È di questi giorni la nomina del primo delegato sindacale della FeLSA CISL fra gli shopper nell’ambito dell’Accordo Nazionale Assogrocery. Penso debba considerarsi un momento decisivo, quasi di svolta, nella costruzione di una rappresentanza nel mondo del lavoro atipico.
Da molti anni la FeLSA si misura con quella fetta del mercato del lavoro che si caratterizza per alti tassi di flessibilità, temporaneità e che nelle fasi patologiche , possono degenerare nella precarietà. L’azione sindacale a tutela dei lavoratori che abitano questo segmento del mercato del lavoro risulta ancora più complessa dal momento che questo mondo costituito di flessibilità e precarietà è trasversale sia a quello della subordinazione sia nell’ambito del lavoro non- subordinato.
La copiosa esperienza di RSA ed RSU costituite nel settore della somministrazione è già una realtà piuttosto consolidata ed ha costituito la cartina di tornasole di un certo agire sindacale fatto di prossimità e contrattazione. Tuttavia, il mondo del lavoro non – subordinato ha costituito sempre una sfida di una complessità superiore, atteso che il processo di attecchimento della rappresentanza, vuoi per la estrema volatilità delle prestazioni di lavoro, vuoi perché le regole della rappresentanza, hanno visto luce esclusivamente grazie ad Accordi Sindacali, senza essere codificate da alcuna cornice normativa legislativa come per il mondo del lavoro subordinato, è stato molto più difficoltoso.
Per questo ritengo che la costituzione di una RSA nel settore degli shopper costituisca una svolta assoluta per l’azione di genesi di una rappresentanza.
E’ inconfutabile che la massima espressione dell’attività del Sindacato sia stata da sempre quella di generare una Rappresentanza. E’ con la figura del Delegato che rappresenta una moltitudine dei suoi colleghi, che realizziamo nel mondo del lavoro quei principi di personocentrismo, solidarietà che costituiscono i valori fondanti della CISL. E’ con il Delegato che si compie quel salto da una visione individualista del mondo del lavoro verso una prospettiva di comunità del lavoro.
Se riflettiamo poi l’ambito in cui questa rappresentanza è stata generata, penso che possano farsi ulteriori riflessioni che offrono lo spunto per comprendere ulteriormente la portata dell’evento.
Il primo elemento degno di riflessione è sicuramente l’ambito in cui la rappresentanza è stata costituita. Si tratta del mondo dei c.d. shopper, ossia quei collaboratori a cui, nel mondo delle spese on line, sono affidate attività di preparazione del carrello della spesa e della consegna a domicilio. Trattasi di un settore ad altissimo tasso di parcellizzazione, temporaneità e flessibilità della prestazione lavoro. Direi fino da ora il più alto grado di atipicità della prestazione di lavoro con cui il Sindacato si sia mai misurato.
Altro elemento su cui soffermarsi è poi quello relativo all’organizzazione del lavoro. Nello svolgimento della prestazione questi lavoratori si confrontano con un algoritmo, per il mezzo del quale i lavoratori acquisiscono ed accettano gli incarichi delle consegne. Se a ciò si aggiunge che non vi è una esatta identificazione del luogo fisico della prestazione e del tempo della stessa, emerge come si condensano alcuni degli ingredienti più dirompenti e complessi da gestire per l’ordinario agire sindacale, ossia la smaterializzazione del tempo e luogo della prestazione, ma anche la dis-umanizzazione del soggetto con cui il lavoratore si relaziona, che non è più un datore di lavoro in carne ed ossa da cui assume gli incarichi, bensì un algoritmo.
Questi elementi mi convincono che quello che è stato fatto costituisce un punto di svolta dell’azione del Sindacato. In un settore che presenta le predette difficoltà, dove il lavoratore rischia di essere lasciato in balìa di una prestazione dalla fluida configurazione spazio-temporale, nelle mani di un algoritmo, dove altissimo è il rischio si confezioni in un habitus fatto di paura, indifferenza ed individualità, siamo riusciti a portare la massima espressione della eticità sindacale costituita dalla rappresentanza, riuscendo a far evolvere la persona da individuo a persona sociale.
Tutto questo è stato realizzato solo grazie alla contrattazione. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Perché è questa la via maestra dell’agire sindacale.
Daniel Zanda – Segretario generale FeLSA-Cisl