La violenta esplosione di ieri presso il deposito dell’ENI di Calenzano ha causato l’ennesima strage, 5 lavoratori hanno perso la vita e altri 19 sono rimasti feriti, dei quali 3 sono tutt’ora ricoverati in gravi condizioni. “Nell’esprimere il cordoglio e la vicinanza di tutti i metalmeccanici e le metalmeccaniche alle famiglie delle vittime e nella speranza che i lavoratori ricoverati possano al più presto riprendere le loro vite, ci troviamo ancora una volta a dover affrontare il tema della mancanza di garanzie per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.” Così in una nota Silvia Simoncini, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile Salute e Sicurezza.
“Ci costituiremo parte civile – prosegue Simoncini – e confidiamo nelle autorità competenti per fare luce sull’ennesima ed inaccettabile strage sul lavoro. Abbiamo bisogno di interventi normativi stringenti e di controlli più serrati su tutto il territorio nazionale. È ora che Governo e sistema delle imprese si assumano la responsabilità di intervenire in modo straordinario su salute e sicurezza da garantire negli appalti e subappalti.”
“Nell’attesa che la magistratura faccia le dovute verifiche – precisa la sindacalista – ci preme però sottolineare che ancora una volta, esattamente come accadde per il crollo del cantiere dell’Esselunga, una delle cose più complesse è stata ricostruire la mappa delle aziende operanti in appalto all’interno del deposito. Le iniziative di sciopero continueranno insieme a quelle sulla prevenzione e continueremo ad essere al fianco di tutte le lavoratrici e i lavoratori perché lavorare in sicurezza deve essere un diritto di tutti.”
E.G.