Le imprese italiane faticano a trovare manodopera. Un fenomeno in costante crescita visto che, a novembre, le aziende di manifattura e servizi lamentano difficoltà a reperire il 47,9% del personale necessario (pari a 204.790 lavoratori), 2,8 punti percentuali in più rispetto al 45,1% del 2023. E mentre le aziende cercano lavoratori, i giovani non cercano lavoro. Secondo il rapporto di Confartigianato, diffuso in occasione dell’assemblea annuale, i giovani inattivi tra 25 e 34 anni sono 1.495.000, un numero che assegna all’Italia il primato negativo nell`Unione europea con un tasso del 24,2%, a fronte del 14,1% della media Ue.
C’è poi anche l’allarme fisco. Nel 2024 la pressione fiscale fa registrare 36,6 miliardi di maggiore tassazione su cittadini e imprese italiani rispetto all`Eurozona, pari a 620 euro pro capite in più.
Al peso del fisco si aggiunge la batosta del caro-bollette: nel biennio 2022-2023 le piccole imprese italiane hanno pagato l`energia elettrica 11,8 miliardi in più rispetto alla media dei Paesi dell`Unione economica e monetaria. Superiore al resto d`Europa anche il cuneo fiscale sul lavoro. In Italia è pari al 45,1%, 3,5 punti in più rispetto al 41,6% della media dei 22 paesi avanzati membri dell`Ue e 10,3 punti in più rispetto alla media dei paesi Ocse.
Non va meglio sul fronte della burocrazia: il 73% degli imprenditori italiani lamenta la complessità delle procedure amministrative, sette punti in più del 66% della media Ue. Inoltre, il 78% degli imprenditori si sente ostacolato dai continui cambiamenti legislativi, ben 14 punti percentuali in più rispetto al 64% della media Ue.
Allargando lo sguardo allo scenario geopolitico internazionale, il conflitto russo-ucraino, dal 2022 ad oggi, è costato alle imprese italiane 155,1 miliardi di euro.
Ai 13,4 miliardi di mancate esportazioni verso Russia e Ucraina si sommano la perdita di 18,4 miliardi di export verso la Germania, 78,9 miliardi di maggiori costi per l`acquisto di energia dall`estero e 44,3 miliardi di maggiori oneri finanziari a causa dell`aumento dei tassi d`interesse per contrastare l`inflazione. L`impatto economico dei conflitti in corso è calcolato nel rapporto dell`Ufficio studi di Confartigianato presentato all`assemblea della Confederazione e che fotografa oneri e ostacoli sulle aziende italiane, in particolare sui 4,6 milioni di piccole imprese che danno lavoro a 11,4 milioni di addetti.
In prospettiva, il protrarsi della crisi in Medio Oriente potrebbe determinare uno shock sui prezzi energetici con un impatto recessivo sul Pil dell`Italia per 18,8 miliardi di euro nel biennio 2025-2026.