Beko Europa ha presentato il piano di lungo periodo per l`Italia che prevede complessivi 1.929 esuberi.
La società che produce elettrodomestici ha illustrato oggi a Roma, nel corso di un incontro in sede sindacale presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, il piano di trasformazione delle attività italiane.
Complessivamente, spiega l’azienda, gli esuberi relativi alle unità produttive di Cassinetta, Siena e Comunanza sono stimati in 1.151 unità. È inoltre previsto un adeguamento della forza lavoro sui siti di Melano (An) e Carinaro (Ce) stimata in diminuzione rispettivamente di circa 60 e 40 unità. Gli esuberi nell`area impiegatizia e dirigenziale sono stimati in 678 unità.
“Oggi Beko nell`incontro tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha presentato un piano industriale brutale – hanno sottolineato Fim, Fiom, Uilm, Uglm nazionali – che prevede chiusure e licenziamenti. La multinazionale turca ha difatti dichiarato la chiusura delle fabbriche di Comunanza, di Siena, il ridimensionamento della fabbrica di Cassinetta, della chiusura della ricerca e sviluppo di Fabriano e più in generale tagli in tutti i siti e gli uffici italiani”.
Per i sindacati si tratterebbe di un totale di 1.935 esuberi su 4.440 occupati. Più in particolare il piano di Beko prevede le chiusure entro fine 2025 della fabbrica di congelatori di Siena e di quella di lavatrici di Comunanza, con la progressiva cessazione delle produzioni.
A Cassinetta il piano prevede solo 3 linee produttive sulle attuali 5 di frigoriferi con 541 esuberi. A Melano gli esuberi sarebbero 66, a Siena 290, a Comunanza 320, a Carinaro 40, inoltre 198 sono nella ricerca e sviluppo, 98 nel commerciale Italia, 19 nel commerciale Medio Oriente e Africa, 363 nelle funzioni regionali.
“Di fronte a ciò il Governo deve esercitare subito quella golden power che nei mesi scorsi si è vantato di avere inserito a protezione dei lavoratori nella fase di cessione di Whirlpool Emea a Beko e che non si comprende bene che funzione abbia in termini di deterrenza contro i licenziamenti. Ora è il momento di passare ai fatti, per scongiurare un piano socialmente brutale e il tentativo di saccheggio industriale operato da Beko. Come sindacato dichiariamo immediatamente lo stato di mobilitazione in tutti gli stabilimenti”. Il tavolo è riconvocato per il giorno 10 dicembre alle ore 14.
Per Beko il piano presentato oggi al Mimit “rappresenta, a valle dell`analisi di tutti gli scenari possibili, una soluzione concreta che permetterà una presenza stabile e di lungo periodo in Italia, grazie ad un assetto che riflette le mutate condizioni del mercato globale, il difficile scenario competitivo cui il settore è sottoposto in Europa, dovuto alla perdurante concorrenza dei produttori dell`Estremo Oriente (in particolare dalla Cina) ed il mutato livello di domanda che ha condotto nel corso degli ultimi anni ad un livello di capacità produttiva di alcuni stabilimenti significativamente al di sotto del necessario equilibrio economico-finanziario”. Lo sottolinea la società nella nota in cui illustra i punti salienti del Piano presentato al Mimit.
“Il piano punta a rendere la produzione e le attività che resteranno in Italia sostenibili e profittevoli nel lungo periodo. Attualmente, gli stabilimenti italiani operano al di sotto del 40% della capacità installata, oltre il 20% in meno rispetto al 2017 (anno in cui il mercato europeo registrava gli stessi volumi di vendita attuali), e generano perdite annue significative, nell`ordine di decine di milioni di euro, da oltre sette anni”.
“L`Italia rivestirà un ruolo centrale nella strategia globale di Beko per la categoria Cottura (Cooking)”. “Complessivamente, gli investimenti in nuovi prodotti e nell`innovazione dei processi produttivi, attraverso robotica, automazione della logistica interna e digitalizzazione, ammontano a oltre 110 milioni di euro, contribuendo in maniera significativa alla centralità del Made in Italy”, spiega Beko.
“A conferma dell`importanza della base produttiva del Cooking in Italia, è previsto che, presso gli stabilimenti di Melano (An) e Cassinetta di Biandronno (Va), siano localizzate produzioni di nuovi prodotti a marchio Beko, attualmente non presenti nel portafoglio prodotti globale.
In Italia saranno inoltre confermate e localizzate sia le funzioni strategiche di leadership che le attività chiave per Beko Europe negli ambiti di Risorse Umane, Marketing, Supply Chain, It, Ricerca e sviluppo (R&D), e Modularity”.
Il sito di Carinaro (Ce) continuerà ad operare come Centro di eccellenza europeo per la distribuzione dei ricambi, insieme alle attività di ricondizionamento degli elettrodomestici avviate nel 2022. Per le categorie della refrigerazione e del lavaggio sono previste significative variazioni rispetto al contesto produttivo attuale. Con riferimento alla refrigerazione, il sito di Siena non sarà destinatario di ulteriori investimenti, “a causa della strutturale perdita di competitività e delle perdite operative accumulate nel corso degli ultimi cinque anni nell`ordine delle decine di milioni di euro, nonostante significativi investimenti realizzati nella categoria dei congelatori orizzontali”.
Con riferimento al lavaggio, il sito di Comunanza (AP), nonostante i rilevanti investimenti ricevuti negli ultimi anni, è in condizioni critiche dal punto di vista della sostenibilità economica nel lungo periodo e della possibilità di mantenere in vita le attività con un livello sostenibile di produzione profittevole. “Per entrambi i siti verranno esplorati tutti i possibili percorsi per individuare partner che possano attuare un processo di reindustrializzazione, con l`obiettivo di favorire la riconversione delle attività produttive”.
“Il sito di frigoriferi da incasso di Cassinetta di Biandronno (Va) soffre di una strutturale perdita di competitività di costo e, tra quelli localizzati in Italia, è quello che ha visto realizzare le perdite cumulate maggiori nonostante gli ingenti investimenti realizzati nel corso degli ultimi sette anni. Nel sito sarà avviato un ridimensionamento delle attività produttive, mantenendo attiva la produzione per tre delle cinque linee attualmente in esercizio”.
“L`azienda, consapevole dell`importante riflesso che il piano avrà sulla continuità operativa e occupazionale, si è impegnata a mantenere le produzioni attive e a continuare ad assorbire le significative perdite generate dagli stabilimenti di Siena, Comunanza e Cassinetta fino alla fine del 2025”.
E.G.