Di lavoro si vive. Non si muore. E neppure ci si dovrebbe ammalare. Vogliamo ricordarlo alla vigilia della Giornata mondiale dedicata alla Salute e alla sicurezza sul lavoro, istituita per non dimenticare l’importanza della prevenzione di infortuni e malattie, legati alla propria attività professionale. Gli ultimi dati dell’Inail riportano complessivamente 585.356 denunce di infortunio nel 2023, il 16,11% in meno rispetto al 2022, con l’Istituto che tuttavia riconosce mediamente solo tre casi su dieci presentati. Anche le 1.041 notifiche di esiti mortali sono calate rispetto alle 1.090 rilevate nel 2022 (-4,50%). Una tendenza che pare confortante, se non fosse che stiamo parlando sempre di quasi tre morti al giorno e circa il 20% in più di richieste di malattie professionali protocollate in un anno (72.754 contro le 60.744 del 2022). Dall’inizio del 2024 lo stillicidio quotidiano ha già visto le stragi di Suviana, con 7 morti nella centrale Enel e Firenze, con 5 vittime in un cantiere.
Per buona parte del mondo politico si tratta solo di un rumore di fondo, una sorta di tragico, ineluttabile tributo di sangue, in spregio ai più elementari diritti costituzionali. Un osceno bollettino, inaccettabile invece per la Femca e la Cisl tutta, che su questo tema si sono mosse non sull’onda emotiva delle sciagure, ma con atti concreti, quotidiani e pervicaci.
Come Federazione, la prevalente attività manifatturiera rende molti dei nostri comparti a elevata rischiosità. Quest’ultima viene arginata attraverso una costante azione di monitoraggio e una continua negoziazione con le controparti perché le risorse economiche e umane investite nella sicurezza siano considerate un investimento e non un costo. Esistono realtà aziendali dove siamo stati capaci di andare oltre le previsioni di legge e altre dove raggiungiamo standard di sicurezza molto elevati, con procedure e strumentazioni che si avvalgono delle più innovative tecnologie. Un esempio sono gli “smart DPI”, che permettono di conoscere in tempo reale e in forma completamente anonima quanti e dove sono gli operatori all’interno di un impianto. In altri frangenti si sperimentano telecamere con intelligenza artificiale, capaci di leggere, interpretare e prevenire situazioni di interferenza uomo-macchina in ambienti ad alta movimentazione di carichi, con presenza di operatori. Naturalmente l’uso di tali strumenti viene concordato e regolamentato, perché sia rispettoso della privacy e al servizio della sicurezza delle persone.
Il più delle volte gli infortuni si verificano nella filiera degli appalti, che in tale frangente rappresenta l’anello debole della catena. Ed è qui che la nostra contrattazione può fare ancor più la differenza. Con un accordo nazionale, abbiamo dato avvio infatti alla sperimentazione del Rappresentante della sicurezza dei lavoratori di sito produttivo (RLSP), per allargare le tutele anche ai lavoratori delle aziende terziste. Il compito dell’RLSP è anche quello di coordinarsi con gli RLS delle ditte in appalto, promuovendo occasioni di confronto, scambio, stimolo e miglioramento continuo, dando voce anche a chi solitamente vive in condizioni di lavoro di maggior difficoltà. La sperimentazione, partita durante la fase Covid, si è conclusa a fine 2022. Ma nel frattempo, la figura dell’RLSP è diventata parte integrante del CCNL Energia e Petrolio, a partire dall’ultimo rinnovo, divenendo paradigma per tutte le aziende che lo applicano.
La contrattazione può fare tanto anche in termini di rispetto delle regole e dei controlli, rendendoli più strutturati e pervasivi. Per riconoscere una premialità alle realtà virtuose, che migliorano le condizioni con accordi di secondo livello e che investono in prevenzione, è nato Responsible Care, un programma che gratifica le aziende dell’industria chimica capaci di attuare buone pratiche di Responsabilità sociale sui temi della tutela della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro, del rispetto dell’ambiente e in materia di welfare contrattuale.
Insieme alla contrattazione può fare tanto anche la formazione, non solo dei lavoratori, ma anche di chi li rappresenta. I nostri RLS devono essere messi in condizione di maturare competenze sempre più solide, affinare la propria capacità di interpretazione delle problematiche e ingaggiare un confronto alla pari con gli RSPP aziendali. Nel rispetto dell’approccio partecipativo previsto dal decreto legislativo 81/2008, queste figure possono avere un ruolo anche nelle innovazioni di processo avviate da molte aziende, impegnate a controllare la sicurezza delle operazioni, ma anche a migliorarne l’efficienza, riducendone al contempo l’impatto ambientale. Tra le principali iniziative, citiamo l’introduzione di elevati gradi di automazione, l’adozione di attività di controllo just in time, l’avanzamento tecnologico delle apparecchiature, la tracciabilità delle fasi di lavorazione. Un ruolo centrale, dunque, quello dell’RLS, che andrebbe rafforzato sottraendolo al turnover delle elezioni delle RSU e garantendo così una continuità nella responsabilità sui temi che gli sono propri.
Sui temi Salute e Sicurezza la Cisl si è mossa con una grande mobilitazione nazionale contro le morti e gli infortuni sul lavoro. Con l’iniziativa #fermiamolasciadisangue continuiamo a realizzare assemblee nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici, nei luoghi della produzione in tutta Italia. Alcune delle proposte avanzate al Governo sono entrate nel decreto PNRR, divenuto legge da pochi giorni. La cosiddetta patente a punti, contenuta nel Pacchetto lavoro, qualifica le aziende, sanziona quelle manchevoli e premia quelle che, anche attraverso la contrattazione decentrata, introducono previsioni migliorative rispetto alla legge. Tale strumento di certificazione potrà in futuro essere esteso a settori diversi dall’edilizia: un prossimo decreto ministeriale ne definirà gli ambiti di applicazione. Inoltre negli appalti e subappalti saranno garantite le tutele economiche e normative dei contratti siglati dalle sigle datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, anziché genericamente quelli “maggiormente applicati”. La Cisl ha voluto il confronto anche su controlli e vigilanza: l’esecutivo ha assicurato che nel 2024 ci sarà il 40% in più di ispezioni e 766 assunzioni di tecnici della prevenzione. Dovrebbe infine partire un primo intervento nelle scuole dell’obbligo, con 33 ore di didattica su Salute e sicurezza, importanti per radicare tale cultura nei giovani.
L’attribuzione di nuovi poteri di presidio e decisione per i delegati alla sicurezza nelle aziende e nei territori, rientra nell’estensione di quelle leve partecipative alla base della Proposta di legge CISL, che giusto un paio di giorni fa è diventata il testo base su cui lavorerà la Camera dei Deputati. Le forze politiche che avevano presentato proposte di legge analoghe, hanno infatti deciso di ritirarle, adottando la nostra. Un segnale di responsabilità, ottimo viatico per una rapida approvazione del provvedimento in chiave bipartisan. Un passaggio di civiltà sulla governance delle imprese, le decisioni, gli utili e anche la sicurezza sul posto di lavoro.
Nora Garofalo
Segreteria Generale Femca Cisl Nazionale