“Non faremo il suo nome. Non gli faremo il favore di rilanciare i suoi deliri, le sue frasi schifose, la vergogna che rappresenta per tutte le donne e gli uomini in divisa. Proteggiamoci dalle sue parole d’odio. Compiamo tutti insieme un gesto di difesa del dibattito pubblico. Ignoriamolo”. E nonostante il monito del Pd a ignorare Roberto Vannacci durante la campagna elettorale per le europee 2024 (forse non solo), sappiamo com’è andata a finire. Ma attenzione, plot twist in questa spassosissima vicenda: sotto l’egida del generalissimo, il Comitato ‘Il Mondo al contrario’ “si appresta a divenire una realtà culturale e anche politica”. Troppi ossimori in una frase, lo so.
L’annuncio arriva tramite un post pubblicato sul blog dell’associazione fondata circa un anno fa per “dare un seguito ai contenuti dei dodici capitoli del libro scritto da Vannacci”. L’impressione è che se ne ricava, quindi, è che Il mondo al contrario, questo best seller di cui non sapevamo di avere bisogno, sia un po’ come Dianetics di L. Ron Hubbard, in cui nel 1950 l’autore espose le idee che un anno e mezzo dopo portarono alla nascita di Scientology. Il parallelismo non fa una piega.
Ma fosse questa la “notizia”. No, c’è di più. Il post ha un titolo: “17 Agosto Pucciarelli’s day”, in onore del cronista di Repubblica Matteo Pucciarelli che per primo parlò del libro di Vannacci, poi diventato un best seller. Sono ironici, siamo noi a non capirli. “Nulla sarebbe stato così – si legge sul blog – senza quel tempestivo, per noi provvidenziale, pezzo giornalistico del cronista politico Matteo Pucciarelli. Grazie a quell’innesco, infatti, istituzioni politiche e vertici militari si sono attivati all’unisono ponendo in essere provvedimenti urgenti ed eclatanti che hanno finito per incrementare ulteriormente la popolarità del generale. L’interesse di oltre mezzo milione di italiani (563 mila!) verso il personaggio protagonista di quell’articolo, ha avuto il suo culmine, ma possiamo anche dire si è concretizzato, con la elezione a parlamentare europeo”. Magari, forse, andava ignorato prima delle elezioni europee, ma noi siamo proverbialmente “un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”.
Dicevamo: il 17 agosto, una data in vista della quale fervono i preparativi per una grande festa alla corte del generalissimo e per cui “tutti i soci, gli iscritti e i simpatizzanti” sono invitati “ad un ‘brindisi nazionale’ in onore del Pucciarelli’s day, appunto il 17 agosto 2024, giorno in cui ha avuto inizio il tutto. Alzeremo tutti i calici al cielo augurando al nostro generale, dopo tutti gli scontati successi giudiziari, anche altrettanti traguardi politici”. Amici democratici, stringiamoci forte e spartiamoci l’amarezza (anche per tutte queste “d” eufoniche che sono state riportate fedelmente dal testo originale).
Prima di allarmarci ulteriormente, però, arriva uno zuccherino: “Non c’è nessuna intenzione da parte del generale di fondare un partito politico […] resta un’associazione culturale per diffondere le idee del generale”. Accontentiamoci, facciamo finta che sia una sorta di pro loco, anche se pulsa forte la consapevolezza che sia una promessa valevole come quella di smettere di fumare il 1 gennaio di ogni anno e la Storia, di entrambe le eventualità, ne è testimone.
Sarebbe inutile passare in rassegna i contenuti del testo sacro dei vannacciani, inutile e anche mortificante per il buonsenso intellettivo. Ma l’estasi del martirio è una professione per cui, di seguito, un po’ di stilettate provenienti dalla home page del sito dell’associazione. Colpisce, innanzitutto, questa sorta di epigrafe (o epitaffio): “Chi ha detto che bisogna per forza demolire gli stereotipi? Chi ha detto che il passato è per forza sinonimo di arretratezza?”. Poi anche questa, più prolissa: “Il vero “politicamente corretto” sta nel permettere a tutti di compiere scelte libere nel rispetto altrui, senza che dall’alto di una presunta superiorità culturale qualcuno detti che cosa sia accettabile e cosa no, estirpando le nostre radici e annullando la nostra identità”. Ma generale, ne è proprio sicuro? Andiamo avanti: “Libertà e diversità, progresso e tradizione, possono e devono coesistere. E’ (È, È, È, facciamo uno sforzo) questo ciò in cui crediamo, sono questi i valori che vogliamo affermare. La cultura resa dominante oggi, che sostiene invece di voler promuovere la diversità a suon di conformismo, è una cultura barbarica, irrispettosa e liberticida (qui abbiamo assistito a un uso compulsivo del dizionario dei sinonimi e dei contrari), che teme quella stessa diversità che dice di voler promuovere e punta solo ad affermare una nuova normalità, un mondo al contrario”.
Fermiamoci qui. L’auspicio, in questa torrida estate, è che il 17 agosto un pensiero forte forte venga rivolto al Pucciarelli’s day – il D-day di una destra abborracciata -, con il rammarico di non essere stati invitati perché non siamo né soci, né iscritti e tantomeno simpatizzanti (se c’è qualcuno appartenete ad almeno una delle tre categorie si faccia avanti,. Con simpatia). Resta solo un’osservazione: cosa ci si deve inventare, ancora, alla nostra età, per farsi una bevuta che non sia totalmente ingiustificata?
Elettra Raffaela Melucci