Innovazione, energia, sicurezza geopolitica e degli approvvigionamenti di materie prime e critiche; assieme a competitività, da portare avanti assieme alla decarbonizzazione, riduzione delle dipendenze e delle vulnerabilità esterne, rafforzamento delle capacità industriali su spazio e difesa, potenziamento dei mezzi di finanziamento e, infine, dei processi di governo dell`Unione europea. Sono gli elementi chiave toccati dal rapporto presentato oggi da Mario Draghi, in occasione di una conferenza stampa congiunta assieme alla presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen.
L`analisi, di circa 400 pagine, intitolata “Il futuro della competitività europea” parte da un esame del quadro in cui si trova l`Europa e delle sfide che ha davanti, sintetizzate in tre capitoli: accelerare l`innovazione e trovare nuovi “motori” di crescita; abbassare i prezzi dell`energia continuando il processo di decarbonizzazione e di aumento dell’economia circolare; terzo, adattarsi a un mondo di geopolitica meno stabile in cui le dipendenze esterne stanno diventando vulnerabilità e in cui non ci si può più permettere di affidare ad altri a propria sicurezza.
Lo studio presentato dall`ex presidente del Consiglio e della Bce analizza possibili strategie per chiudere il divario di innovazione che l`Europa accusa rispetto ai suoi maggiori competitori, guarda alle cause degli elevati prezzi dell`energia e a possibili soluzioni parallelamente alle sfide.
Un capitolo è dedicato alle vulnerabilità e alle dipendenze sugli approvvigionamenti esterni, ma anche alla necessità di procedere a un rafforzamento delle capacità industriali nei settori di difesa e aerospaziale.
Il penultimo capitolo, il quinto, riguarda il tema di come finanziare gli investimenti in cui un elemento critico individuato è quello dell`attuale incompletezza dell`Unione dei mercati dei capitali, così come la necessità di trovare alcuni strumenti di finanziamento comune per massimizzare la crescita di produttività.
L`ultimo capitolo riguarda il rafforzamento dei processi di governo dell`Unione europea, partendo dalla considerazione che una nuova strategia industriale non riuscirà ad avere successo senza cambiamenti in parallelo nell`architettura e nel funzionamento dell`Unione. In particolare viene raccomandata la creazione di un nuovo quadro di coordinamento sulla competitività che dovrebbe focalizzarsi sulle priorità strategiche, la necessità di semplificazione delle procedure, nell`ambito del quale viene raccomandata di la creazione di un nuovo vicepresidente della Commissione responsabile della semplificazione, e un taglio degli oneri burocratici a favore delle Pmi.
L’Europa si trova di fronte a una “sfida esistenziale” e “l`unico modo” di superarla, senza dover rinunciare ad alcuni dei suoi valori fondamentali, è quello di perseguire più crescita economica e maggiore produttività, ha detto Draghi.
Secondo l’ex numero uno della Bce il costo necessario per decarbonizzare e digitalizzare l`economia e al tempo stesso aumentare le capacità di difesa in Europa “dovrà essere aumentato di circa 5 punti percentuale di Pil, a livelli che non si vedevano dagli anni 70 e 60” del secolo scorso. A titolo di paragone ricorda che gli investimenti del Piano Marshall dal ’48 al ’51 ammontaronono “a circa l`1-2% del Pil l`anno”.
“Se l`Europa non può diventare più produttiva saremo costretti a fare delle scelte. Non potremo essere in grado di diventare al tempo stesso leader sulle tecnologie, un polo di responsabilità climatica e un player indipendente su scala globale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremmo ridimensionare alcune se non tutte le nostre ambizioni”, avverte l’ex premier.
“Questa è una sfida esistenziale”, prosegue Draghi. L`Unione europea, sottolinea, “esiste per assicurare che i suoi cittadini possano beneficiare dei suoi valori fondamentali”, prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile.
“Se l`Europa non può più assicurarli ai suoi popoli perderà la sua ragione di essere”.
“L`unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. E l`unica strada per diventare più produttivi in Europa – conclude Draghi – è di cambiare radicalmente”.
L`innovazione e la necessità di colmare il divario che l`Europa accusa su questo versante con Stati Uniti e Cina rappresentano il primo e più importante capitolo delle tre aree di intervento, individuate dal rapporto.
L`ex presidente del Consiglio italiano rileva che nel 2021 le imprese europee tecnologiche hanno complessivamente speso su ricerca e sviluppo 270 miliardi di euro in meno delle loro rivali statunitensi. Un nodo chiave è poi rappresentato dal fatto che molte imprese europee spesso preferiscono reperire capitali negli Stati Uniti, piuttosto che in Europa.
Il secondo ambito di intervento è rappresentato dalla decarbonizzazione da portare avanti assieme a un aumento della competitività. Draghi mette in guardia draghi dal rischio di non coordinare “gli ambiziosi obiettivi climatici” dell’Ue con la necessità di preservare competitività e crescita. Il terzo ambito di intervento è quello di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti e ridurre le dipendenze dall`esterno.