Gli iscritti alla Cgil sono in lieve calo, davvero lievissimo: meno 0, 37 per cento, in cifra pura circa 19 mila in meno sui 5 milioni 149 mila iscritti totali registrati nel 2023. Ma è un effetto ottico, più che altro, perché mentre sale la quota di attivi, con oltre 38 mila nuove tessere (+ 1,44%) si registra un calo di circa 57 mila pensionati (meno 2,27%) motivo anche del piccolo decremento complessivo. In sintesi, nel 2023 gli iscritti attivi sono il 52,1% del totale, (erano il 51,2 dell’anno precedente) mentre i pensionati scendono al 47,9, contro il 48,8 del 2022.
Ma la novità del 2023 è l’aumento dei giovani under 35, che salgono del 5,41 per cento, raggiungendo quota 413 mila. Su anche gli over 65 (+ 5,84) a causa del sempre più posticipato ritiro per la pensione. In netto aumento i lavoratori stranieri, 73 mila in più del 2022 (+ 17,74) per un totale di circa mezzo milione lavoratori esteri che arrivano da ben 208 paesi. Ai tesserati ‘puri’ vanno poi aggiunti altri 574mila della rete di associazioni che fanno capo alla Cgil, ovvero Auser, Federconsumatori, Sunia, ecc., anche questi in aumento del 7,4%.
I dati sono stati presentati in una conferenza stampa dal segretario organizzativo della Cgil Luigi Giove, affiancato dal leader Maurizio Landini. Da sottolineare: erano parecchi anni, ormai, che non si tenevano conferenze stampa per comunicare ufficialmente i risultati del tesseramento, forse perché non particolarmente lusinghieri, o forse mancando un sistema razionale di raccolta. Il solo fatto che si torni a farlo dovrebbe essere di per sé un segnale di ‘’buona salute’’, ma Giove ci tiene a sottolineare anche che oggi tutti gli iscritti sono completamente digitalizzati, registrando in tempo reale ogni singola nuova tessera: quindi dati verificati e verificabili, relativi a molti milioni di persone, che rappresentano anche una imponente, e si suppone assai invidiabile, ‘’banca dati”’.
Se alla chiusura del 2023 la Cgil contava 5.149.885 tessere, il 2024 si è aperto ‘’sotto’’ di quasi un milione. La ‘’differenza’’ (982.540), spiega Giove, “sono gli iscritti che dovranno essere rinnovati nel corso dell’anno, come ogni anno accade: ovvero tutti quei lavoratori che non hanno la delega automatica con l’azienda, dei quali fanno parte mezzo milione di precari, 200 mila pensionati, persone che hanno cambiato lavoro, e infine ben 150 mila che pagano la tessera direttamente, per evitare che il datore di lavoro sia a conoscenza dell’iscrizione alla Cgil”.
Per quanto riguarda le fasce di età tra gli attivi, la parte maggiore degli iscritti è tra i 51 e i 65 anni (un milione 169 mila, pari al 43,61%), segue la fascia 36-50 (950 mila, pari al 35,43%) poi i giovani fino a 35 (413 mila, il 15,42%) e infine gli over 65 (148 mila, il 5,4%). Tutti in crescita rispetto al 2022, tranne la seconda fascia che registra un mini calo dello 0,27%. Per un totale di attivi di 2 milioni 682.805. Dal punto di vista territoriale le tessere sono equamente suddivise tra nord sud e centro, con una leggera predominanza nel nord est e nord ovest. Equilibrio assoluto anche per genere, metà uomini e metà donne, e da quest’anno la novità è che si potrà indicare anche un genere non binario. Per settori produttivi, in testa reti e terziario col 34,4%, seguono industria e costruzioni 28,1%; settori pubblici 22,7%; agroalimentare 9,6%; altri comparti 5,2%, laddove per ‘’altri’’ si intende somministrati, precari, partite iva, e anche disoccupati.
Nunzia Penelope