«La politica deve assolutamente fare uno sforzo affinché il Comitato di sicurezza finanziaria (Csf) si esprima con urgenza e immediatezza perché non si può perdere un’occasione di sviluppo e rilancio così importante per il territorio Veneziano. Tutto quello che era nelle nostre possibilità e in quelle degli attuali amministratori di SuperJet lo abbiamo fatto, ora è la politica che deve intervenire, senza temporeggiare, altrimenti tutto il progetto rischia di andare in fumo». Queste le parole del Segretario nazionale della Fim Cisl Fabio Bernardini a valle delle interlocuzioni avute sul tema inerente la Superjet International di Tessera alla notizia del termine fissato dal Demanio per il 31 ottobre, data entro la quale, se non arriverà un parere favorevole alla vendita di Superjet, questa finirà in liquidazione.
«Sta crescendo la nostra preoccupazione – osserva il Segretario generale della Fim Cisl Venezia Matteo Masiero – perché il progetto degli arabi, che è al momento l’unica e sola opportunità concreta di rilanciare e salvare l’azienda, rischia di sfumare, se entro la fine di ottobre non ci sarà una risposta concreta da parte del Comitato di sicurezza finanziario (Csf). Ritardare la risposta o, peggio, non darla entro breve tempo, mette a rischio un investimento di circa 500 milioni di euro, tra investimenti in conto capitale e garanzie bancarie, che genererebbe una ricaduta occupazionale sul territorio di quasi 450 unità ed eliminerebbe il rischio, per gli attuali 120 lavoratori, di perdere il posto di lavoro, oltre a determinare una parziale desertificazione industriale de sito di Tessera». Infatti, la ripartenza del progetto di Superjet International su Tessera è sul tavolo del Csf, che non riesce ancora ad esprimere un parere di merito.Il fondo emiratino MarkAB Capital sta aspettando il parere vincolante per partire con la fase dedicata agli investimenti che, è bene ricordare, determinerebbe un’importante e strutturale crescita occupazionale sul sito di Venezia-Tessera, ma anche indirettamente sull’indotto. Il progetto esposto, per il solo sito di Venezia, determinerebbe a regime un’occupazione stabile pari a 550 lavoratori (i 120 attuali più i circa 450 da assumere), con un riflesso sull’indotto che potrebbe arrivare, tra Venezia e altre città storiche in cui sono presenti aziende aeronautiche, a 2000 posti di lavoro, con considerevoli ricadute anche in ambito economico-finanziario comunale e provinciale. Un’opportunità che non può e non deve essere persa per cavilli burocratici e tempi non coerenti con le necessità di un’industria che ha contingenze produttive specifiche.
Proprio per queste ragioni, la Fim Cisl Venezia non solo chiede al Governo di fare presto ma lancia un appello alla Regione perché si muova in prima persona. «Se la situazione non si sblocca e il progetto degli arabi non dovesse andare in porto – spiega Alberto Gomiero della Segreteria della Fim Cisl Venezia – chiediamo sin da subito che non siano i lavoratori a pagare le non scelte o, peggio, i “tempi” ministeriali. Inoltre, riteniamo che su questa vicenda Leonardo, che ha il 10% delle azioni di Superjet, assuma il ruolo di salvaguardare, in caso di messa in liquidazione, di tutta l’occupazione sul territorio provinciale. Leonardo ha già dei siti a Venezia e che il suo maggior azionista è il Ministero dell’Economia e Finanza che, a sua volta, è parte fondamentale del Csf. Al contrario, se ciò non avvenisse, s’impoverirebbe il sito di Tessera e, ancora una volta, si penalizzerebbe il tessuto industriale veneto. La Regione e il presidente Luca Zaia intervengano per trovare una soluzione definitiva: ormai il tempo sta per scadere».