La Banca centrale europea deve rifocalizzare la sua attenzione sulla debolezza dell`economia dell`area euro, dove non si intravedono miglioramenti per il settore manifatturiero mentre il terziario rischia di assistere a un indebolimento della dinamica. Lo ha spiegato il governatore della Banca d`Italia, Fabio Panetta nel suo intervento oggi all`università Bocconi, a Milano.
Nell`area il processo di disinflazione è stato “più veloce e agevole del previsto”, ha notato. Le aspettative di inflazione sul medio termine restano ancorate e effetti generalizzati di secondo livello (spirali prezzi-salari) non si sono materializzati. I timori su possibili difficoltà nel far calare l`inflazione nella fase finale (ultimo miglio) “si sono dimostrati infondati”.
Invece “l`attività economica resta debole”, ha proseguito Panetta. Il tasso di crescita dello 0,4% del terzo trimestre ha dato un po` di respiro dopo due anni di stagnazione ma bisogna darvi troppo peso. “L`area resta orientata a una crescita complessiva annuale al massimo dell`1% sul 2024 e il malessere del manifatturiero è confermato dal fatto che la produzione cala da due anni e ora al di sotto dei livelli precedenti al Covid”.
Le indagini sull`attività delle imprese suggeriscono che una svolta positiva per il manifatturiero non è alle porte. In Germania il livello di fiducia è ai minimi visti nel 2020 o nel 2029 e “nessuno di questi due precedenti appare rassicurante”. Nel terziario dell`eurozona va meglio ma questo ha anche risentito dell`evento una tantum delle olimpiadi e ora potrebbe segnare rallentamenti.
Il mercato del lavoro rimane solido ma i posti vacanti stanno calando e ora sono appena al di sopra dei livelli precedenti al Covid. Secondo Panetta soprattutto dal lato della domanda ci sono pochi motivi di ottimismo per l`economia. I consumi hanno continuato a incontrarsi nel primo semestre. “La domanda è quanto sia probabile un rimbalzo”, si è chiesto il banchiere centrale. Finora i consumi hanno deluso e la ripresa ha ripetutamente mancato di materializzarsi, anche gli investimenti sono deboli. Infine ma non ultimo è probabile che la politica monetaria restrittiva comprima la domanda del 2025.
E.G.