Si è tenuto oggi, presso la sede di Confindustria a Roma , l’incontro tra Federmeccanica, Assistal e i sindacati di categoria Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, con al centro i temi del salario, del welfare e dell’orario di lavoro. “Il primo passo all’interno di un percorso di quattro incontri”, scrive Federmeccanica in una nota, “per rispondere in maniera puntuale a tutte le richieste avanzate dal sindacato nella piattaforma che ci è stata presentata”.
In particolare, Federmeccanica sottolinea la centralità della questione salariale, che “è di grande attualità, considerando che sono passati pochissimi giorni da quando, il 7 giugno u.s., l’Istat ha pubblicato il dato a consuntivo dell’indice IPCA NEI, relativo all’anno 2023, che determinerà nel corrente mese un adeguamento dei minimi di garanzia, in unico anno e in un’unica soluzione, che non ha precedenti nella storia del nostro Ccnl e dell’intero Sistema”. Il dato dell’IPCA NEI, precisa la nota, – al netto degli energetici importati – relativo all’anno 2023, pari al 6,9% è stato superiore rispetto a quanto previsto (6,6%) il giugno scorso dallo stesso Istituto, e si è rivelato superiore al dato IPCA – inflazione generale – che è stato pari a 5,9%, nonché al dato IPCA al netto degli energetici (non solo quelli importati) che è stato pari a 5,7%. Pertanto, “l’adeguamento dei minimi di garanzia sarà pari a 137,52 euro al livello C3”, che si aggiunge all’altro adeguamento, “anch’esso senza precedenti, riconosciuto lo scorso anno pari a 123,40 euro sempre al livello C3”.
“In soli due anni sono stati riconosciuti nel nostro Settore adeguamenti pari a 260 euro al livello C3, e considerando l’intero periodo di vigenza, a partire dal giugno 2021, l’adeguamento complessivo è stato pari a 310 euro sempre al livello C3”, spiega ancora Federmeccanica. “Sono numeri che parlano da soli ed evidenziano come il Ccnl metalmeccanici abbia dato le risposte tempestive e sostanziose, determinando un salario di garanzia di assoluto livello”.
Inoltre, sempre nel mese di giugno, vengono riconosciuti 200 euro di flexible benefits che si aggiungono a quelli di pari importo erogati a partire dal 2021 per un totale di 800 euro netti, considerando l’abbattimento del cuneo fiscale.
Sempre con riguardo al welfare, Federmeccanica ricorda il contributo del Fondo Metasalute al reddito delle famiglie, nonché il valore sociale ed economico della previdenza complementare che sta diffondendosi sempre di più.
“Abbiamo richiamato tutti a confrontarsi con la realtà del Ccnl, che deve essere collegata alla realtà di una categoria molto eterogenea caratterizzata da una diffusa ridotta profittabilità – prosegue la nota -. Per questo motivo gli oneri complessivi derivanti da tutte le voci di costo Ccnl hanno rappresentato un impegno al limite della sostenibilità per tantissime aziende che si troveranno in grandi difficoltà, a prescindere dalle loro dimensioni”.
“Abbiamo ribadito la necessità di rispettare le regole vigenti sull’adeguamento dei minimi tabellari ex post all’andamento dell’indicatore IPCA NEI, che con il Ccnl del 2021 sono state rese strutturali dopo la sperimentazione fatta con il Contratto del 2016.
Grande risalto è stato dato al principio secondo il quale “la ricchezza deve essere distribuita dove viene prodotta, e dopo che è stata prodotta. In moltissime aziende grazie ai premi di risultato tutto questo è già presente con effetti anche quantitativamente importanti per i dipendenti, che si aggiungono a quanto previsto dal Ccnl. Abbiamo comunque manifestato la nostra disponibilità al sindacato per ricercare soluzioni condivise – precisa Federmeccanica -, al fine di estendere l’applicazione di questo fondamentale principio a tutte le aziende del Settore, cioè anche a quelle che oggi sono prive di premio di risultato”.
“Il grande sforzo economico compiuto dalle imprese, prosegue la nota, rende necessaria la ricerca, nel corso del negoziato, di misure che possano determinare un incremento della produttività per far fronte ad una situazione di contrazione dei margini e di perdita di competitività, come dimostrano i dati raccolti e l’andamento prevalente delle performance della metalmeccanica. Abbiamo anche evidenziato come il ruolo delle parti sociali debba assumere un rilievo ancora più determinante per affrontare le grandi sfide che ci attendono sia dal punto di vista industriale che sotto il profilo sociale”. Gli esiti di un aumento della produttività sono la messa in campo, nel periodo di vigenza,”azioni di natura solidaristica anche attraverso il welfare per tutelare chi ha più bisogno e chi può avere bisogno in futuro.
In materia di orario di lavoro, invece, “abbiamo osservato che i permessi annui retribuiti (PAR) ad oggi sono utilizzati solo in parte e da una parte dei dipendenti. La gestione dei PAR dovrebbe essere rivista tenendo conto sia delle esigenze collettive che dei casi particolari aventi natura solidaristica”.
Federmeccanica, infine, ha evidenziato come già l’attuale Ccnl consenta alle aziende di sperimentare rimodulazioni dell’orario di lavoro, “cosa che in alcuni casi sta avvenendo. Peraltro, nel 2026, come già riportato il 30 maggio u.s., si completerà la settimana aggiuntiva di ferie per gli operai con più di 18 anni di anzianità di servizio”.
“Federmeccanica lavorerà per il rinnovo di un contratto che sia calato nella realtà e che continui sulla strada del rinnovamento intrapresa a partire dal 2016”, conclude la nota.