Una nuova stagione di dialogo tra le parti sociali nel tentativo di individuare nuovi modelli di concertazione finalizzati a promuovere relazioni industriali sempre più proficue, anche alla luce dell`impatto della transizione digitale. E’ con questo obiettivo che è partita oggi, a Milano la prima edizione di Relind, Forum delle relazioni industriali. Promossa congiuntamente da Confindustria e Assolombarda, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nazionali, l’iniziativa intende avviare un confronto permanente teso a interpretare i cambiamenti in corso che impattano sul rapporto tra imprese e lavoratori.
I processi di digitalizzazione e automazione in atto, del resto, impongono una ridefinizione della relazione negoziale: una sfida e, al tempo stesso, un’opportunità che, come è emerso dal forum, va accolta dalle rappresentanze datoriali e sindacali attraverso un approccio collaborativo, affinché la trasformazione tecnologica avvenga in modo responsabile, etico, inclusivo e sostenibile.
Il Forum, che si articola su due giorni, si è aperto con il videomessaggio del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, per poi lasciare la parola al padrone di casa, il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, il vicepresidente per il Lavoro e le relazioni industriali di Confindustria, Maurizio Marchesini, il vicepresidente per le Politiche del lavoro di Assolombarda, Diego Andreis, e i segretati delle principali sigle sindacali: Maurizio Landini (Cgil), Mattia Pirulli (segretario confederale Cisl), Pierpaolo Bombardieri (Uil). In rappresentanza del Governo, è intervenuta anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone.
“Il primo forum delle relazioni industriali è, innanzitutto, un impegno a interpretare il cambio d`epoca che viviamo e, di conseguenza, a interpretare con uno sguardo nuovo il nostro ruolo – ha dichiarato Spada – Dare centralità ai corpi intermedi seri e responsabili significa tutelare la competitività delle imprese e la centralità della persona nella società e nel lavoro in un momento in cui si concretizza il rischio di de-industrializzazione per via delle scelte ideologiche fatte dall`Unione Europea, nell`automotive in primis. Significa, inoltre, combattere i più di 600 contratti `pirata` firmati da rappresentanze che fanno del dumping contrattuale il loro elemento distintivo, a danno della contrattazione di qualità. La concertazione tra parti sociali è particolarmente fruttuosa sul nostro territorio, dove c`è una altissima concentrazione di imprese di tutte le dimensioni, di tutti i settori, con le più diverse esigenze. Qui, applichiamo un modello ambrosiano che ci consente di lavorare tanto e bene con i sindacati per rispondere alle esigenze che cambiano di imprese e lavoratori: siamo infatti la prima regione a livello nazionale per contratti integrativi aziendali attivi (4.360 su 14.699), con Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia che ne costituiscono il fulcro. Del resto, siamo convinti che questo territorio meriti di confermarsi non solo come motore dell’economia nazionale ma anche come interprete di buone pratiche per far fronte alle sfide sociali dell’intero Paese”.
“La trasformazione digitale rappresenta oggi la vera sfida delle relazioni industriali e richiede un approccio innovativo e collaborativo – ha aggiunto Marchesini – Le nuove tecnologie, infatti, sono strumenti che possono migliorare enormemente le condizioni di vita dei cittadini e dei lavoratori, portando trasparenza e favorendo connessioni tra le persone. È fondamentale trovare un equilibrio tra l`efficienza digitale e il valore insostituibile del contatto umano per costruire relazioni industriali solide e basate sulla fiducia. Questo cambiamento, se affrontato con coraggio, ci condurrà verso un sistema più inclusivo e sostenibile”.
“L`intelligenza artificiale, la robotica, le tecnologie di comunicazione hanno trasformato radicalmente, negli ultimi anni, il modo in cui lavoriamo e interagiamo – ha commentato Andreis – All`inizio di questa trasformazione, le previsioni erano spesso cariche di pessimismo: in molti ipotizzavano che il digitale avrebbe determinato un processo di disintermediazione totale, di disgregazione del lavoro. Tuttavia, oggi, possiamo affermare con sicurezza che questo non è quanto sta accadendo. Al contrario, l`indagine conferma che le relazioni industriali, lungi dall`essere indebolite, hanno trovato nuove modalità di espressione. Guardando avanti, abbiamo ancora molte sfide da affrontare: dalle incertezze sulla regolamentazione delle nuove tecnologie all’evoluzione dei modelli di lavoro, come il lavoro ibrido o da remoto, che richiede nuove norme e nuove pratiche di gestione. Ma in ogni scenario, una cosa è certa: la partecipazione attiva delle parti sociali è imprescindibile per costruire un`economia inclusiva e sostenibile”.
La prima giornata di Relind è stata l`occasione per soffermarsi sulle tematiche che riguardano l`impatto della digitalizzazione sui modelli di relazioni sindacali e sul lavoro. Dopo la sessione istituzionale mattutina, del resto, è stato svolto un focus sulla contrattazione collettiva nazionale con particolare riferimento al ccnl Metalmeccanico. Un settore, quello della meccatronica, che in Lombardia comprende 34 mila unità locali e 461 mila addetti, prevalentemente micro e piccole imprese. Martedì, con un focus sul chimico-farmaceutico nella mattina, sarà riservato ampio spazio alla contrattazione nazionale di settore e, con le nostre imprese, alla nuova gestione degli spazi e alla relativa organizzazione del lavoro. In un contesto storico caratterizzato, sempre di più, dall`avvento della digital transformation, del resto, le sedi aziendali stesse sono ripensate in una logica “smart”, pure in considerazione della flessibilità degli orari.
E.G.