Nel corso della consultazione con il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo la Funzione Pubblica della Cida ha presentato le sue priorità per una pubblica amministrazione capace di affrontare le sfide del presente e del futuro. Con un appello alla valorizzazione delle competenze, all’eliminazione delle disuguaglianze e all’accelerazione dei processi contrattuali, la Federazione si pone come promotore di un cambiamento necessario e non più rinviabile.
“La pubblica amministrazione deve tornare a essere un motore di sviluppo, sostenuta da dirigenti qualificati e da un sistema equo e trasparente, ma l’attuale manovra rischia di indebolire il ceto medio produttivo e di non affrontare in modo strutturale le sfide che la PA deve superare per innovarsi. Fp Cida ribadisce il suo impegno per una pubblica amministrazione più equa, efficiente e capace di sostenere lo sviluppo del Paese”.
Fp Cida chiede un maggiore riconoscimento del ruolo strategico dei dirigenti pubblici, figure manageriali indispensabili per affrontare le trasformazioni in atto e per promuovere una cultura dell’innovazione e della sostenibilità.
“Non possiamo continuare a penalizzare i dirigenti con provvedimenti che ne riducono il ruolo e l’autorevolezza e che minano il principio della separazione fra funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni di gestione. È il momento di un segnale politico forte che restituisca orgoglio e speranza a queste figure essenziali”.
La Federazione sottolinea la necessità di eliminare le disparità di trattamento economico in relazione all’applicazione di alcuni istituti tra dirigenti e professionisti all’interno della stessa Area contrattuale.
“Chiediamo una revisione che valorizzi tutte le competenze indispensabili al buon funzionamento della Pubblica Amministrazione.”
Pur accogliendo con favore i finanziamenti previsti fino al 2030, FP CIDA evidenzia l’urgenza di snellire i tempi delle trattative, spesso soggette a ritardi che compromettono la qualità dei servizi e la motivazione del personale. Inoltre, è ora di inserire all’interno dei Contratti Collettivi di Lavoro del Settore pubblico la disciplina del welfare aziendale, con particolare riferimento a Sanità in convenzione e Previdenza complementare. La proposta mira non solo ad un oggettivo miglioramento qualitativo della contrattazione pubblica ma anche a favorire una progressiva osmosi col mondo privato, in cui la forte espansione del welfare aziendale nei contratti collettivi – che peraltro vengono sottoscritti in tempi assolutamente fisiologici e non patologici come inviene nella PA – affianca utilmente la disciplina di natura squisitamente retributiva.
“Garantire risorse certe non basta: è fondamentale accelerare le trattative per evitare ritardi che penalizzano il personale e impediscono alla Pubblica Amministrazione di rispondere con efficienza alle necessità del Paese”.
La tornata contrattuale 2019/2021 ha introdotto nella PA l’area delle elevate qualificazioni anche se con molte differenze fra i vari settori, ed una ingiustificata regressione per i DSGA. Le elevate professionalità sono prossime alla dirigenza, per mansioni, competenze e responsabilità. Riteniamo quindi poco lungimirante averle collocate nei comparti e non in apposite sezioni contrattuali delle aree dirigenziali” afferma Fp Cida
Fp Cida denuncia il rallentamento del turnover al 75% e il blocco dei concorsi previsto per il 2025, misure che non solo ostacolano il ricambio generazionale, ma rischiano di rendere le amministrazioni sempre meno adeguate alle sfide attuali. In particolare, il taglio di 7.800 posti nella scuola tra personale docente e ATA rappresenta un colpo gravissimo alla qualità del sistema educativo, con conseguenze che si rifletteranno sul futuro del Paese.
“Bloccare i concorsi e ridurre le assunzioni significa lasciare i cittadini senza servizi adeguati e non offrire opportunità ai giovani. La scuola, già sotto pressione, non può sopportare ulteriori tagli che mettono a rischio la formazione delle nuove generazioni”.
La Federazione ritiene che il trattenimento in servizio dei dirigenti senior fino a 70 anni sia una misura utile, ma che debba essere accompagnata da un ricambio generazionale, per creare un mix equilibrato tra esperienza e innovazione.
“Il mentoring offerto dai dirigenti senior è prezioso, ma deve accompagnarsi all’ingresso di giovani capaci di portare nuova linfa e competenze aggiornate”.