Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha firmato l’ordinanza di precettazione per lo sciopero di venerdì 29 nel settore dei trasporti proclamato da Cgil e Uil. E’ questo l’esito dell’incontro avvenuto nel pomeriggio al Mit, dopo l’intervento della commissione di garanzia sugli scioperi il ministro delle Infrastrutture ha chiesto a Cgil e Uil e alle altre sigle che venerdì sciopereranno contro la manovra economica di ridurre da 8 a 4 ore la protesta nel trasporto pubblico locale.
“Prendiamo atto che nel tentativo di conciliazione il ministro Salvini non era interessato a conoscere le motivazioni chi hanno portato a proclamare lo sciopero. Il ministro ha aderito alle segnalazioni della Commissione, riducendo lo sciopero nei trasporti ma senza dare gli elementi necessari per spiegare questa decisione. Riscontriamo ancora una volta un grave pregiudizio e una violazione del diritto di sciopero. Aspettiamo di leggere gli atti, ma non è escluso un ricorso al Tar”. È questo il commento della segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli. Anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, nel pomeriggio aveva fatto sapere che in caso di precettazione i sindacati si sarebbero rivolti alla magistratura.
In un video messaggio il titolare dei Trasporti ha detto che “per evitare agli italiani l’ennesimo venerdì di caos, ho deciso di intervenire direttamente riducendo a 4 ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati per venerdì. In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Esiste – ha aggiunto Salvini – il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla mobilità, alla salute e al lavoro di tutti gli altri italiani”.
Su questi numeri arriva la replica della Cgil, sempre per bocca della segretaria confederale Gabrielli. “Dalle nostre rilevazioni, nel tpl, dove operano nel territorio nazionale circa mille aziende tra pubbliche e private, negli ultimi 24 mesi – precisa la dirigente sindacale – la media mensile è stata di 17 scioperi. Nei 19 mesi del governo Gentiloni, dal 2016 al 2018, la media mensile degli scioperi è stata pari a 22. Mentre, durante il governo Renzi, in 34 mesi, la media mensile è stata di 18 scioperi”.
“Se la questione centrale diventa la quantità degli scioperi e non le cause la questione non è più quella del contemperamento degli interessi, che anche la legge tutela, ma si vuole limitare il diritto di sciopero. Al Ministro bisogna inoltre ricordare – aggiunge la segretaria confederale – che gli scioperi vengono proclamati nel rispetto delle fasce di garanzia e dei presidi minimi dei servizi a tutela degli utenti. L`oggetto della discussione che riguarda il 29 novembre è la compressione dello sciopero generale e delle sue regole, ma al Ministro conviene far finta di non capire”, conclude la segretaria confederale.
Lo scontro tra Salvini e Cgil e Uil è diventato ormai un appuntamento immancabile degli ultimi due anni. Uno scontro che non si consuma unicamente tra il ministro dei Trasporti e i vertici dei due sindacati, ma anche nei confronti delle categorie delle tre confederazioni. Mai come da quando il segretario della Lega ha in mano la gestione delle infrastrutture del paese la parola precettazione è entrata nel lessico comune.
In vista del 29 novembre Cgil e Uil hanno escluso le ferrovie perché, come prevede la norma che disciplina che lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, devono passare almeno 10 giorni tra uno sciopero e l’altro nello stesso settore per “rarefare il conflitto”. E così Cgil e Uil hanno fatto visto che i sindacati di base avevano proclamato l’astensione dal lavoro per il personale del trasporto su rotaia nel weekend del 23 e 24 novembre. Quindi tutto risolto. Neanche per sogno.
Il Garante “per obbedire ai diktat di Salvini” come detto in una nota congiunta di Landini e Bombardieri, ha chiesto di ridurre di 4 ore l’agitazione nel settore dei trasporti. Secca la risposta di Cgil e Uil che hanno confermato le 8 ore di sciopero. Il punto è che il ministro Salvini che agisce dimostrando di non conoscere o di non voler rispettare le regole, sbandierando l’arma della precettazione.
Certo presentarsi come difensore di chi è costretto a muoversi con i mezzi e che subisce i disagi dello sciopero ha un grande appeal sull’utenza che non si mette a distinguere le sigle che lo proclamano. Per chi prende bus e metro non fa nessuna differenza che siano i confederali o gli autonomi. Quello che vedono sono solamente fermate della metro chiuse o autobus che non passano. Su questo punto Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti, in vista dello sciopero dello scorso 8 novembre, avevano dato il via a una compagna di sensibilizzazione nei confronti dell’utenza.
Eppure l’atteggiamento “selvaggio” che Salvini imputa ai confederali non trova riscontro proprio nei dati del Garante. Nei primi 11 mesi del 2024 solo uno sciopero su tre è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil. Su 54 giorni di sciopero il 33% è a carico delle tre confederazioni, il restante 67% ad altri sindacati. Quindi la frequenza all’astensione dal lavoro è molto bassa per Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti. Quello che incide, semmai, è la capacità di mobilitazione che hanno Cgil, Cisl e Uil e quindi l’elevata partecipazione. Per questo motivo e i conseguenti disagi, il ministro Salvini aveva deciso per la precettazione anche per lo sciopero del novembre 2023.
Altro cavallo di battaglia del ministro, che fa grande breccia nell’opinione pubblica, sono i fine settimana lunghi che si concedono i sindacalisti. Landini e Bombardieri scioperano il venerdì per allungarsi il weekend. Un’affermazione che non si addice al ministro dei Trasporti che ben dovrebbe sapere che gli addetti di questo settore lavorano su turni. Quindi non ci sono sabati, domeniche o festività.
Tommaso Nutarelli