della relatrice per la VI Commissione, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Mari 4.3 e Tucci 4.7. Esprime parere favorevole sull’emendamento Giaccone 4.9. Esprime parere contrario sugli emendamenti Barzotti 4.8 e Fenu 4.6, nonché sui subemendamenti Del Barba 0.4.100.3, Guerra 0.4.100.1 e 0.4.100.2, raccomandando l’approvazione dell’emendamento dei relatori 4.100. Esprime infine parere contrario sugli emendamenti Scotto 4.4 e Faraone 4.1 e 4.2, proponendo l’accantonamento dell’emendamento Scotto 4.5.
Il sottosegretario Claudio DURIGON esprime pareri conformi a quelli testé espressi dai relatori.
Riccardo TUCCI (M5S), intervenendo sull’emendamento a sua prima firma 4.7, precisa che la volontà di sopprimere l’intero articolo 4 dipende soprattutto dalla disciplina posta dal comma 1 del medesimo articolo.
Afferma, infatti, che l’attuale formulazione dell’articolo 4, comma 1, pone un evidente problema di conflitto d’interessi dal momento che essa consente ai contratti collettivi di poter prevedere la partecipazione al consiglio di amministrazione e al comitato per il controllo sulla gestione, ove costituito, di uno o più amministratori rappresentanti gli interessi dei lavoratori dipendenti. Ritiene quindi opportuno che tale disposizione sia modificata nel senso di prevedere la necessaria separazione funzionale tra organo di controllo e organo di amministrazione attiva.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Mari 4.3 e Tucci 4.7, approvano l’emendamento Giaccone 4.9 (vedi allegato 2) e respingono gli emendamenti Barzotti 4.8 e Fenu 4.6, nonché il subemendamento Del Barba 0.4.100.3.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) interviene per illustrare il subemendamento 0.4.100.1 a sua prima firma, evidenziando l’importanza di non sopprimere la previsione, contenuta nel testo del provvedimento in esame, che prevede l’attribuzione di permessi retribuiti ai lavoratori che partecipano alla vita di impresa.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Guerra 0.4.100.1 e 0.4.100.2, e approvano l’emendamento dei relatori 4.100. Respingono quindi l’emendamento Scotto 4.4.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento 4.100 dei relatori, risultano preclusi gli emendamenti Faraone 4.1 e 4.2. Dispone quindi l’accantonamento dell’emendamento Scotto 4.5. Concordi i relatori e il Governo, dispone altresì l’accantonamento di tutti gli emendamenti riferiti agli articoli 5, 6 e 7.
Rinvia infine il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 21.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 430 dell’8 gennaio 2025, a pagina 7, prima colonna, quarta riga, le parole «La Commissione respinge» sono sostituite dalle seguenti: «Le Commissioni respingono»;
a pagina 7, seconda colonna, il primo paragrafo è sostituito dal seguente: «Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Mari 1.5, Faraone 1.2, Barzotti 1.12 e Mari 1.7; approvano l’emendamento Tenerini 1.19 (vedi allegato 2). Con distinte votazioni, respingono altresì gli emendamenti Mari 1.8 e Tucci 1.15.»;
a pagina 7, seconda colonna, il quinto paragrafo è sostituito dal seguente: «Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Scotto 1.11, Mari 1.6 e 1.10 ed approvano l’emendamento Aiello 1.13 . Le Commissioni respingono l’emendamento Mari 1.9, approvano l’emendamento Fenu 1.17, respingono la proposta emendativa Carotenuto 1.14, approvano l’emendamento Barzotti 1.16 e respingono l’emendamento Faraone 1.3.».
INTERROGAZIONI
Mercoledì 15 gennaio 2025. — Presidenza della vicepresidente Tiziana NISINI, indi del presidente Walter RIZZETTO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 14.05.
Tiziana NISINI, presidente, ricorda che l’ordine del giorno reca lo svolgimento delle interrogazioni 5-03209 Tenerini, 5-03279 Gribaudo e 5-03303 Barzotti.
5-03279 Gribaudo: Iniziative volte a salvaguardare i livelli occupazionali e le prospettive industriali dei siti produttivi del gruppo Dana e più in generale a sostenere il settore e tutta la filiera dell’automotive.
Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Chiara GRIBAUDO (PD-IDP), in collegamento da remoto, replicando ringrazia il sottosegretario Durigon per la risposta fornita, ribadendo tuttavia come la situazione del settore dell’automotive in Piemonte sia grave, soprattutto quella che interessa il gruppo Dana. Pur ritenendo positiva la prossima convocazione del primo tavolo plenario di approfondimento inerente la società Dana Italia presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, dichiara la parziale soddisfazione del Partito Democratico per la risposta data, essendo in attesa di conoscere i contenuti del piano industriale che sarà presentato dal Governo per il settore e tutta la filiera dell’automotive.
Ritiene che la decisione di delocalizzare la produzione al di fuori dell’Italia sottenda una mera operazione finanziaria visto che la società Dana Italia non è in crisi.
In conclusione, ribadisce la necessità dell’adozione di una politica industriale nazionale per il settore e la filiera dell’automotive nonché, conseguentemente, un piano di finanziamenti pubblici per la realizzazione delle infrastrutture necessarie e la formazione dei lavoratori.
5-03209 Tenerini: Iniziative volte a tutelare i lavoratori dell’azienda Toyo Tires presso la sede di Collesalvetti anche mediante l’attivazione di ammortizzatori sociali.
Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Chiara TENERINI (FI-PPE), replicando, ringrazia il sottosegretario per la risposta fornita dichiarando di essere soddisfatta.
Precisa che l’interrogazione è stata presentata quando i fatti in essa descritti stavano avvenendo ed i lavoratori erano del tutto all’oscuro di quale sarebbe stato il proprio destino; oggi, invece, è divenuta certezza la delocalizzazione della produzione italiana in Serbia, decisione nei confronti della quale esprime tutto il proprio dispiacere anche perché colpisce un territorio già in difficoltà.
Ringrazia il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per la disponibilità e l’apertura manifestata ad intervenire, nei limiti delle proprie competenze, per la tutela dei lavoratori coinvolti e la salvaguardia delle realtà locali qualora arrivi una comunicazione o una richiesta d’intervento relativa alla situazione occupazionale dei lavoratori dell’azienda Toyo Tires.
La seduta, sospesa alle 14.15, è ripresa alle 14.40.
5-03303 Barzotti: Iniziative per garantire la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori e pensionati iscritti al fondo «Fiorenzo Casella».
Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Valentina BARZOTTI (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo, ricordando come la liquidazione del fondo «Fiorenzo Casella» interessi circa quattordicimila persone, di cui millequattrocento che ancora lavorano. Inoltre, ribadisce che il fondo è stato reso obbligatorio dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1158 del 2 gennaio 1962 e che, pertanto, i lavoratori non hanno potuto decidere di non iscriversi né di non versare i relativi contributi.
Osserva che la liquidazione del fondo priverà ogni beneficiario di circa centocinquanta euro mensili e che essa costituirà una grave violazione dei diritti previdenziali acquisiti dai lavoratori nel corso di decenni.
In conclusione, chiede pertanto al Governo di valutare l’adozione di soluzioni alternative alla liquidazione del fondo al fine di garantire i diritti previdenziali dei lavoratori e dei pensionati ad esso iscritti.
Walter RIZZETTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.45.
AVVERTENZA
I seguenti punti all’ordine del giorno non sono stati trattati:
COMITATO RISTRETTO
Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.
C. 153-202-844-1104-1128-1395-A.
SEDE CONSULTIVA
DL 208/2024: Misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza.
C. 2184 Governo.
DL 201/2024: Misure urgenti in materia di cultura.
C. 2183 Governo.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI