La Banca centrale europea ha come ampiamente atteso tagliato i tassi di interesse di riferimento per l`intera eurozona di 25 punti base. Il tasso sulle principali operazioni di finanziamento scende così al 4,25%, quello sui depositi custoditi per conto delle banche commerciali al 3,75%, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali scende al 4,50%. Al tempo stesso ha però rivisto al rialzo le previsioni di inflazione su quest’anno e sul prossimo.
E “malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l`inflazione – dice la Bce nel comunicato sulle decisioni del Consiglio direttivo – resterà probabilmente al di sopra dell`obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”.
Una formula che potrebbe suggerire l’orientamento a non effettuare altre riduzioni nell’immediato. Per il tasso sui depositi, che molti guardano come riferimento generale, si tratta della prima riduzione dal settembre del 2019, mentre per gli altri due tassi bisogna risalire al marzo del 2016 per trovare ritocchi al ribasso.
La decisione era stata ampiamente segnalata da diversi esponenti dell`istituzione, mentre nell`area euro l`inflazione è nettamente rallentata nei mesi passati anche se nelle ultime settimane si sono verificati sviluppi nella direzione opposta, sia per l`indice generale di crescita prezzi – risalito a maggio al 2,6% su base annua, due decimali in più rispetto ad aprile – sia per le dinamiche dei salari, in lieve accelerazione nel primo trimestre.
Tuttavia la Bce aveva anticipato possibili fluttuazioni, nell`ambito di una tendenza che dovrebbe proseguire verso la moderazione, e con la crescita economica che prosegue sottotono ha evidentemente ritenuto eccessivamente restrittiva l`intonazione monetaria.