Un vecchio proverbio popolare dice “il gratis è la porta del brutto e il brutto, la porta del male”. La recente vicenda del superbonus contiene in sé la “summa” delle ragioni per le quali l’Italia continua ad essere un paese inaffidabile.
Purtroppo la politica, pressata dal populismo della peggior specie, ha approvato questo provvedimento con il concorso, in diversi momenti, di tutti i Partiti.
Il pretesto era quello di rilanciare il settore dell’edilizia colpito, come altri, dalla pandemia COVID in modo molto importante, ciò avrebbe potuto fare da volano alla ripresa economica.
Ma quello che doveva essere un intervento emergenziale si è tramutato, anno dopo anno, in un intervento strutturale, fino a generare un mostro di oneri, a carico del bilancio statale, pari quasi a 230 MLD di euro (lo stesso importo che la “perfida Europa” ha stanziato per l’Italia con il PNRR).
In buona sostanza, mentre ci si accapiglia intorno al nuovo patto di stabilità, nei confronti del quale, l’intero arco parlamentare italiano, in sede europea, o si è astenuto o ha votato contro, appellandosi alla solita “lagna” di una Europa ossessionata dai debiti italiani, si gettano “dalla finestra” – è proprio il caso di dirlo -più di 200 miliardi.
Per trovare, ogni anno, le risorse necessarie a fronteggiare gli effetti del superbonus si dovranno operare tagli alla spesa corrente ben più importanti di quelli richiesti dai “contabili” europei per rientrare dal deficit che ormai viaggia verso l’8%.
Insomma dalla Ragioneria Generale, che non esce per nulla bene da questa vicenda, a tutti i partiti, nessuno escluso, si è allegramente allevato un mostro contabile che nei prossimi anni rischia di divorare ogni risorsa che avrebbe potuto essere destinata alla ricerca, alla scuola o alla sanità, con buona pace di coloro che intorno a questi argomenti fanno solo “retorica politica”.
Neppure i corpi intermedi se la sono cavata bene, sia i Sindacati sia Confindustria hanno perorato la causa delle continue proroghe al provvedimento, senza curarsi di quanto sarà duro “disintossicarsi” dopo la sbornia.
Ora si parla persino del superbonus del 120% per chi assume. Non commento questa altra idea strampalata, che assomiglia più ad una massiccia distribuzione di droga a basso prezzo, piuttosto che ad una ragionata e intelligente manovra di politica attiva del lavoro.
Tuttavia quello che è peggio, a mio parere, è l’impatto che questi provvedimenti hanno sul senso di responsabilità, individuale e collettivo, che dovrebbe costituire la vera ossatura dello Stato, inteso come comunità di cittadini.
Questi provvedimenti, tralasciando gli effetti collaterali dell’incremento dei prezzi da tutti registrato nei settori coinvolti, hanno la catastrofica conseguenza di far credere che in democrazia si possano distribuire “pranzi gratis”.
Non è cosi, purtroppo, e presto ce ne accorgeremo.
Luigi Marelli