E’ cominciata la farsa, che però è una tragedia, ossia quella dei migranti deportati in Albania. Per ora sono pochi, pochissimi, solo 16, anzi 12 perché 4 sono stati rimandati in Italia (due minorenni e due con problemi di salute), ma poi aumenteranno fino ad arrivare a qualche centinaia. Alcuni di loro, forse la maggioranza, verranno rimpatriati nei paesi d’origine, gli altri magari otterranno lo status di rifugiati e potranno restare in Italia (non in Albania, che questo è solo un paese di passaggio e detenzione provvisoria, si spera) e poi chissà: cercheranno di raggiungere un paese del nord Europa, forse la Germania che però non li vuole, “ne abbiamo già accolti troppi tra siriani, ucraini e altri…”, oppure si uniranno ai tantissimi clandestini che si aggirano per l’Italia chiedendo l’elemosina, lavorando in nero quando ci riescono (paghe da fame e nessuna sicurezza sul lavoro), o rubando qua e là fino a quando non verranno arrestati e poi liberati in attesa di processo che com’è noto durerà anni.
Certo, sarà molto difficile che il governo Meloni riesca a rimpatriarne un numero consistente, tale da poterlo sbandierare ai quattro venti come una grande vittoria della sua politica anti-migranti, tanto che Francia, Spagna e Germania hanno già bocciato il “modello Albania”. Insomma, malgrado questa trovata propagandistica dell’Albania, tutto resterà come prima, peggio di prima viste le spese che l’Italia dovrà affrontare per trasferire i migranti dall’altra parte dell’Adriatico, dove tra l’altro costeranno 297 al giorno per ognuno.
La domanda allora è molto semplice: perché Meloni ha voluto a tutti i costi questo accordo con Tirana quando sa benissimo che non risolverà il problema? La risposta, oltre a quella della propaganda non arriva da nessuna parte, tanto meno dalla premier e dai suoi ministri. Quindi non possiamo fare altro che registrare l’ennesimo spot politico del nostro governo, tutto chiacchiere e distintivo come diceva Robert De Niro nei panni di Al Capone a Kevin Costner nel film “Gli intoccabili”. Peccato che in quel film De Niro alla fine viene arrestato e Costner vince grazie alla scoperta di tasse non pagate proprio dal boss mafioso.
E, a proposito di tasse, sembra che nella nuova manovra finanziaria non ve ne siano di nuove, ma è vero fino a un certo punto. Per esempio le accise (cioè tasse) sul gasolio saranno alzate per riallinearle con quelle sulla benzina. Quindi le parole d’ordine del governo oggi è riallineamento, poi vallo a spiegare ai camionisti o ai proprietari di macchine diesel che pagheranno di più il combustibile ma che si tratta solo di riallineamento…
Ma non sono nuove tasse, state tranquilli, pagherete di più ma non sono nuove tasse. Così come non saranno nuove tasse quelle che nasceranno dai tagli lineari ai ministeri: se un ministero, mettiamo quello della scuola o quello della ricerca, oppure un altro a piacere è costretto a ridurre le sue spese, è evidente che taglierà i servizi. Il che significa che i cittadini ne avranno meno oppure dovranno rivolgersi ai privati, pagando le prestazioni che prima erano gratuite. Non volete chiamarle tasse ché sennò ai nostri governanti viene l’orticaria, vabbè chiamatele come vi pare ma sempre di soldi presi ai cittadini si tratta. Così come quelli che sarebbero dovuti andare alla sanità e che invece non andranno o ne andranno molti di meno di quanti erano stati promessi, tanto che ha protestato anche il ministro Orazio Schillaci, oltre ovviamente a tutte le opposizioni capeggiate da Elly Schlein.
Per non parlare del cosiddetto contributo che dovrebbe arrivare dalle banche: intanto si tratta di un semplice prestito, che quindi lo Stato prima o poi dovrà restituire. E poi vogliamo scommettere che nel giro di poche settimane gli istituti bancari aumenteranno le spese per i loro correntisti? Così che il contributo non sarà delle banche ma dei cittadini. Tanto per cambiare.
Riccardo Barenghi