Nell’Italia della crescita occupazionale, orgoglio dell’attuale governo e cartina di tornasole del “cambio di passo” ventilato dalla premier Giorgia Meloni, i salari reali – quelli al netto dell’inflazione -, smentiscono l’evidenza con un calo del 6,9% nel primo trimestre 2024 rispetto al quarto trimestre del 2019, cioè l’epoca pre-Covid. Questo è il dato fornito dall’Ocse. Pur sottolineando che “i salari reali hanno recuperato i livelli pre-2020 solo su 19 dei 35 Paesi Ocse”, con un aumento medio del 3,5%, nel suo Employement outlook 2024 l’organizzazione parigina assegna al Belpaese la maglia nera nell’area euro (-2% la Germania, +0,1% la Francia) e ci colloca al terzultimo posto in classifica davanti soltanto alla Repubblica Ceca e Svezia.
Complessivamente, secondo le stime Ocse l’occupazione nei paesi dell’area ha raggiunto i 662 milioni nel maggio 2024 (+25% dal 2000) e dovrebbe crescere di circa lo 0,7% annuo nel 2024-25. Il tasso di disoccupazione a livello dell’Ocse si è attestato al 4,9% nel maggio 2024, mentre in Italia è al 6,8%. Dinamica speculare anche per anche il tasso di occupazione , al 62,1%, che langue rispetto a quello degli altri paesi (70,2% nel primo trimestre 2024).
Sempre per l’Italia, già nella Economic Survey di gennaio l’Ocse segnalava che è soprattutto il basso costo del lavoro che rende la nostra economia competitiva al livello internazionale ma, contemporaneamente, i bassi salari contengono la domanda interna. Per l’organizzazione, infatti, la trentennale produttività stagnante pesa sui risultati economici. Ma non solo. “Nonostante i recenti record – sottolinea l’Ocse -, l’Italia è ancora indietro rispetto a molti altri Paesi industrializzati in termini di occupazione femminile e giovanile, dove sono necessari ulteriori progressi, anche per coprire il numero relativamente elevato di posti di lavoro vacanti”.
La situazione, tuttavia, è comunque in miglioramento anche grazie ai rinnovi di importanti contratti collettivi (soprattutto nei servizi) che hanno dato un impulso positivo, sebbene la crescita dei salari reali dovrebbe rimanere contenuta nei prossimi due anni. Si prevede che i salari nominali (ovvero la retribuzione per dipendente) in Italia aumenteranno del 2,7% nel 2024 e del 2,5% nel 2025. Si tratta di aumenti ‘significativamente inferiori’ a quelli della maggior parte degli altri Paesi Ocse, ma consentiranno comunque un recupero di parte del potere d’acquisto perduto, dato che l’inflazione e’ prevista all’1,1% nel 2024 e al 2% nel 2024.
L’invito dunque è a far crescere più i salari e la produttività delle imprese, attraverso investimenti e innovazione perché, nei termini attuali, anche se l’occupazione continuasse la sua crescita si tratterebbe comunque di lavoro povero.