Misure per migliorare la sicurezza nei cantieri come la patente a punti, più tutele nel sistema degli appalti e subappalti, ma anche disposizioni per evitare che la cessione della quota di PagoPa a Poste Italiane comporti una “influenza dominante” di quest’ultima società, misure per favorire la decarbonizzazione dell’ex Ilva, interventi per le guide turistiche, possibilità per gli enti del Terzo Settore di operare nei consultori, con particolare riferimento alle associazioni a sostegno della maternità (pro-life). Misura questa che ha fatto insorgere le opposizioni, che temono il rischio di un passo indietro sull’aborto.
Sono le principali misure del decreto sul Pnrr, un provvedimento ‘omnibus’ che è diventato legge con il voto definitivo del Senato allo stesso testo già approvato alla Camera. I voti a favore sono stati 95, quelli contrari 68 mentre un senatore si è astenuto.
Il decreto nasce dall’esigenza di adeguare il Pnrr alle novità approvate a dicembre scorso dall’Ecofin, che ha aumentato la dotazione finanziaria del Piano di 2,9 miliardi di euro per l’Italia, contributi a fondo perduto per l’inserimento del nuovo capitolo RepowerEu.
Con lo stesso decreto, il Pnrr viene rimodulato con l’uscita di interventi già finanziati ma che hanno manifestato criticità attuative nei tempi previsti e il reperimento per essi di nuove coperture attraverso altri canali, tra cui le risorse della politica di coesione. Nel complesso la revisione del Pnrr ha comportato il finanziamento di investimenti aggiuntivi per circa 25 miliardi di euro, di cui 11,17 miliardi relativi al RepowerEu, e il definanziamento di interventi per circa 22 miliardi.
Ha fatto molto discutere la decisione di definanziare per 1,2 miliardi il progetto per la messa in sicurezza sismica degli ospedali e di trasferire la copertura su vecchio fondo per l’edilizia ospedaliera (conosciuto come articolo 20 di una legge del 1988) che secondo Fitto dispone ancora di risorse non impegnate. Aspre critiche da parte delle Regioni che invece denunciano tagli alla sanità.
Tutela negli appalti – Al personale impiegato in appalti e subappalti si applica un trattamento “economico e normativo” complessivamente non inferiore a quello previsto “dal contratto collettivo nazionale e territoriale stipulato dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicato nel settore”.
La precedente versione della norma faceva invece riferimento all’applicazione del “contratto maggiormente applicato nel settore” e non conteneva il riferimento anche alla parte normativa.
Patente a punti settore edile – Novità per questo strumento finalizzato alla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi. Si ottiene con autocertificazione dei requisiti e potrà essere estesa ad altri ambiti con un decreto ministeriale sentiti i sindacati e le organizzazioni datoriali. Le opposizioni hanno votato contro l’emendamento criticando la nuova tabella sul taglio dei punti, giudicata alleggerita, e quella che considerano una ‘delega in bianco’ al governo per la fissazione dell’ammontare dei punti aggiuntivi e per le modalità di recupero.
La patente, che si applica dal primo ottobre 2024 e parte con 30 punti, è obbligatoria per le imprese e i lavoratori autonomi che operano in cantieri edili temporanei o mobili. Sono esclusi dall’obbligo le imprese che effettuano soltanto forniture o prestazioni di natura intellettuale, ad esempio ingegneristiche. Con un numero di punti inferiore a 15 le imprese non possono operare.
In mancanza della patente, o del documento equivalente in caso di imprese straniere, o con una patente con meno di 15 punti, si applica una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori e comunque non inferiore a 6.000 euro.
PagoPa – Poste italiane spa, se acquisirà dal Mef il 49% di PagoPa (che gestisce la piattaforma digitale per i pagamenti della Pubblica amministrazione), non potrà stipulare patti di sindacato che hanno per effetto l’esercizio di una influenza dominante sulla società. Resta fermo, per operazioni di questo tipo, il controllo preventivo dell’Antitrust.
Ex Ilva – Sarà la Dri d’Italia spa, la società per la produzione del preridotto- direct reduced iron partecipata al 100% da Invitalia, a provvedere alla parziale decarbonizzazione dell’ex Ilva. La norma del decreto prevede di destinare investimenti per un miliardo di euro dal 2024 al 2029 all’utilizzo dell’idrogeno nei settori ‘hard-to-abate. Con l’emendamento dei relatori approvato si aggiunge che questi interventi saranno realizzati attraverso la società Dri. In questo modo è possibile per l’ex Ilva inserire nel piano industriale, in fase di elaborazioe dai commissari, il progetto di decarbonizzazione prevedendo l’utilizzo di forni diversi da quelli convenzionali.
Residenze universitarie – La Cassa Depositi e Prestiti e le sue controllate supporteranno il Ministero dell’Università e della Ricerca nelle attività di “verifica e controllo sull’attuazione esulla rendicontazione degli interventi” del Pnrr per il potenziamento degli alloggi universitari “al fine di accelerare le procedure di erogazione dei finanziamenti”. La norma affida a Cdp anche anche “la gestione dei fondi statali” per gli interventi ritenuti ammissibili ai fini degli obiettivi del Pnrr. I rapporti tra MUR e Cdp “sono regolati da apposita convenzione”.
Guide turistiche – Stop al requisito della seconda lingua e all’obbligo di sottoscrivere una copertura assicurativa a garanzia della responsabilità civile professionale. Eliminato anche l’obbligo della laurea triennale per sostenere l’esame di abilitazione alla professione per il quale basterà un diploma di istruzione secondaria di secondo grado titolo equivalente.
Sisma Marche e Umbria – è prevista la ricognizione, affidata al Commissario straordinario, dei fabbisogni per la ricostruzione, la riparazione o il ripristino delle strutture, pubbliche e private, danneggiate a seguito del sisma che ha colpito le Marche (9 novembre 2022) e l’Umbria (9 marzo 2023).
Consultori – Con un emendamento di FdI alla Camera è stato previsto che potranno avvalersi delle associazioni del Terzo Settore “che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Per il Pd si tratta di “un affronto diretto alla dignità e all’autonomia delle donne”.
E.G.